Nba Finals 2014
11/06/2014
Gara 3

San Antonio Spurs @ Miami Heat
American Airlines Arena, Miami FL


San Antonio Spurs
Vs.
Miami Heat
Dopo la sconfitta riportata in gara 2 coach Popovich “mischia”  le proprie carte lanciando in quintetto Boris Diaw. Invece sul fronte opposto Spoelstra conferma Rashard Lewis tornato a “brillare” nella seconda partita della serie. I protagonisti delle battute iniziale di gara 3, però, hanno altri nomi: Danny Green e Kawhi Leonard. Rimasti relativamente in ombra nelle prime due sfide della serie entrambi, dimenticandosi di trovarsi sul campo avversario, esordiscono con il “botto”:  difendendo alla perfezione e infilando ogni tiro dal campo tentato Green e Leonard, supportati a dovere da Duncan, allungano subito  il passo toccando +8, 18-10, e costringendo Miami al time-out.
La risposta degli uomini in maglia bianca non può che passare che per  il due volte MVP delle Finals in carica LeBron James: l’ex-Cavaliers diventa il terminalr offensivo numero uno,  segnando 12 punti consecutivi e costringendo San Antonio a parlarci sopra. E’ bene ricordare, però, che durante la performance di  James gli avversari (Green-Leonard-Duncan) continuano a segnare dunque quando l’ex-agente CIA chiede l’interruzione, il tabellone indica comunque 7 punti di margine per i Texani: 27-20, -3.38.
In seguito alla prima sconfitta delle Finali 2014 Popovich si è lamentato con i suoi ragazzi di mantenere la palla troppo “statica” ed i Nero-Argento recepiscono nel miglior dei modi il messaggio del proprio allenatore, così, dopo aver visto Matt Bonner andare in lunetta (primi due tiri liberi di tutti i suoi playoffs 2014) la sfera inizia a girare nelle mani di tutti: Ginobili segna su assists di Mills quindi Leonard passa a Diaw, Diaw a Splitter e Splitter ottiene un viaggio in lunetta. Nel possesso successivo i padroni di casa sbagliano, chi non conosce la parola “errore” (almeno per quanto riguarda i primi 12 minuti) invece è Leonard (chiude con più punti in questo quarto di quanti ne abbia fatti nelle altre due partite) che pescato da Mills spara la bomba del +16. Cole prova ad avvicinarsi, ma lo strappo si allarga con Ginobili autore dell’Ave Maria finale: 41-25, +17 Spurs.

Splitter (6 punti in 6 minuti), Mills (bomba in transizione) e Green (ennesimo furto trasformato in due punti) permettono a San Antonio di mantenere una percentuale dal campo “illegale”: a -9.50, quando Spoelstra chiama un break, il loro 16/18 dal campo complessivo consente agli ospiti di condurre di 20.
Dalla pausa si riprende con un altro furto e canestro di Green il quale, qualche istante più tardi, connette la bomba del +23. Leonard mette la ciliegina sulla torta griffando il massimo vantaggio degli Spurs del primo tempo: 55-30, +25. In tema Kawhi sinora è stato impeccabile: 6/6 dal campo e 3/3 dalla lunetta.
Miami non può fare altro che tornare da James il quale prova ad avvicinarsi, ma con una difesa colabrodo (le incursioni tagliano l’area di Miami con lo stesso esito di un coltello caldo sul burro)  l’impresa non è facile.  A far preoccupare Povopich, infatti, ci vanno due bombe consecutive di Lewis (pescato libero dai compagni) che come effetto hanno quello di ridurre il vantaggio a “soli” 18 punti di scarto: 58-48, -5.01.
Ancora l’ex-Sups in collaborazione con Allen, intervallati da Duncan, riesce ad accorciare le distanze sino a -14 quindi, purtroppo per i tifosi di casa, è Tony Parker a salire in cattedra. Sinora rimasto in ombra, il franco-belga, segna 4 punti filati quindi serve ad hoc Diaw per la bomba del +21. Non contento ottiene e trasforma altri 2 liberi. I 71  punti complessivi degli Spurs, 71-50,  infrangono due record: il primo è di Miami che in tutta la storia della franchigia non aveva mai concesso cosi tanti punti nel solo primo tempo; il secondo è generale della NBA perché in qualsiasi tempo (primo o secondo) nessun team aveva segnato 71 punti durante le NBA Finals.

Nell’intervallo Spoelstra prova a ridare fiducia ai propri ragazzi ricordandogli di non mollare perché si tratta di una finale e perché Miami  in casa, nei playoffs 2014, risulta imbattuta. Il messaggio del “delfino” di Riley arriva dritto alla mente (o al cuore) dei giocatori in maglia bianca: Wade, nonostante Popovich provi a spezzare il ritmo dopo nemmeno 120 secondi, diventa il terminale offensivo numero uno per Miami che grazie anche al contributo di Bosh e James tocca il -13. Duncan agguanta il +15, 77-62, ma gli Heat non cedono il passo e dopo aver sprecato due possibilità (Chalmers e Wade) di connettere indisturbati da oltre l’arco e toccare l’eventuale -12, vanno da LeBron per l’ennesimo -13, 77-64, che costringe San Antonio al secondo time-out, -6.09.
L’australiano Mills e l’argentino Ginobili riescono a penetrare nelle maglie della difesa targata Heat, decisamente più serrate di quanto visto nei primi 24 minuti, quindi a  segnare 4 punti che hanno la parvenza di una boccata d’ossigeno fresco per San Antonio. Tornata ad una posizione dal -20 (81-64) Miami risponde nel migliore dei modi : tre viaggi in lunetta perfetti (Anderson, Allen, Wade) sfociano in una penetrazione di Wade ed una di Cole per un break di 10-0 che a -1.44 riduce a 7 lo svantaggio dei padroni di casa (81-74).
Gli ultimi 120 secondi sono tutti marchiati “EU”: Belinelli, inserito per la prima volta in questa gara 3,  connette la bomba del +10 quindi Diaw, dopo un 1/2 di Anderson dalla lunetta, consolida e chiude sul 86-75, +11 San Antonio.

Oscurati dalla performance degli Heat e lasciati in panchina da Popovich sono di nuovo Green e Leonard a lasciare il proprio segno sull’avvio dell’ultimo quarto.  Il duo tanto attivo in difesa (Leonard marca James e Green vanta 4 furti) ripristina un +13. Ray Allen fa impensierire l’ex-agente CIA Popovich con la bomba del -10, 90-80 -8.54, ma una volta tornati in campo è di nuovo Leonard a guidare lo scuola bus: una schiacciata alla Eddie Jones (sulla linea di fondo), un viaggio in lunetta ed un assists in direzione Parker (tripla) ristabiliscono 15 punti di margine (97-82).
Nel momento clou del match Greg opta per una decisone che lascia stupiti tutti quanti ovvero lasciando la coppia Duncan-Parker in panchina, a riposarsi per gli eventuali minuti finali, preferendogli l’ambata Mills-Splitter.  L’insolita scelta paga i dividendi sperati perché Mills ruba un pallone lanciando in contropiede Ginobili il quale appoggia al vetro il +18. A mettere il match in cassaforte, ponendo di fatto la parola fine alle speranze dei padroni di casa, ci pensa il protagonista assoluto del match Kawhi Leonard. Quest’ultimo connette il +18 quindi fa spendere a James il quinto fallo personale e a -3.23, dopo la tripla di Lewis, scrive +16: 105-89.
Il pubblico dell’American Airlines Arena inizia a lasciare i propri posti e qualche istante più tardi entrambi i coach optano per sostituire tutte le proprie star con giocatori della panchina. San Antonio mette il pilota automatico e si porta a casa la seconda vittoria della serie.   

Il miglior giocatore degli sconfitti è LeBron James (22 punti, 5 rimbalzi, 7 assists, 5 recuperi). Ottimo anche Wade (22 punti, 4 rimbalzi, 2 assists), Mentre risulta “latitante” Chris Bosh (9 punti, 3 rimbalzi).

L’MVP della serata è Kawhi Leonard (10/13 dal campo, 29 punti, 4 rimbalzi, 2 assists-recuperi-stoppate). Duncan si ferma a 14 punti (4/7) e 6 rimbalzi. Parker e Danny Green segnano 15 punti ciascuno mentre l’unico della panchina in doppia cifra è Ginobili (11 punti, 3 rimbalzi)

M.V.P.: Kawhi Leonard
(10/13 dal campo, 29 punti, 4 rimbalzi, 2 assists-recuperi-stoppate)


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