16/11/2015 - Essere coach nell'NBA richiede una grande dose di pazienza specialmente se la panchina che si allena è quella di un team in piena ricostruzione come possono essere i Philadelphia 76ers. A capo di questi ultimi troviamo Brett Brown ovvero uno degli assistenti risultato più longevo al fianco di Gregg Popovich. I due hanno trascorso dodici anni insieme in Texas.
Il passaggio dei Sixers a San Antonio, avvenuto nel week-end, ha quindi riportato Brown nel Lone Stare State dove Gregg Popovich ha voluto elogiare l'ex-collega per la pazienza che sta dimostrando: “Sinceramente penso che durerei meno di un mese. Non avrei la sopportazione necessaria.” Afferma il tre volte coach dell'anno (2002/03, 2011/12, 2013/14) Popovich. “Tanto di cappello a Brown che ama allenare il suo team.”
Nonostante fosse priva di Kawhi Leonard (infezione alle vie respiratorie) e Manu Ginobili (problemi muscolari) i cinque volte campioni NBA hanno dominato l'AT&T Center trionfando per 92-83. Complessivamente è stata la decima sconfitta consecutiva per il team della Città dell'Amore Fraterno che al momento resta l'unico di tutta la lega senza nemmeno una vittoria (0-10), riportando così alla mente il disastroso avvio di campionato 2014/15 (prima vittoria arrivata dopo 17 partite e record negativo sfiorato di un soffio – il peggior avvio di stagione risale ai New Jersey Nets del 2009/10 con 18 sconfitte filate).
Tornando a parlare di Brown la sua attuale squadra è ben diversa da quella che allenava a San Antonio (capace, fra le altre coese, di vincere il titolo nel 2007 con lui nel ruolo di assistente), ma Brett non si perde d'animo anche se non nega un po' di invidia: “Potrei sentirmi un po' geloso. Tutti vorrebbero quello che loro sono stati capaci di ottenere. Hanno fatto tutti i passi giusti per costruire un team vincente negli anni. La cultura degli Spurs è davvero una cosa grandiosa.”