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L.A. Clippers
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NBA e NBPA unite: nessun Sterling a capo dei Clips

Clippers
11/05/2014 - La vicenda legata ai commenti razzisti rilasciati da Donald Sterling ha avuto un momento di pausa nell’ultima settimana anche se gli uffici NBA sono sempre attivi per capire come indirizzare il futuro della franchigia. Inizialmente, come avevamo riportato, l’idea più plausibile era la liquidazione di Sterling dalle vesti di owner (previa votazione) con l’acquisto della squadra da parte della NBA che avrebbe posto un proprio CEO a capo del club in attesa di trovare un nuovo acquirente. In questo caso l’attesa sarà breve perché sono già circolati diversi nomi di miliardari disposti ad entrare nel business NBA.
Lo scenario, però, è stato messo in “stand by” dalla ex-moglie di Sterling, ovvero la signora Shelly, la quale detiene il 50% delle azioni dei Bianco-Rossi e non ha alcuna intenzione di vendere il proprio pacchetto di quote. Shelly si è da subito schierata al fianco della Lega condannando senza mezzi termini le parole del marito e collaborando tanto nel privato quanto nel pubblico al fianco della NBA affinchè fossero prese le necessarie “contro misure” nei confronti dell’ex-consorte. Attualmente, con Sterling ed il presidente Roeser fuori da giochi, occupa anche il ruolo di owner e dal momento che non vuole vendere le propri azioni si era proposta come acquirente numero uno della parte intitolata al marito.
Oltre al proprio “volere”, però, Shelly Sterling deve ottenere anche e soprattutto il benestare da parte del comitato Owner NBA il quale, da regolamento, è chiamato a votare “favorevole/contrario” ad ogni cambio di proprietà, dunque il potenziale nuovo owner diventa tale solo se (ovviamente) riesce ad ottenere il 51% dei voti favorevoli per acquistare il club.
Nel caso della signora Shelly, nonostante non sia stata coinvolta in nessun modo con le “gesta” del consorte, il voto sarebbe sicuramente sfavorevole perché l’NBA vuole scindere definitivamente il nome Clippers da quello Sterling. Ed i giocatori, come fatto sapere da Magic Johnson sulle colonne del quotidiano USA TODAY, sono della stessa opinione: “Nessuno dei ragazzi sarebbe disposto ad indossare la divisa per qualcuno che si chiami Sterling. E’ come stanno le cose. E’ dura separare le due cose e sarebbe davvero difficile farlo capire a tifosi e giocatori.” Della stesso avviso è James Jones, guardia dei Miami Heat e tesoriere della NBPA (sindacato giocatori) : “No, non sarebbe qualcosa di accettabile per noi.” Afferma Jones per commentare l’ipotesi di vedere la signora Sterling a capo dei Clips. “Questa è la nostra opinione e non è cambiata e non vuole cambiare.
A questo punto sorge spontanea una seconda domanda: come farà l’NBA ad acquistare e rivedere la franchigia dei Clippers, se la signora Shelly ne detiene il 50 % quindi può bloccare qualsiasi operazione? L’NBA, la settimana scorsa, ha trattato anche tale questione. In passato Donald Sterling non ha mai sottoposto alla commissione NBA degli owner di votare favorevole/contrario all’ingresso di sua moglie come proprietario di una franchigia (alle riunioni andava solo e sempre lui) dunque il fatto che a lei siano intestate il 50% delle azioni del club, non la rende automaticamente proprietaria ed infatti nell’organico dei Bianco-Rossi risulta “amministratore alternativo”. Questo, secondo l’NBA, è a sufficienza per metterla fuori da giochi. Com’è facile immaginare difficilmente ci sarà una risoluzione “amichevole” fra le parti, famiglia Sterling ed NBA, dunque è attesa una battaglia “legale” per stabilire il futuro dei Clips.