Home page & Nba News
Albi d'oro, All-Nba Team e Biografie
Salari e curiosità sulla Nba

Archivio News Squadre


Miami Heat

Wade spara a zero sulle richieste NBA

Heat
17/10/2011 - In attesa dell’incontro di domani tra NBA e NBPA, a cui prenderà parte anche un funzionare del governo Statunitense nelle vesti di “mediatore”, Dwyane Wade incontra la stampa per far conoscere il proprio punto di vista sull’argomento lock-out.
Secondo il numero 3 degli Heat (architetto del Big Three targato Miami in quanto decisivo nel convincere LeBron James e Chris Bosh ad unirsi a lui in Florida) la possibilità che tutte e 30 le franchigie ogni anno inizino con la stessa chance di vincere il titolo è una situazione “irreale”. Tuttavia alcuni owner la usano come scudo per voler inserire “pesanti” modifiche all’attuale regolamento, ad esempio l’inserimento del salary cap rigido o l’innalzamento del salary cap, in quanto decisi a “vendicarsi” di come si è comportata Miami nella scorsa off-season.
Wade non aggiunge altre informazioni (i nomi degli owner potenzialmente coinvolti) alla propria teoria, ma piuttosto ricorda come ogni giorno in più di sciopero significhi meno tifosi: “Più a lungo andrà avanti e sempre meno saranno i tifosi disposti a seguire l’NBA.”. Inoltre l’MVP della finale 2006 vuole mettere un accento sul modo in cui si sta comportando l’NBA e su come invece si comporti l’NBPA. Continuando a lamentarsi la Lega passa agli occhi dell’opinione pubblica come la parte lesa mentre i giocatori, che pubblicamente non si compiangono, passano per essere la causa di tutti i problemi. “Non abbiamo fatto grosse lamentele in pubblico. Anzi, non le abbiamo proprio mai fatte mentre l’NBA continua a fare uno splendido lavoro nel lagnarsi in pubblico. Probabilmente non rendendo pubbliche le nostre preoccupazione e lamentele ora la gente non conosce il nostro punto di vista.” afferma Wade che in uno dei tanti incontri delle passate settimane era stato ripreso verbalmente (il tutto a porte chiuse) da David Stern causando non poche polemiche tra i giocatori (secondo alcune fonti molti di essi erano pronti a fare le valigie e lasciare le trattative). “Lasciamo che gli owner e la NBA dicono di voler rendere ogni team competitivo. Vogliamo che ogni team abbia le stesse opportunità di vincere ad inizio campionato” prosegue Dwyane che poi espone la propria teoria: “Se mi dite che le aziende ed i mercati di tutto il mondo lavorano tutte sullo stesso piano allora non avrò problemi a mostrare che state mentendo. E’ una bugia perché ci sono alti e bassi ovunque. Questo è il gioco. Alcuni mercati sono più grandi e altri sono più piccoli. Per quanto mi riguarda non ha senso dare a tutti i team la stessa possibilità di vincere perché non dipende dalla possibilità, ma da come la si gestisce. Questo è il motivo per cui penso che il vero problema sia il management delle squadre e non le regole. Piccoli mercati hanno vinti dei titoli. Prendete ad esempio San Antonio: è un piccolo mercato con 4 titoli negli ultimi 10 anni. Pensando a loro viene difficile immaginare cosa intenda disciplinare l’NBA con le nuove regole. Secondo il mio punto di vista bisogna essere più realistici e cercare obiettivi concreti. Al momento, però, owner e NBA non lo stanno facendo.