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29/05/2014

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L.A. Clippers
L.A. Clippers

Mossa tattica di Sterling per la vendita del club

Nba

Clippers
29/05/2014 - Ventiquattro ore fa abbiamo riportato l’inversione di pensiero fatta registrare dall’owner dei Clippers, sempre al centro dello scandalo per i commenti razzisti nei confronti della comunità afro-americana, che è passato dal dare il proprio pieno appoggio alla moglie, nelle vesti di incaricata a vendere il club, a dirsi pronto “alla lotta all’ultimo sangue con l’NBA” per mantenere il controllo dei Bianco-Rossi.
Tale affermazione ha spaventato alcuni gruppi dei possibili investitori, probabilmente quelli con minor capitale, è secondo quanto trapela da gole profonde la mossa di Donald sarebbe proprio mirata a questo. Economicamente parlando, infatti, agli Sterling conviene senza ombra di dubbio raggiungere un accordo per la cessione del 100% delle azioni, clausola richiesta dalla NBA e alla quale Donald ha acconsentito nella sopracitata autorizzazione di vendita data alla moglie, prima del 3 giugno perché dopo il voto di “sfiducia” degli altri owner, basta il 75% dei voti contro (ma è atteso il 100%), Shelly ed il consorte non avranno più voce in capitolo nella transazione del club acquistato nel 1981 a 13.5 milioni di dollari ed oggi dal valore stimato di oltre 1 miliardo di dollari.
Inoltre Donald sa che il contratto siglato con l’NBA quando acquistò i Clippers nel 1981, a prescindere da quando affermato ieri, non permette replica davanti a nessun giudice dunque sta cercando di giocare al meglio le sue carte. In questo contesto la sua idea, sempre secondo fonti anonime, è quella di spaventare tutti i piccoli investitori (per essere considerati “papabili” all’acquisto dei Clippers – ovvero per partecipare all’asta – è richiesto il versamento di una cauzione pare a 300 milioni di dollari) in modo che restino solo le offerte più alte. A questo punto gli Sterling cercheranno di concludere loro la trattativa, ma se l’NBA dovesse arrivare con il voto di sfiducia e di fatto escluderli dalle trattative, allora si faranno da parte con in mano la lista di quelli che avrebbero potuto essere i potenziali acquirenti. L’NBA andrebbe a gestire la pratica e nel caso non dovesse pagare “abbastanza” i coniugi Sterling allora questi si rivolgeranno ad un avvocato e con prove alle mano (ovvero la sopracitata lista) accuseranno la lega di aver danneggiato l’asta con l’atto di vendita forzata. L’ufficio centrale della NBA continua a non commentare la notizia perciò attendiamo svolgimenti ufficiali.