Nba Finals 2014
16/06/2014
Gara 5

Miami Heat @ San Antonio Spurs
AT&T Center, San Antonio TX


Miami Heat
Vs.
San Antonio Spurs

Con la storia contro, nessun team è mai “tornato” da un deficit di 0-3, LeBron James continua a crederci e dopo averlo dichiarato in una mini intervista lontano dal campo, lo ricorda ai colleghi anche prima della palla a due: “Seguitemi e vi porterò alla vittoria e a Gara 6 a Miami” è il suo messaggio che non tarda a mettere in azione. Al contrario di quanto tutti i tifosi Texani potessero aspettarsi, infatti, l’ex-Cavs inizia come mai accaduto sinora:  le maglie della difesa degli Heat  non fanno passare uno spiraglio e mentre San Antonio sbaglia un tiro dopo l’altro, James griffa ben 9 dei primi 11 tiri, Leonard concretizza il primo tiro dal campo per i padroni di casa, ma Lewis gli risponde dalla lunga distanza e ancora James, aiutato da un arbitraggio non troppo attento, materializza un gioco 2+1 per andare a condurre 19-5, +14 Miami, a -5.33.
Sinora autore di 1/11 dal campo  San Antonio deve vedere Allen toccare il +16, massimo vantaggio della partita, prima di trovare una risposta alla propria emorragia passando per le mani di Manu Ginobili. L’Argentino scrive 6 punti filati, gioco 2+1 e tripla, quindi lascia a Leonard e Mills, autori di una bomba dietro l’altra, il compito di mettere a referto la seconda parte del break 12-0 grazie al quale i Nero-Argento si rimettono in carreggiata: 22-18, -4, -2.40. LeBron James replica riportandosi immediatamente avanti di 9, ma Leonard e Splitter chiudono le danze a quota -7, 29-22.

Un alley-oop innescato da Diaw,  dopo gara 3 diventato amovibile nello starting linup di Popovich, ed un piazzato in faccia a James permettono a Leonard di toccare il -3. In verità i padroni di casa avrebbero l’opportunità di ridurre ulteriormente il proprio svantaggio, ma lo 0/6 di Parker e le difficoltà da oltre l’arco di Green (sinora tutti tiri sbagliati) consentono a Wade e Bosh di ripristinare 7 punti di margine, 33-26, dopo 4 minuti di gioco.
Popovich decide di chiamare qualche gioco per il futuro Hall of Famer Tim Duncan. Il #21 dal verniciato non delude (mai) e con il contributo di Belinelli, che fa abboccare il proprio avversario ad una finta clamorosa, gli Spurs a metà quarto riducono di nuovo il proprio divario ad un possesso: 35-32, -3. Il time-out voluto da Spoelstra non cambia l’interzia del match: all’interno di un AT&T Center in delirio Leonard, dopo aver visto Duncan avvicinarsi a -1, spara la tripla in transizione del +2 quindi Ginobili mette la testa avanti sul +5, 39-35. Sinora autori di un break 11-0 i padroni di casa sembrano voler tutto tranne che arrestarsi e Ginobili ne fa da esempio: il suo taglio nell’area concluso con una schiacciata estende a 11-0 il momento black-out degli avversari, James (a-2.32) zittisce per un attimo il pubblico, ma è ancora l’Argentino ad essere protagonista da oltre l’arco e se James, nel possesso precedente, ha interrotto il break 14-0 dei padroni di casa, la bomba di Ginobili significa comunque 23-8 di parziale complessivo e massimo vantaggio Spurs 45-37, +8.
Un viaggio in lunetta di James e d un piazzato di Diaw riavvicinano i due volte campioni in carica, tuttavia l’ultima parola spetta a Diaw che manda in archivio il primo tempo sul punteggio di 47-40, +7 Spurs.

Retine inviolate per i primi tre minuti dove gli attacchi di una squadra si infrangono sulla difesa avversaria reciproca. Il primo a interrompere il momento di black-out generale è Manu e lo fa ottenendo un viaggio in lunetta che trasforma alla perfezione, 49-40, +9 Spurs.  Sinora rimasto nullo in fase offensiva, 0/9, Parker difende da manuale su James e Leonard ruba un pallone ottenendo a sua volta un viaggio in lunetta. Accompagnato dai cori “M.V.P. - M.V.P” Kawhi fa 1/2 costringendo Spoelstra a parlarci sopra perché ora i padroni di casa ora detengono una leadership in doppia cifra: 50-40, -8.14.
L’astinenza degli ospiti viene interrotta da Chris Bosh che riesce ad ingannare Duncan e consegnare alla storia il primo canestro degli Heat del secondo tempo. Gli uomini di Popovich, però, non battono ciglio: Leonard, Duncan (viaggio in lunetta in conseguenza del quinto fallo di Anderson) e Patty Mills (dopo aver preso in fallo in attacco da Allen) mettono a referto l’ennesimo mini break (6-0) scrivendo il massimo vantaggio visto sinora 56-42, +14, -6.35.
In rientro dal time-out Wade viene stoppato clamorosamente da Splitter e sull’altro lato del campo Mills non se lo fa ripetere due volte di tirare smarcato da oltre l’arco.  Qualche secondo più tardi l’Australiano si ripete in transizione quindi tocca a Manu connettere dalla lunga distanza e con un parziale di 9-2 gli uomini in maglia bianca prendono il largo con 21 punti di distanza: 65-44.
Spoelstra  non può fare altro che chiedere un time-out durante il quale prova a mischiare le proprie carte scongelando dalla panchina Chalmers e Beasley .  La mossa inizialmente incontra le aspettative degli Heat perché 4 punti filati (James e Chalmers) costringono Popovich alla pausa.  Una volta rientrati sul terreno di gioco è ancora l’Australiano a monopolizzare i riflettori con due triple che, a distanza un paio di minuti l’una dall’altra, hanno lo stesso esito ovvero mantenere a quota +20 i padroni di casa. Qualche istante più tardi Parker manda a segno il primo canestro dal campo della sua gara 5 (1/11) stabilendo il +21. LeBron chiude con un viaggio in lunetta che significa 58-77, -19 Miami.

Sotto di 19 e ad un passo dall’eliminazione gli Heat trovano un bagliore di speranza nella coppia Beasley e Chalmers capace di agganciare subito sul -14 e far spendere a Kawhi Leonard il quinto fallo personale.  Memori di quanto accaduto 12 mesi fa in gara 6, ad un passo dalla vittoria videro Miami rimontare, vincere e forzare gara 7, gli Spurs vogliono mantenere al massimo la loro concentrazione su quanto accade in campo dove è proprio il giocatore meno atteso a fare gli onori di casa. Tony Parker, sinora  autore di 1 solo canestro dal campo (dopo 10 errori), inizia una battaglia punto a punto con gli Heat andando a segnare 10 punti decisivi per rispondere ai canestri di Bosh, Beasley e Allen.
A -6.30 James, con il punteggio di 90-72, sempre in favore degli Spurs, esce dal campo e dopo il time out rimane in panchina dove si mette una mano sul volto per coprire un’espressione tirata e stanca. Il gesto si commenta da solo ed è il preludio della sconfitta degli Heat. Poco più tardi tutti i suoi colleghi più illustri vengono richiamati in panchina mentre Popovich a 2.11 dalla sirena procede con il sostituire, uno per volta e concedendo una più che giusta standing ovation, tutte le proprie selle: Duncan, Ginobili, Diaw e Parker. A San Antonio non resta che mettere il pilota automatico che porta la squadra dritto verso il quinto titolo NBA nella storia della franchigia: 1999, 2003, 2005, 2007 e da stanotte 2014.

Miami chiude con il Big Three in doppia cifra, ma l’unico a fare la differenza è  James (31 punti, 10 rimbalzi, 5 assists). Disastro da oltre l’arco Bosh (0/5) e nullo Wade (11 punti, 12 tiri).

Per San Antonio ancora una volta il miglior è Kawhi Leonard: 22 punti, 10 rimbalzi, 2 assists, 1 stoppata ed 1 recupero. Duncan si “accontenta” di 14 punti e 8 rimbalzi. Tony Parker chiude con 16 punti e Ginobili con 17.

L’MVP della serie non può che essere Kawhi Leonard (17.8 punti, 61% dal campo, 58% da tre, 6.4 rimbalzi). Leonard è il più giovane MVP nella storia delle NBA Finals dal 1999 con soli 22 anni. L'unico a precederlo con il titolo vinto a 20 anni (1999) è il suo collega oggi veterano: Tim Duncan.

M.V.P.: Kawhi Leonard (22 punti, 10 rimbalzi, 2 assists, 1 stoppata)

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