Kerr: "Rose deve tornare per i compagni"; Chicago non approva
Bulls
Kerr, che poi ha ripreso l’argomento il giorno successivo ai microfoni di un’emittente radiofonica di Chicago, è sempre stato fra i sostenitori di Rose e della sua scelta di rimanere fermo sino a quando non sicuro al 100%, tuttavia l’ultimo match gli ha fatto cambiare idea. “Penso Derrick debba tornare perché a questo punto lo deve ai suoi compagni di squadra. Ho sempre sostenuto Derrick e la sua scelta di rientrare solo quando sicuro. Non mi rimangio le parole, ma due giorni fa ho cambiato idea. ” Esordisce il campione NBA con Chicago e San Antonio, proseguendo poi nella sua spiegazione: “Non deve giocare se non si sente bene fisicamente, ma se non lo fa perché non ha piena confidenza dei suoi mezzi, allora deve scendere in campo e giocare. Mi spiego. Se il motivo è: “non gioco perché non sto bene e c’è pericolo di ricaduta nell’infortunio” allora è giusto resti fermo. Ma se il motivo è: “Non ho ancora abbastanza confidenza ed ho paura” allora io gli direi: “Puoi darci 20 minuti del tuo tempo?” A questo punto Rose, che ha visto Noah e Hinrich giocare infortunati, penso inizi a farsi un esame di coscienza ed a sentirsi in colpa perché lui continua a restare fermo mentre gli altri scendono in campo infortunati.”
Ovviamente le parole di Kerr hanno raggiunto i Bulls che all’unisono (allenatore e giocatori) si sono stretti intorno al loro leader sostenendo la sua decisione di non giocare. “Derrick non deve niente a nessuno, deve solo fare cosa è giusto fare. ” Esordisce coach Thibodeau spiegando poi: “Più gli sto vicino e più sono impressionato dal suo carattere. Non si lascia influenzare da nessuno. Con lui siamo stati chiari fin dal principio: cercheremo di supportarlo in tutti i modi possibile. Da parte mia non ho mai avuto nessun dubbio su di lui. Mai.” Sugli infortuni che limitano un po’ tutto il roster, Thibodeau replica: “C’è una grossa differenza fra l’infortunio accaduto a Rose e quelli degli altri giocatori. Di sicuro apprezziamo tutto cosa gli altri ragazzi stanno dando, ma Derrick è passato per uno degli infortuni più gravi e delicati che possano accadere ad un atleta. Ci vuole tempo. Inoltre ha solo 24 anni e non abbiamo intenzione di fargli fretta.”
L’ultimo a prendere la parola è Hirnich che non condivide il punto di vista descritto da Kerr: “Noi non ragioniamo in quel modo. E’ un anno davvero molto difficile per Derrick ed io personalmente non sono mai passato per quel tipo di infortunio, ma come accaduto con gli altri non penso sia giusto dire alla gente come si deve sentire e cosa deve fare. Sappiamo che tipo di ragazzo sia e che tipo di compagno di squadra è. Quindi non abbiamo mai ragionato come detto da Kerr.”