02/05/2012 - Il modo in cui si era concluso lo scorso campionato (eliminazione al primo turno nonostante risultassero il miglior team della Western Conference) e il difficile avvio di stagione 2011/12 (12 trionfi -9 sconfitte ) aveva fatto nascere in molti l’idea che l’era del Big Three targato San Antonio (ultimo titolo raggiunto nel 2007) fosse definitivamente giunta al capolinea. Nonostante queste voci e infortuni a giocatore chiave (come Manu Ginobili) coach Popovich non ha battuto ciglio proseguendo nel proprio lavoro di indottrinare le giovani leve ( Dejaun Blair, Daniel Green, Kawhi Leonard) ed inserire negli schemi i veterani neo-acquisti (Boris Diaw, Stephen Jackson) facendo ruotare il tutto intorno a Parker (secondo alcuni meritevole del trofeo di MVP), Duncan e Ginobili (quando disponibile). Il risultato del lavoro dell’ex-agente CIA è stato a dir poco stupefacente dal momento che una volta trovato il giusto equilibro i Nero-Argento sono diventati praticamente invincibili come testimoniano le appena 7 sconfitte riportate nelle ultime 45 partite. Con un record complessivo di 50-16 i Texani sono schizzati ai vertici della Western Conference riuscendo di nuovo a vincerla nonostante la presenza dei “caldissimi” Oklahoma City Thunder. Un risultato di tale portata non passa indifferente all’opinione pubblica di tifosi ed addetti ai lavori e oggi proprio questi ultimi hanno deciso di premiare Popovich per gli obiettivi raggiunti eleggendolo “Coach of the Year 2012”. Con 77 prime preferenze l’allenatore degli Spurs (467 punti) ha staccato di oltre 150 punti il secondo classificato Tom Thibodeau dei Bulls ( 315) e quasi triplicato Frank Vogel dei Pacers (161 punti). Per Popovich si tratta del secondo trofeo di Allenatore dell’anno dopo il primo che risale al 2002/03. Nonostante la sua bacheca (dove troviamo anche 4 anelli da campione NBA) sia sempre più “piena” Greg continua ad essere quello di sempre: “Quando ti capitano dei draft da dove puoi prendere giocatori come David Robinson e Tim Duncan allora ti assicuri un paio di decadi di successo.” Spiega il diretto interessato appresa la notizia della vincita del trofeo. Poi conclude: “ Quindi diventa difficile prendermi tutti i meriti quando passi attraverso a situazioni del genere.”