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Terremoto a L.A.: Kobe ko, a rischio la sua carriera

Lakers
13/04/2013 - La sfortuna e le delusioni sembrano destinate a non finire mai peri i tifosi dei Lakers che in queste ore stanno apprendendo una notizia a dir poco allarmante: la carriera di Kobe Bryant potrebbe essere giunta al termine.
In stampelle, con lo sguardo triste e le lacrime agli occhi Kobe Bryant ha confermato la gravità dell’infortunio avvenuto nel match di ieri sera fra Lakers e Golden State Warriors. Determinato a dare il massimo per portare i Giallo-Viola alla vittoria in modo da mantenersi a distanza di 1 punto percentuale sugli Utah Jazz e quindi accedere ai playoffs (ricordiamo che Utah, in caso di pareggio con Lakers, farebbe la post-season perché ha vinto più match diretti), Kobe è rimasto in campo per ogni minuto a partire dalla palla a due risultando decisivo soprattutto con le sue triple (back to back) che a -3.45 dallo zero assoluto hanno portato il tabellone in parità. L’infortunio, purtroppo, era dietro l’angolo: 40 secondi circa più tardi, a -3.08, il Black Mamba ha cercato di bypassare la difesa di Barnes, ma senza che nessuno lo toccasse è finito al suolo da dove è stato in grado di rialzarsi solo con l’aiuto dei colleghi e con grosse difficoltà. Dopo il time-out di rito è rientrato per tirare due liberi quindi ha preso l’ingresso dello spogliatoio da dove non ha fatto più rientro. I suoi colleghi sono stati capaci di vincere, ma il trionfo non è stato festeggiato da nessuno.
Ho fatto quel movimento milioni di volte, ma questa volta ho sentito un pop. Speravo non fosse quello che invece ho subito immaginato fosse.” Afferma Mr. 81 che per sicurezza ha voluto chiedere a Barnes se per caso lo avesse toccato o calciato facendogli perdere l’equilibro. Barnes ha dato risposta negativa. “Ho provato a camminarci sopra sperando andasse a posto. In modo da ritornare, ma non sono stato cosi fortunato.” Il responso dei medici, i quali nelle prossime ore sottoporranno Bryant all’esame della risonanza magnetica, è la lacerazione del tendine d’Achille ovvero uno degli infortuni più gravi e delicati che possano capitare ad un giocatore.
Esame risonanza magnetica, intervento chirurgico e riabilitazione.” Afferma Bryant a chi gli domanda di illustrare i suoi prossimi passi. “Nello spogliatoio ero davvero stanco. Stanco e spossato da questo tipo di infortunio che ho subito visto come una montagna impossibile da scalare. Si tratta di un processo lungo e non ero sicuro di potercela fare. Poi sono arrivati i miei figli e allora ho iniziato a pensare: ‘Devo dare loro il buon esempio. Papà starà bene e recupererà’. Posso farcela. Lavorerò duramente e recupererò.
Come detto qualche riga sopra si tratta di uno degli infortuni più gravi e delicati i cui tempi di recupero variano da persona a persona ed in alcuni casi, soprattutto quando avvengono a giocatori non proprio giovanissimi, hanno anche causato la fine della carriera. Appartengono a quest’ultimo scenario due leggende come Charles Barkley e Shaquille O’Neal. Più fortunati, dopo circa 8/12 mesi di stop sono riusciti a tornare in campo, i casi di Chauncey Billups e Elton Brand.
Non ho mai dovuto affrontare una situazione simile.” Ha detto Bryant andando poi a concludere l’intervista: “Si tratta di una nuova esperienza. Ci sono stati altri giocatori che sono passati per questo infortunio, quindi l’unica cosa che posso fare e vedere cosa hanno fatto e capire qual è la strada migliore per tornare in campo nel più breve tempo possibile e completamente recuperato.
Nelle prossime ore Kobe si sottoporrà alla risonanza magnetica per conoscere lo stato reale della lacerazione. In ogni caso salterà le ultime partite dei Giallo-Viola compresi gli eventuali, se saranno in grado di arrivarci senza di lui, playoffs.