07/11/2012 - Le critiche di Monty Williams in riferimento alle regole in vigore sulle commozioni cerebrali, di cui abbiamo parlato l’altro giorno, hanno raggiunto l’ufficio della NBA che è subito intervenuto non riflettendo sulle parole di Williams, ma multandolo di 25.000 dollari. Ricapitolando l’accaduto Williams aveva “accusato” l’NBA di aver introdotto regole troppo “severe” per quanto riguardava le commozioni alla testa per copiare quanto fatto dalla NFL e della NHL (rispettivamente le leghe professionali di Football e Hockey – dove i colpi alla nuca sono molto più frequenti) e non per il reale bisogno dei giocatori. La frustrazione di Williams nasceva da quanto accaduto a Anthony Davis costretto a restare a NOLA, nonostante si sentisse pronto a scendere in campo, perché l’NBA vieta ai giocatori di ritornare in campo e/o di prendere l’aereo se non dopo un certo periodo di tempo e (ovviamente) il nulla osta dei medici. Monty, prendendo d’esempio il vecchio regolamento, si era domandato se le nuove policy non fossero troppo “strette” affermando: “. Nella mia carriera ho subito di sicuro quattro o cinque commozioni ala testa, ma non hanno avuto alcun effetto su di me. L’Nba non dove proteggere i suoi giocatori a livelli estremi, questa non è l’NFL. Non vieni colpito sovente alla testa e non penso ci voglia molto a capirlo.”. Dopo la multa né l’NBA e tanto meno Williams sono tornati sull’argomento, ma secondo una fonte anonime il commento poco “piaciuto” a Stern e soci è stato il seguente “ L’altra sera Davis è stato leggermente toccato, accade un sacco di volte nel basket, ma il regolamento tratta tutti con i guanti bianchi e come se fossero delle signorine. Questa è la lega di oggi. Sono degli uomini. Ma la lega li tratta come fossero bambini di 5 anni.”