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Orlando Magic
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Shaq dispiaciuto di esserne andato dai Magic

Magic
29/03/2015 - A distanza di circa 20 anni da quando entrò a farne parte come giocatore, ieri sera, Shaquille O'Neal è stato “richiamato” dagli Orlando Magic che lo hanno celebrato facendolo diventare il terzo nome nella Hall Of Fame del club Bianco-Blu. I suoi due predecessori sono stati il co-fondatore del team Pat Williams e la prima scelta assoluta nella storia della franchigia ovvero Nick Anderson.
O'Neal ha commentato l'evento come una “inattesa celebrazione” ovvero qualcosa che “non si aspettava” e che lo ha riportato a discutere, e probabilmente a mettere la parole fine, su uno degli argomenti più “hot” della sua carriera come giocatore: l'addio agli Orlando Magic.
Non me lo aspettavo perchè ero venuto qui per vincere. Abbiamo vinto delle partite, ma poi ho preso una decisione legata al business. Niente di personale. La famiglia DeVos lo sapeva. Poi sono stato in grado di vincere un titolo altrove. Non mi sono mai aspettato che non fossero delusi o non si arrabbiassero per la mia scelta. Ma è un business e la mia scelta fu tale.” Spiega il Diesel prima di tornare a porsi la domanda che forse lo ha più “accompagnato” per tutta la carriera. “Sono dispiaciuto di essermene andato? Non ho mai dato uno piena riposta. Alle volte mi è dispiaciuto. Tante volte mi sono chiesto: avrei dovuto restare sempre dove ho iniziato? Alle volte ho pensato che avrebbero dovuto fare una legge che lega i giocatori selezionati da un team a quel team per tutta la loro carriera.
Selezionato con la prima scelta assoluta dai Magic al draft 1992 Shaq aiutò i Magic, team fondato appena qualche anno prima, ad entrare seriamente nel radar della NBA, non solo perchè la sua presenza attirava i mass-media, ma per i risultati del team capace di arrivare alla finale 1995 (spazzati via 4-0 dai Rockets di Hakeem Olajuwon). Il team era dotato di uno dei migliori core dell'epoca (composto, fra gli altri, da Penny Hardaway, Nick Anderson, Dennis Scott e Horance Grant), ma non tornò mai più a lottare per il titolo. “Questo è il motivo per cui mi dispiace, perchè avevamo un team favoloso, giovane e con un ottimo potenziale. Ma non ci abbiamo mai più provato seriamente. Voglio vivere la mia vita senza pensare ai “se”, ai “ma” o ai “cosa sarebbe stato. Mi dispiace di essermene andato nel 96? Si mi dispiace.”. Prosegue Shaquille.
La parola poi passa a Williams che come O'Neal approfitta della manifestazione per tornare anch'egli su un argomento “hot” ovvero la decisione dei Magic di non trattenere Shaq. Secondo il “credo” di parecchi tifosi, infatti, i Bianco-Blu sarebbero stati rei di non aver cercato di trattenere Shaq, ma come Williams oggi spiega all'epoca non c'era alcun regolamento che permettesse ai team di pareggiare l'offerta. “La lega di allora non aveva regole specifiche. Quando un giocatore era free-agent poteva firmare e tu non potevi trattenerlo. Se n'era andato. Il regolamento di allora era davvero sleale ed è per quel motivo che l'hanno cambiato. Quando un giocatore ti avvisava che avrebbe firmato con un altro team, tu non potevi ne trattenerlo, ne invocare la restrizione sui free-agent. Avevi una piccola finestra per cercare di fare qualcosa, ma Shaq se n'era già andato.” Williams indica anche tutto il sistema attuale (ovvero free-agent con restrizioni / pareggiamento dell'offerta) come conseguenza di quanto capitato ad Orlando, dunque sono “regole di Shaq”.
Big Aristotele, oggi quarantatreenne, chiude l'argomento Magic con queste parole: “Mi sarebbe piaciuto essere più paziente. Volevo essere protetto dalla critiche. Per me la cosa più importante era questa, era vincere. Però anche a Los Angeles sono stato soggetto a critiche. Ci sono voluti quattro anni prima di vincere. Ma quando me ne sono andato non lo sapevo, ero giovane, impaziente e credevo di poter vincere il titolo con i miei nuovi compagni di squadra da subito, senza attesa. Solo dopo ho scoperto che non era cosi. Ora che sono più vecchio, mi sarebbe piaciuto avere più pazienza quando ero giovane.