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27/11/2008

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New York Knicks

Marbury-Knicks: e' guerra aperta

Knicks
27/11/2008 - Le parole rilasciate ieri da Quentin Richardson nei confronti di Marbury sono state il preludio di quanto avvenuto oggi ovvero la decisione presa dalla dirigenza dei Bianco-Arancio di multare Marbury di 400.000 dollari, di sospenderlo per una partita e (stando a fonti anonime) di allontanarlo dalla squadra a tempo indeterminato. L’ex-asso di Coney Island, per chi ancora non lo sapesse, nell’ultima settimana, stando a quanto riferito da D’Antoni, ha rifiutato di scendere in campo per i Knicks, lasciando cosi’ i suoi compagni (decimati dagli infortuni) in netta inferiorita’ numerica rispetto agli avversari . Il presidente Donnie Walsh, recatosi a Indianapolis (dove viva la sua famiglia) per il week-end del Giorno del Ringraziamento, commenta con un comunicato stampa la propria decisione: “Si tratta di giocatori professionisti e quindi quando un giocatore riceve una chiamata dal proprio coach, salvo impedimenti, deve rispondere in modo positivo. Dal momento che Marbury non ha voluto collaborare con la squadra, non possiamo fare altro che prendere provvedimenti disciplinari.” Il numero 3 dei Knicks non tarda a riempire le pagine del New York Post con la propria risposta alle accuse della dirigenza: “La nostra relazione termina qui. Il matrimonio e’ finito. Anzi era finito ancor prima di iniziare” E’ il commento “a caldo” sul suo rapporto con D’Antoni. “All’avvio del training camp io mi sono fatto trovare al 100% e in perfetta forma fisica per essere parte della nuova squadra, ma D’Antoni aveva gia’ deciso tutto ed infatti mi fu detto: ‘Non c’e’ bisogno di te. Non ti vogliamo in squadra. Non fai parte dei piani.’ Io risposi ‘ok’ e vi posso assicurare che dalla mia bocca non e’ mai uscita la frase: ‘non voglio scendere in campo.’ Non so chi abbia diffusa la notizia, ma e’ falsa. Comunque poco importa perche’ oramai non credo piu’ ad una parola di D’Antoni. Non gli affiderei nemmeno il mio cane da portare a spasso.” Mentre su quanto affermato da Quentin Richardson (“non considero piu’ Marbury un nostro compagno di squadra”) Stephon e’ piu clemente e afferma: “Quentin non ha idea di cosa sta accadendo fra me e la dirigenza. Pero’ mi dispiace la pensi in quel modo.