Lakers: niente Three-Peat e Jackson pronto al ritiro
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Come accaduto nel 2004, quando L.A. venne battuta in finale dai Pistons e Jackson si ritirò per un paio d’anni, il coach più vincente della storia NBA si è recato in conferenza post-partita insieme ai suoi figli e li ha scherzato con i cronisti: “Non vi ho ancora dato risposta? Pensavo di si.” dice a chi gli chiede se si fosse davvero trattato dell’ultimo match. Però Jackson, al contrario del 2004, in conferenza stampa si è mostrato rilassatissimo e quasi in pace con la sua scelta confermata poi d Mitch Kupchack. Rientrato a L.A. il General Manager afferma: “Penso questo sia tutto da parte di Jackson. Ci siederemo di sicuro ad un tavolo per discutere, ma sino ad oggi non ha mai dato la minima impressione di voler cambiare idea sull’idea del ritiro.” Con l’ex-coach dei Bulls 6 volte campioni NBA fuori dall’organico, ovviamente, la domanda e chi sarà il suo successore con Brian Show nelle vesti di nome più gettato (da circa 5 anni al fianco di Jackson, tra l’altro molto amico di Bryant, Show viene considerato il suo naturale successore). A tale riguardo, però, Kupchack non si sbilancia: “Non ci sono state tantissime occasioni reali in cui ho davvero avuto il tempo di riflettere su chi fosse il suo successore. Dunque eviterei ogni discussione perché al momento non sarebbe basata su nessuna riflessione.” Non arriva nessun commento nemmeno sulla voce che dà i Lakers pronti a cedere Odom e Bynum per Dwight Howard degli Orlando Magic.
Alla notizia dell’addio di Phil hanno reagito pure i giocatori dei Lakers partendo da quelli che hanno trascorso quasi tutti la loro carriera con lui: Derek Fisher e Kobe Bryant. “Forse ci vorranno 12, 24 o 36 ore prima che tutti abbiano tempo di riflettere in modo da rendersi conto che siamo stati allenati dal miglior coach nella storia del basket pro degli ultimi decenni. Sarà dura abituarsi con il sistema del suo successore.” commenta Fisher dando poi voce alla storia vissuta al fianco di Jackson: “Ho vissuto al fianco di Phil per tantissimi momenti importante della sua carriera. Ho sempre cercato di dare il massimo per ripagarlo del lavoro svolto con questa franchigia, per la città e per la squadra anche se, per quanto mi sia sforzato, non penso ci sia modo di ripagarlo abbastanza. Non ci sarà mai nessuno come lui e qualsiasi altro allenatore arriverà sentiremo la sua assenza a bordo campo. Adesso, però, non è il momento di essere tristi perché vogliamo sia felice. Merita di essere accompagnato sulla via del tramonto perché faccia del resto della sua vita ciò che più desidera. Lo merita e da parte nostra gli saremo grati per sempre.” Bryant, come Jackson, molto rilassato nonostante la sconfitta dichiara: “Phil… E’ dura, almeno per quanto mi riguarda, dichiarare cosa ha fatto per me. Sono cresciuto sotto di lui. Il modo in cui mi approccio alle cose, il modo in cui penso e non parlo solo del basket, ma anche nella vita in generale. Tantissimi suggerimenti mi sono arrivati direttamente ed indirettamente da lui perché abbiamo lavorato insieme per anni. Quindi ora mi spaventa un po’ pensare a quale sarà il mio futuro nella prossima stagione.”