Nba Finals 2014
09/06/2014
Gara 2

Miami Heat @ San Antonio Spurs
AT&T Center, San Antonio TX


Miami Heat
Vs.
San Antonio Spurs
Inizio senza epoca per Tim Duncan che riavvolge il tempo di oltre 10 anni come quando nel 2003 (o nel 2005) era l’opzione numero uno in assoluto in fase offensiva. Attualmente condivide tale ruolo con Parker, ma nelle prime battute di gara 2 è il Caraibico a portare tutti quanti a scuola di fondamentali: 5 punti, fra cui un gioco 2+1, seguito da un tap-in schiacciato su un errore di Marco (fra l’altro autore di una tripla) mandano in delirio l’AT&T Center dando 7 punti di margine ai Nero-Argento (14-8, -7.05). Due errori della difesa, Lewis lasciato libero sull’arco dei tre punti e una facile penetrazione di Chalmers, impensieriscono Popovich al punto di chiamare un break e parlarci sopra.
Gli accorgimenti dell’ex-agente CIA sono vincenti perché alla schiacciata di James seguono 5 punti griffati dal Franco-Belgo e questa volte è Spoelstra a voler chiarire le cose con i suoi sul punteggio di 20-15, -5 Heat. La fluidità del gioco dei Texani (in breve tempo arrivano a 8 assists totali e 10/15 dal campo), però, non si esaurisce con il time-out voluto da Coach Erick e mentre Leonard e Ginobili colpiscono a ripetizione, negli Heat l’unico a trovare il canestro (non senza difficoltà) e Ray Allen.
Sul punteggio di 26-19, con una manciata di secondi sul cronometro, è di nuovo Popovich ad azzeccare la mossa giusta estendendo la propria difesa a tutto campo. Wade, confuso dal pressing avversario, manda alle ortiche un passaggio direttamente dalla linea di bordo campo (Bosh non si fa trovare pronto a ricevere), dunque i primi 12 minuti vanno in archivio sul 26-19, +7 San Antonio.

Nonostante Manu connetta subito il +9 gli Spurs, con il secondo quintetto sul terreno di gioco, calano d’intensità commettendo qualche errore “grossolano” come quello che a -9.39 fa fischiare time-out a Popovich. Infatti Allen, dopo una finta, viene lasciato libero dalla difesa sbilanciata quindi l’ex-Celtics spara la bomba del 30-22.
Gli sbagli in fase offensiva si registrano su entrambi i fronti fino a quando Miami trova nel proprio leader la forza di recuperare agguantando la prima leadership del match. LeBron si costruisce di peso un’autostrada nel mezzo del verniciato Texano, impresa di sicuro non facile, andando a segnare 6 punti consecutivi del mini break 9-3. Duncan, contrariato da un fischio arbitrale, chiede spiegazioni ai direttori di gara ottenendo cosi il primo tecnico della nona partita Heat-Spurs (sette avvenute nel 2013 e 2 nel 2014). James, dopo il libero per punire l’infrazione di Tim, segna il +1 Miami: 34-33, -4.58.
Scongelato dalla panchina James Jones viene sanzionato di difesa illegale. Ginobili pareggia quindi scarica la bomba del +3, tuttavia il momento caldo dell’Argentino si esaurisce rapidamente perché Wade simula magistralmente di aver ricevuto un fallo da parte di Manu, gli arbitri “cascano” nella sua trappola e Manu viene sostituito da Popovich in quanto autore della terza infrazione personale. Parker replica al gesto connettendo prima il +3 Spurs e poi trasformando un passaggio a tutto campo di Duncan in un facile, almeno per lui, layup (41-36, +5 Sas).
Negl ultimi 120 secondi una mostruosa schiacciata di Bosh si trasforma in un gioco 2+1 quindi Wade e ancora James replicando al Franco-Belga mandando tutti negli spogliatoi in parità assoluta: 43-43.


Il “primo sangue” del secondo tempo viene versato dagli Heat con un canestro di Parker. Ma Miami, che non ha alcuna intenzione di finire sotto 0-2 nella serie, si fa trovare pronta a replicare. Così, mentre Duncan da lezione di basket (tiro con mano sinistra e auto tap-in di mano destra) e Green connette la prima tripla della serata, Lewis viene pescato libero in un paio d’occasioni e James segna il primo jump shot della serata. In tema “primo sangue” è James il primo a versarlo alle voci “falli tecnici” e lo ottiene per protesta, ma Rashard Lewis mantiene la mano calda e come al tempo dei SuperSonics scarica un’altra tripla. Ginobili gli risponde intercettando una rimessa e poi sparando dalla meda il +3. Poco più tardi, allo scadere dei 24 secondi, Leonard trova la bomba del +4, 60-56, e Spoelstra chiama un break.
Gli effetti del time-out tardano ad arrivare, Duncan va a +6, ma con James sul terreno di gioco ogni momento può diventare “letale” e gli Spurs lo imparano a proprie spese: tre tiri, di cui due da oltre l’arco, tutti di LeBron significano break 8-0 cosi a -4.50 è Popovich a voler spezzare il ritmo con San Antonio in svantaggio di due lunghezze: 64-62.
In uscita dal time-out Boris Diaw pareggia, ma gli sforzi del cugino d’oltralpe sono vanificati ancora una volta da James. Perso il suo miglior difensore, Leonard commette il quarto fallo, LBJ non trova grossa resistenza e manda a referto i canestri del +3 e +5. A far rientrare in partita i Texani ci pensa un giocatore del tutto in atteso: Patty Mills. Il ragazzo di origini Australiane, infatti, viene più volte dimenticato dalla difesa di Miami negli angoli e lui non si fa scappare la possibilità di connettere tiri pesantissimi. Inoltre Tiago Splitter serve magistralmente Ginobili e quando mancano 50 secondi alla sirena è di nuovo San Antonio a condurre: 74-73.
Wade, con James a godersi meritato riposo in panchina, rimette la testa avanti per due volte. In entrambe le occasioni Parker gli risponde chiudendo il quarto 78-77, +1 Speroni.

L’ultima frazione di gioco si apre sotto il segno di Bosh (2+1) seguito dall’ennesima tripla del ritrovato Rashard Lewis. Tra i due sopracitati canestri Splitter pareggia e poco più tardi James, dopo aver visto Ginobili e Green riportarsi sul +2, fa lo stesso allo scadere dei 24 second. Con un viaggio in lunetta concluso alla perfezione è di nuovo l’Argentino a spazzare gli equilibri, 87-85, quindi San Antonio avrebbe altri quattro liberi per consolidare (due come conseguenza del fallo antisportivo di Chalmers ai danni di Parker e due sul fallo commesso ai danni di Duncan mentre tirava). Con uno 0/4 San Antonio lascia la porta aperta a Miami per rifarsi avanti e James non se la fa scappare segnando la bomba del +1 e poi il +3: 90-87. Dimenticato dalla difesa Diaw a -4.37 pareggia quindi per oltre 90 secondi a farla da padrona è la difesa mentre le retine restano inviolate. Bird-man, pescato magistralmente da Allen, interrompe la “siccità” di punti mettendo la testa avanti, ma Parker dalla lunga distanza controbatte e Spoelstra a -2.25, sul 93-92, -1 Miami, chiama time-out.
Gli Heat provano a sorprendere i Texani incaricando Bosh della tripla del potenziale sorpasso. L’ex-Raptors tenta lo schema, ma non connette. Stessa sorte (errore) spetta a Ginobili sul lato opposto del campo. Ritornata ad attaccare Miami persevera su Bosh tiratore e questa volta Chris non delude: 95-93, +2 Miami. San Antonio, con circa un minuto sul cronometro, trova le maglie della difesa degli Heat chiuse a dovere e fallisce l’opportunità di pareggio/sorpasso. Dalla lunetta James, sesto fallo di Leonard, fa 1/2 non chiudendo il match. Dunque i padroni di casa provano ad affidare la propria “Ave Maria” a Ginobili, ma il suo tiro non entra quindi scatta il contro piede dove Bosh, con un passaggio ad-hoc, trova Wade che concretizza un facile layup e sancisce il +5, 93-98.
Sul cronometro restano 10 secondi e Diaw sbaglia il canestro del -3. Nella confusione San Antonio rimbalza l’errore e Ginobili connette la bomba sulla sirena. Nonostante il tiro sia valido, il risultato non cambia e Miami si aggiudica la prima vittoria della serie che ora, in parità sul 1-1, si sposterà in Florida per gara 3 e 4.

Il miglior giocatore degli Spurs è Duncan con 18 punti, 7/14 dal campo, 15 rimbalzi e 1 stoppata. In doppia cifra anche Parker (21 punti, 7 assists) e Ginobili (19 punti).

Per Miami oltre a James (MVP della serata) abbiamo numeri importanti anche da Lewis (14 punti, 5/9 dal campo), Bosh (18 punti, 6/11 dal campo) e Wade (14 punti, 7 rimbalzi, 4 assists).

M.V.P.: LeBron James (35 punti, 14/22 dal campo, 10 rimbalzi, 3 assists)

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