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Portland Trail Blazers
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New Orleans Pelicans
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L.A. Clippers
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San Antonio Spurs
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Golden State Warriors
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Nba Playoffs 2015: le otto finaliste dell'ovest

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17/04/2015 - Golden State Warriors – All'incirca dodici mesi fa la dirigenza dei Warriors decise di stringere la mano e salutare coach Mark Jackson. La scelte generò non poche polemiche perchè Jackson nel 2013 era stato in grado di dare un'identità al team, riportarlo ai playoffs e superare il primo turno. Nel 2014, però, la cavalcata dei “Guerrieri” si era arrestata agli ottavi di finali e le frizioni con una parte dello spogliatoio portò la dirigenza alla decisione dell'addio. Steve Kerr, scartata l'offerta Knicks, si insediò nella Baia con due “spettri” da affrontare: il primo anno su una panchina NBA e l'inevitabile paragone con il predecessore. Alle sue dipendenze Curry (candidato MVP), Thompson, Iguodala & Co. hanno iniziato il campionato con il piede sull'acceleratore, da dove non l'hanno mai tolto. I detrattori sono sempre dietro l'angolo (discorso analogo per gli Hawks, ovvero l'aver “sfruttato” troppo i giocatori in campionato rischiando di averli privi di energia nella post-season), ma senza ombra di dubbio Kerr è il candidato numero uno per il trofeo di coach dell'anno e la stagione 67-15 (campioni della Western Conference) è già passata agli albi d'oro della franchigia. La loro missione e le aspettative sono quelle di vederli arrivare sino in fondo. Impresa come sempre non facile nella Western.

New Orleans Pelicans – Il “mono-sopracciglio” Davis, come viene chiamato da molti tifosi, nel giro di tre stagioni ha fatto completamente dimenticare l'addio di Chris Paul. Solo tre anni fa, infatti, gli allora Hornets chiudevano con un bilancio dove le “W” si fermavano a quota 21 ed il futuro pareva tutto tranne che splendente. Nell'attuale campionato le vittorie sono cresciute sino a quota 45 che sono valse ai Pellicani la qualificazione (giunta nell'ultima giornata di campionato) per i playoffs a discapito degli Oklahoma City Thunder (ricordiamo OKC aveva “adottato” gli Hornets proprio nell'era Paul in seguito all'uragano Catrina del 2008).
Davis ha anche sciolto anche tutti i dubbi sulla capacità di essere un vero leader. Capace di incrementare i suoi numeri stagione dopo stagione, Anthony, è diventato l'uomo franchigia dei Pellicani che hanno scommesso sui giocatori “giusti” (vedi Evans, Gordon o Anderson). Il 2015 sarà il loro “battesimo” ai playoffs che potrebbe risultare l'inizio di una nuova dinastia.

Memphis Grizzlies – Gli ex-canadesi della British Columbia continuano a confermarsi una presenza nella post-season anche se l'ultima apparizione non era stata delle migliori. Qualificati con il numero sette, nel 2014, erano stato eliminati dai Thunder in sette partite. Di sicuro non il risultato sperato dai Grizzlies che nel 2013 avevano tagliato il traguardo più alto della loro storia con le Finali di Conference (spazzati vai dagli Spurs). Il nucleo del team resta sempre fedele (il trio Gasol-Randolph-Conley) e nonostante siano arrivati quinti avranno il fattore campo a discapito dei quarti (ovvero i Blazers con record più bassi, ma campioni della loro division). In estate le due “torri” (Zach e Marc) saranno entrambi fee-agent e se la corsa ai playoffs non dovesse dare i risultati sperati, potrebbero iniziare a guardarsi in giro (il che non escluda un possibile non-rinnovo da parte della dirigenza).

Portland Trail Blazers – Gli infortuni continui a Kevin Durant hanno messo in crisi i Thunder e permesso rapidamente ai Blazers di posizionarsi ai vertici della propria division e chiuderla da campioni (Jazz, Nugges e Wolves non sono mai entrate in discussione per il titolo). Dimenticate le “tristi” storie di Roy e Oden (ko per problemi fisici) il team trascinato dalla coppia Lillard-Aldridge per il secondo anno di fila chiude con più di 50 vittorie. Nel 2014 eliminarono i Rockets nonostante il fattore campo avverso per poi cedere il passo ai futuri campioni di San Antonio (4-1). Nella sfida contro gli Spurs a mancare fu soprattutto l'esperienza che invece in “casa” Popovich abbondava e tutt'ora abbonda. Ancora una volta, tornando ai giorni nostri, i Rosso-Neri partono con il fattore campo a sfavore, ma i tifosi dell'ex-Rose Garden (ora Moda Center) sono comunque pronti a sostenere a gran voce (non a caso fra i più “rumorosi” della lega) i beniamini di casa per tutta l'avventura playoffs 2015.

Los Angeles Clippers – Rapidamente scomparsa la rivalità con i Lakers, sprofondati negli abissi della classifica, il campionato dei Clips è stato messo in ombra dall'esplosione dei sopracitati Golden State. I Warriors, già dall'altranno uno dei principali “nemici” dei Clips, si sono insediati ai vertici non solo della Pacific Division, ma di tutta la Western Conference ed il “secondo” team di Los Angeles non è mai riuscito a tenere il passo dei diretti avversari. Con un “core” team identico a quello dell'anno scorso i Clippers hanno replicato il record, a dire il vero una vittoria in meno, ma di sicuro i Bianco-Rossi potranno disputare dei playoffs più “tranquilli” e con più concentrazione di quanto invece accaduto 12 mesi fa. Proprio in questo periodo, un anno fa, infatti il club di Los Angeles veniva investito dallo scandalo Sterling (ovvero i commenti razzisti registratati dalla fidanzata/escort dell'owner miliardario in direzione Magic Johnson e la comunità afro americana in generale). Tale evento destabilizzò, e non poco, l'attenzione dei mass-media nei confronti del Club. Il test iniziale contro gli Spurs, di questa edizione 2015, sarà un banco di prova importante per capire fino a dove potrà arrivare il team di coach Rivers.

San Antonio Spurs – Campionato “anomalo” quello degli Spurs che per oltre metà stagione hanno mantenuto un basso profilo ovvero nessuna striscia di vittorie sensazionale ed in fatti il record finale di 55-27 si è ridotto di sette unità rispetto a quello del 2013/14. Quello che i numeri non dicono, però, è l'incredibile aumentò d'intensità messa in campo da Duncan e compagni nella parte finale di stagione. Dal 15 Marzo al 15 Aprile 15 trionfi (di cui 11 consecutivi) e appena 4 sconfitte ovvero un ottimo biglietto da visita per i playoffs dove i “vecchietti” cercheranno di ripetere l'impresa dell'anno scorso. In tema “anni passati” il precedente Spurs-Clips più vicino a noi in ordine di tempo è quello avvenuto nel 2012: semi finali di Conference con dominio San Antonio (4-0). I Clips di oggi sono completamente trasformati (nello spirito e nella rosa), ma il solo Duncan vanta più esperienza a livello post-season di tutto il team avversario.

Houton Rockets – James Harden, considerato con Curry un serio candidato a ricevere il premio di MVP 2015, prosegue nella sua crescita di leader e gli anni in cui faceva da spalla al duo Durant-Westbrook sono ormai nel dimenticatoio. Oltre alla barba, per la quale era già famoso, Harden è diventato icona di impegno, dedizione e sopratutto vittorie. Capace di mantenere il rendimento del team elevato anche in assenza di Howard (ora comunque recuperato), Harden, ha portato i Rockets al secondo posto nell'infuocatissima Western Conference (dove una sconfitta di troppo avrebbe permesso a San Antonio di chiudere seconda e vincere la South-West Division). Era dai tempi di Hakeem Olajuwon, con tutto il rispetto nei confronti di Yao Ming, che i tifosi di Houston non si preparavano ad una post-season con delle aspettative cosi elevate. Il progetto iniziato appena due anni fa (quando Dwight preferì Houston a Los Angeles ed in chiusura di mercato 2012 arrivò proprio Harden) sta dando i frutti sperati ed i Rockets, dopo l'eliminazione a sorpresa dell'anno scorso (fattore campo sovvertito), vogliono mostrare al mondo che fanno sul serio arrivando fino in fondo.

Dallas Mavericks – Campionato enigmatico quello dei Mavs come del resto lo è il rapporto fra Rondo e Carlisle. Ad un avvio non dei più brillanti Cuban, sul record di 18-8, non ebbe dubbi ad acquistare Rajon dai Celtics e l'innesto dell'ultimo elemento del Big Four targato Boston sembrò andare alla perfezione. Il 21 Gennaio il record della Big D indicava 30 vittorie e 13 sconfitte. Alle prime sconfitte seguirono i primi “screzi” fra Rondo ed il suo nuovo allenatore che toccarono l'apice verso la fine di Febbraio quando Carlisle sospese Rajon reo di averlo mandato “a quel paese” - con toni sicuramente meno cordiali - durante il corso di una partita. L'innesto di Stoudemire, ripescato dopo il taglio dei Knicks, non ha spostato gli equilibri che si basano sempre sul monumentale Wunder Dirk, Monta Ellis, il ritrovato/ritornato Tyson Chandler e appunto Rondo. Secondo il parare degli esperti il successo di Dallas dipenderà in primis dall'armonia di quest'ultimo con Carlisle.