Nba Finals 2014
06/06/2014
Gara 1

Miami Heat @ San Antonio Spurs
AT&T Center, San Antonio TX


Miami Heat
Vs.
San Antonio Spurs
L’edizione 2014 delle Finals, ricordiamo che il formato è stato riportato nel classico 2-2-1-1-1 e non più 2-3-2 ( questo fu introdotto dalla NBA negli anni 80 quando i team avevano problemi nella prenotazione dei voli – di linea – e di programmazione televisiva), mette a confronto le stesse squadre viste in azione già 12 mesi e che nutrono l’una per l’altro un profondo rispetto (nelle 7 partite di finali 2013 nemmeno un fallo tecnico).

Apre le danze per gli Heat, nella peggior stagione (record vinte/perse) da quando fu formato il Big Three, l’ex-Raptors Chris Bosh quindi ci pensa Duncan per i padroni di casa, altra novità perché nelle FInals 2013 ad avere il fattore campo era Miami, a ricucire lo strappo, ma con un finta magistrale è proprio il Caraibico a concedere un jumper facile a Wade che mantiene gli ospiti sul +1, 10-9, e costringe Popovich a pensarci sopra.
In verità l’ex-agente CIA più che parlarci sopra “lancia” in quintetto Manu Ginobili. L’Argentino, mentre Chalmers commette due falli in rapida successione e poco più tardi Kawhi Leonard si trova nelle stessa situazione, mette a ferro e fuoco il terreno di gioco: due triple significano 6 punti in meno di 2 minuti. LBJ entra in modalità “scorer”, ma il veterano di Baia Blanca non batte ciglio e spara l’ennesimo tripla dalla lunga distanza. L’ultima parole spetta al giovane Patty Mills, servita (ovviamente) dal sopracitato Manu, che chiude sul 26-20, +6 Spurs.

I momenti iniziali del secondo quarto tingono la Finale di colore Azzurro grazie a Marco Belinelli. L’ex-Bulls risponde puntuale a Ray Allen mantenendo San Antonio avanti di 3, 34-31. Spoelstra non teme lo svantaggio e opta per concedere qualche altro minuto di riposo al Prescelto anche perché in campo i suoi colleghi, tranne Chalmers (terzo fallo), se la cavano egregiamente. Un break Rosso-Nero di 8-0, infatti, riposiziona Miami in vetta di 2: 38-36.
La risposta dei Campioni della Western Conference arriva puntuale ed in modalità “classica”: Manu pareggia, Tony sorpassa e TD consolida ridando vita ad un AT&T Center rimasto comunque “on-fire” per via del climatizzatore guasto. Mentre il pubblico (addetti stampa inclusi) si rinfresca, o almeno ci prova, sventolando depliant e/o il programma della partita, in campo va in scena un botta e risposta ad alte percentuali come mai visto sinora. Alla terza tripla di Ray (3/3) risponde puntuale Marco quindi è Tony ad unirsi nella competizione balistica dalla lunga distanza (Spurs complessivamente 7/12 da oltre l’arco), ma James e Bosh non cedono restando agganciati sul -2: 51-49.
Prima del riposo di metà gara negli spogliatoi è il cugine d’oltralpe Diaw a lasciare il segno: recupera un rimbalzo in attacco e serve con un “no-look” il Caraibico quindi tutti possono andare a rinfrescarsi sul punteggio di 54-49, +5 Sas.

Limitato dai falli Leonard prova a rifarsi piazzando i primi due punti del dopo intervallo. Parlando di Leonard è interessante sottolineare come con la pick numero 15, ottenuta grazie ad uno scambio con Indiana (George Hill), Kawhi sia il giocatore più alto scelto al draft dagli Spurs negli ultimi 15 anni.
Lasciata la scienza inesatta, e sorprendente quando si parla della capacità di ottenere ottimi giocatori con pick basse da parte degli Spurs, del draft ritorniamo in campo dove ad essere “hot” oltre agli Heat è anche il climatizzatore ancora guasto. Mentre la temperatura sale, portando alla memoria le partite storiche dei Celtics al Boston Garden negli anni 80, Miami trova la via per pareggiare con un break 8-0 e poi mette la freccia del sorpasso con una bomba di James. Il caraibico replica pareggiando, 62-62, e a -7.05 arriva il primo time-out del secondo tempo.
Patty Mills esce dal break sorpassando, ma non è l’unico “eroe inatteso” perché sull’altro versante Lewis piazza cinque punti filati e si posizione sl +3: 67-64. Ginobili, che per ora ha segnato più punti di tutta la panchina di Miami messa insieme, pareggia quindi il match si raffredda con errori su entrambi i versanti. intanto che il cronometro scorre e i mattoni si susseguono, i primi ad uscire dal momento di black-out sono gli uomini in maglia Nera. Ray Allen ne infila 5 consecutivi. A dare una “svegliata” agli Speroni, giunti agli ultimi 60 secondi con 5 punti da recuperare, ci prova Splitter con una schiacciata alla quale, però, James risponde con una tripla. Il brasiliano non si spaventa e gli Dei del basket lo aiutano a trovare il canestro che chiude 78-74, -4 Spurs (9 palle perse nel solo terzo quarto).

Partita da dimenticare per il povero Chalmers che appena entra commette il quinto fallo, questa volta in attacco (poco cambia), ed è subito richiamato da Spolestra al proprio fianco. Sul fronte opposto Splitter continua a mantenere in vita i padroni di casa ed i suoi 5 punti (schiacciata e gioco 2+1) risultano vitali per i Nero-Argento poiché nei passaggi successivi è Bosh ad alzare il volume della radio. Una bomba ed un gioco 2+1 di Chris fanno riflettore Popovich che a 8 minuti dalla zero assoluto si trova sotto di 7: 86-79.
Parker si “sveglia” con il secondo canestro dall’intervallo. Qualche secondo più tardi James, complice forse l’alta temperatura è costretto ad un rientro in panchina per crampi, perciò tocca a Wade non far sentire l’assenza del quattro volte MVP ed inizialmente l’MVP della Finale 2006 ci riesce issando Miami avanti di 4: 88-84. In tema “sveglia”, però, anche Danny Green alza la mano per dire “presente” e lo fa nel migliore dei modi: i suoi due primi tiri dal campo della serata sono due triple che costituiscono la colonna vertebrale del break 10-2 con il quale gli Speroni, a -4.33, tornano a condurre di 4.
LeBron chiede di rientrare in campo ed una volta in azione segna subito il -2, 92-94, ma i crampi alla gamba tornano a presentarsi puntuali e lo immobilizzano a bordo campo costringendo Spoelstra a chiamare il penultimo timeout.
Portato di peso in panchina, James, non può fare altro che assistere impotente alla tracollo dei suoi colleghi. Ginobili, Green e Leonard, infatti, non sembrano risentire degli oltre 30° (32 circa) e sotto i loro colpi i Texani prendono il largo 102-95. Parker mette la ciliegina sulla torta toccando il +10: 105-95. A questo punto, con i crampi sempre presenti ed ormai il match in cassaforte Spurs, James rientra negli spogliatoi con circa 75 secondi di anticipo. Sul parquet San Antonio mette il pilota automatico e si aggiudica una gara uno tutt’altro che facile da vincere.

Nonostante i dolori James è il migliore degli Heat con 25 punti, 6 rimbalzi, 3 assists e altrettanti recuperi. Chiudono in doppia cifra pure Bosh (18 punti, 7/11 dal campo, 9 rimbalzi) e Wade (19 punti, 8/18 dal campo). Per Miami la grande assenta è la panchina dove a parte Ray Allen (16 punti quasi tutti nel primo tempo) il resto è nullo.

Per San Antonio l’MVP è Manu Ginobili: 16 punti, 11 assists, 5 rimbalzi e 3 recuperi. Impressionante la percentuale di Duncan: 9/10 dal campo per un totale di 21 punti(e 10 rimbalzi). Parker si “ferma” a 19 punti (8/15) ed 8 assists. Decisivi anche i 14 punti e 4 rimbalzi di Tiago Splitter ed i punti e 2 rimbalzi di Marco Belinelli.

M.V.P.: Manu Ginobili (16 punti, 11 assists, 5 rimbalzi e 3 recuperi)


Tutti i loghi, marchi ed immagini riportati in questo sito appartengono ai rispettivi proprietari. Quindi tutti i diritti sono riservati ai loro proprietari. Copyright © 2003-2016 www.joeiverson.com | Tutti gli articoli e le biografie sono di proprietà degli autori.