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25/05/2014

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L.A. Clippers
L.A. Clippers

Gli Sterling, pronti a vendere i Clips all'asta, attendono l'NBA

Nba

Clippers
25/05/2014 - Ormai con le spalle al muro grazie al fascicolo di 30 pagine diramato dalla NBA in previsione del voto d’espulsione fissato per il 3 di giugno, del quale abbiamo parlato la scorsa settimana, Donald Sterling e la consorte Shelly (ricordiamo i due non sono mai stati divorziati) hanno cambiato “strategia” passando dalla battaglia legale per evitare di vendere il club alla vendita “volontaria” della franchigia.
L’idea degli Sterling prevede Shelly, il marito non può farlo in quanto bandito a vita da qualsiasi luogo e/o manifestazione legata alla National Basketball Association, a capo dell’operazione di messa all’asta delle azioni del club. La base asta sembra sarà fissata intorno agli 1.5 miliardi di dollari quindi saranno valutate tutte le proposte e vincerà quella più alta. Tale “manovra” (tanto i numeri quanto la possibilità che a condurla sia Shelly) deve essere ancora approvata dall’ufficio centrale NBA di New York, tuttavia ci sono buone possibilità che sia approvata, perché ,in questo modo, si eviterebbero mesi di battaglie legali ed il nome degli Sterling sarebbe disassociato da quello NBA in breve tempo (riportando cosi i riflettori dei mass media sul basket giocato piuttosto che sulle – tristi – vicende razziali). Una condizione ancora da chiarire, ma decisiva affinché l’NBA dia il benestare all’operazione, è la vendita di azioni da parte della signora Sterling. Come emerso nelle scorse settimane, infatti, Shelly non voleva vendere la propria quota di azioni (circa il 50%), tuttavia l’NBA, oltre a non riconoscerla come owner ed aver dimostrato che pure lei risulta coinvolta nei commenti razziali, vuole fermamente rimuovere il nome “Sterling” dai Clippers (e dalla Lega in generale) dunque considera prioritario che entrambi i coniugi vendano tutte le loro azioni.
Il primo ad appoggiare l’idea di una transazione completa è LeBron James in persona “Lei non dovrebbe più fare parte della propietà…. Le cose stanno andando come devono.” E’ il commento del quattro volte MVP a chi gli domanda il proprio parare sulla possibilità che a vendere il club siano gli Sterling. “Non vogliamo che questa storia continui ad aleggiare intorno al nostro sport. E’ stato un duro colpo. Giocatori, owner e chiunque associato a questo sport deve capire che non c’è spazio per cose simili. Quindi più in fretta si chiuderà tutto, prima riusciremmo ad andare avanti.
La notizia dell’imminente cessione, se pur non ancora ufficialmente divulgata/accettata dalla NBA, ha subito messo in moto gruppi di investitori interessati all’acquisto del club e due fra quelli più accreditati per vincere l’asta sono capeggiati da ex-giocatori NBA. Nel primo anno da “pensionato”, dopo 19 stagioni trascorse all’interno della NBA, Grant Hill, ex-uomo immagine dei Pistons di fine anni 90 (prima di spostarsi a Orlando e poi Phoenix), non ha perso tempo chiamando a se i miliardari Tony Ressler (co-fondatore di Ares Management e proprietario di minoranza dei Milwaukee Brewers) e Bruce Karsh (attuale owner di minoranza dei Golden State Warriors) per gettare le basi di una solida cordata di investitori con la quale presentarsi all’asta. Stessa idea pare averla avuta il gigante cinese Yao Ming, pure lui ritiratosi un paio d’anni fa, interessato all’acquisto dei Clippers. Altri nomi di potenziali acquirenti sono Steve Ballmer (ex-ceo Microsoft) e Magic Johson (con il suo gruppo di investitori Guggenheim). Restiamo in attesa di svolgimenti e soprattutto della conferma ufficiale NBA a riguarda della vendita all’asta dei Clippers.