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Atlanta Hawks
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Hawks al centro delle polemiche per razzismo

Hawks
10/09/2014 - Nelle ultime 48 ore gli Atlanta Hawks sono stati investiti da una “bufera” mediatica causa da commenti con impronta razzista che hanno portato l’owner Bruce Levenson a mettere in vendita la franchigia e il General Manager Danny Ferry alla sospensione.
Il tutto nasce da un’indagine voluta da uno dei proprietari di minoranza per un report, che poi si è scoperto essere stato stilato da Danny Ferry, nei confronti di Loul Deng. Durante tale indagine è venuta alla “luce” una mail inviata dal proprietario Levenson dove chiedeva al proprio staff di organizzare più eventi per la gente “bianca” poiché ad ogni partita, a parer suo, si trovavano in “minoranza” nello stadio. A tali commenti, sicuramente meno polemici e offensivi da quelli di Donald Sterling (ex owner dei Clips), si è poi aggiunta l’indagine su quanto affermato nei confronti di Deng.
Inizialmente, su quest’ultimo punto, era stata riportata solo una frase nei confronti dell’ex-Bulls, “Ha un piccola parte di Africa in lui”, facendo sembrare il caso molto più grave di quanto sia realmente. La frase, infatti, era parte di un report tecnico stilato dal General Manager Danny Ferry nei confronti di Deng. Nella sua completezza possiamo leggere: “ha un po’ di Africa in lui. Non nel senso cattivo, è una persona con il potenziale di gestire una boutique nel centro della città, ma invece preferisce vendere roba contraffatta nel retrobottega”. Il diretto interessato, Deng, non ha tardato a rispondere: “Sono orgoglioso di dire che in realtà ho davvero molta Africa in me. Non solo un po’. Per tutta la mia vita, la mia identità è stata fonte di orgoglio e forza. Fra i miei amici, in famiglia, nella mia nazione, nel sud del Sudan e per tutto il mondo, io mi sono sempre reputato molto fortunato a fare cosa amo per vivere ed allo stesso modo rappresentare le mie origini su un palcoscenico importante. Sfortunatamente i commenti a riguardo delle mie origini, questa volta, non sono stati citati nel modo giusto.” Magic Johson, coinvolto in prima persona nello scandalo Sterling-Clips, si è immediatamente schierato al fianco di Deng chiedendo la sua “testa”.
Tuttavia la richiesta di Magic è stata respinta. In favore di Denny, infatti, si sono schierati tanti personaggi di colore famosi nella storia della NBA a partire da Wayne Embry ovvero il primo general manager di origini afro americane di tutta l’NBA. Inoltre Steve Koonin, l’attuale CEO del gruppo Hawks, ha rimarcato come l’affermazione di Ferry sia davvero distante con quanto accaduto ai Clips ed inoltre risulti una rarità. “Lo studio legale incarico di fare luce sulla vicenda ha analizzato più di 24 mila documenti fra cui tutte le mail ed i messaggi che ha inviato Danny Ferry alla propria dirigenza. Sono stati fatti anche 19 colloqui e non è stato trovato niente d’altro.” Esordisce Coonin in una dichiarazione stampa ufficiale e prosegue: “Ho deciso di appoggiare quanto consigliatomi dallo studio legale. Capisco le emozioni e che la gente tenda a farsi trascinare da esse. Ma se giudicassimo le persone solo in base a quello che vuole la folla in un determinato momento, allora non esisterebbe un sistema giudiziario. Ho ascoltato con molta attenzione quanto mi ha detto lo studio legale perché loro conoscono la situazione ed hanno fatto il lavoro. Appoggio la loro decisione e non ho problemi a conviverci.
Danny Ferry si è già incontrato con tutta la dirigenza e la squadra chiedendo scusa per quanto affermato. Al momento non si consoce ancora in dettaglio la sanzione che gli sarà inflitta dagli Hawks.