03/01/2016 - Il coach dei Sacramento Kings George Karl ha messo a segno l'ennesimo record della propria carriera grazie alla vittoria sui Suns (ottava sconfitta consecutiva riportata in casa Phoenix). Per l'ex-coach di Bucks, Sonics e Nuggets si tratta della “W” numero 1.155 che lo proietta al quarto posto assoluto per vittorie come capo allenatore di un team NBA, a pari merito con il leggendario Phil Jackson.
Dietro al magistrale trionfo 142-119 (segnare 142 punti in un singolo match non è una cosa comune) c'è la prestazione di DeMarcus Cousins fatta da 32 punti e 9 rimbalzi decisiva per aiutare Karl a tagliare il sopracitato traguardo che porta George ad un record complessivo di 1.155-795, per ottenerlo Karl ha speso un totale di 27 anni come coach durante i quali, purtroppo, si è dovuto fermare due volte a combattere con un cancro. In entrambi i casi ne è uscito vincitore ed ora, a 63 anni, con la prossima vittoria sarà il quarto assoluto facendo scivolare al numero cinque l'undici volte campione NBA, oggi presidente dei Knicks, Jackson.
Per quanto questo traguardo personale possa essere importante, però, Karl preferisce concentrarsi sui risultati del team il cui record 13-20 riflette l'andamento altalenante del proprio team che a vittorie “imponenti” alterna umilianti sconfitte (vedi quella di recente ottenuta dal peggior team di quest'anno ovvero i Philadelphia 76ers).
“Il nostro record complessivo porta alla squadra parecchia suspance che nel mondo di oggi viene amplificata in modo pazzesco. Il team sinora ha fatto molto meglio di quanto le persone scrivono sui giornali nel più delle occasioni.” E' il primo commento di Karl che sul fatto di aver eguagliato Phil replica: “Festeggerò con una birra che avrà il sapore dello champagne. Va bene, è una cosa divertente che farò con la mia famiglia, mio figlio, mia figlia ed i miei figli acquisiti. Abbiamo già scherzato su questo argomento. Jackson, come detto prima, è una grandissimo coach, forse il migliore di sempre. Non so quale sia il mio record contro di lui, ma sicuramente non è dei migliori.” Conclude George che nel 1996 venne sconfitto proprio da Phil sul palcoscenico più importante del campionato (le finals Sonics-Bulls).