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Noah ai ferri corti con la dirigenza dei Bulls: quale sarà il suo futuro?

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14/01/2016 - Sembrano essere passati ormai degli anni da quando Joakim Noah, membro inamovibile del quintetto base dei Bulls, caricava compagni e tifosi con la sua grinta ed energia (soprattutto nella propria metà campo) che sembravano inesauribili. Tuttavia l'arrivo di Fred Hoiberg sulla panchina di Chicago, avvenuto solo la scorsa stagione, ha stravolto il ruolo dell'ex-Florida Gator il cui minutaggio risolto inferiore addirittura alla stagione d'esordio nella NBA.
Hoiberg, deciso a migliora l'aspetto offensivo dei “Tori”, ha optato per declassare Noah da titolare a panchinaro mettendo Nikola Mirotic al fianco di Pau Gasol nello starting line-up. Tale scelta, secondo fonti anonime del quotidiano Chicago Sun-Times, non sarebbe mai stata gradita dal diretto interessato che “non ha mai cambiato la propria mentalità di titolare” e di conseguenza “non è di sicuro un fans del lavoro di Hoiberg”. Ufficialmente il figlio del noto tennista non commenta la decisione del proprio allenatore il quale, sfortunatamente per Noah, pubblicamente riscuote consensi. Infatti nelle nove partite di assenza di Joakim (messo ko da problemi alla spalla) i Bianco-Rossi hanno applicato alla lettera gli schemi del nuovo coach mettendo a referto un record complessivo di 7 vittorie e 2 sconfitte. Inoltre i Bulls, mettendoli a confronto con quando Noah si trovava sul terreno di gioco, hanno segnato 4.1 punti in più su una valutazione di 100 possessi. Come se non bastasse, a “testimoniare” contro la sua presenza da titolare, il rientro in azione dell'ex-Florida, caso vuole, coincide con la fine di una striscia positiva di sei trionfi consecutivi e l'inizio di una negativa fatta da 3 “L” filate.
A questo punto la dirigenza dei Tori, sempre basandosi su quanto riportano fonti anonime del sopracitato quotidiano, confida che il giocatore di passaporto Franco-Statunitense, cifre alla mano, accetti il ruolo richiestogli dall'allenatore, ma l'atleta non sembra essere propriamente d'accordo. Giunto a nove anni di carriera, due partecipazioni al All-Star Game, un inserimento nel primo quintetto ideale NBA 2004 ed un titolo di difensore dell'anno datato appena 2014, Joakim, sembra tutto tranne che deciso ad accettare il ruolo di panchinaro.
Dal punto di vista puramente contrattuale Noah, visto il malcontento generale, si trova nella posizione migliore per cambiare aria dal momento che il suo ingaggio (di 13.5 milioni di dollari per il 2015/16) andrà in scadenza il prossimo giungo e quindi Chicago, se davvero determinata a non rivedere i propri piani, potrebbe decidere di scambiarlo prima della chiusura del mercato piuttosto di perderlo in cambio di nulla. A livello individuale, però, Jakim si trova nel peggiore anno della sua carriera: il minutaggio, già citato, è il più basso di sempre, i punti non sono un fattore (4.3), la percentuale dal campo è bassa (38.2) ed inoltre “vanta” 2.7 palle perse ogni 36 minuti. Per concludere il “curriculum”, come già scritto, proviene da oltre 10 partite di stop causa infortunio. Restiamo in attesa di svolgimenti (o dichiarazioni dai diretti interessati) per sapere se l'avventura di Noah come giocatore dei Bulls è giunta al capolinea.