Anthony e Hardaway chiariscono la situazione
Knicks
Hardaway Jr. gli fa eco: “Siamo fratelli. I fratelli discutono e si fanno prendere dalla foga del momento quando succede qualcosa. Ma restiamo pur sempre fratelli. E’ semplice da capire. Io guardo a Melo come ad un mentore. ”
Anthony ha confermato anche il meeting a porte chiuse, unici invitati a partecipare i giocatori senza alcun altro membro dello staff (coach inclusi), avvenuto sabato scorso prima della partita con i Portland Trail Blazers. “E’ stato un incontro molto produttivo. Tutti hanno avuto l’opportunità di dire la propria idea e le proprie sensazioni su quanto sta accadendo. Non abbiamo parlato nello specifico del sistemo o di qualcosa di simile. Abbiamo parlato di cosa possiamo fare per essere una squadra migliore e per uscire dal momento negativo.” Nonostante i buoni propositi ‘Melo ed i suoi Knicks non sono riusciti a riprendersi ed ora il loro record (4-20) li porta ad essere una delle squadre più deludenti di questo avvio di stagione regolare. L’ex-Nuggets ha comunque negato che lui o i suoi compagni abbiano problemi ad applicare il triangolo offensivo voluto da Phil Jackson (ed applicato dal neo coach Derek Fisher). “Siamo tutti concentrati, siamo tutti concentrati e diamo il massimo per mettere in atto il sistema del triangolo offensivo. Di sicuro come squadra siamo frustrati per quanto ci sta accadendo. Questo significa che non siamo concentrati e non vogliamo applicare il triangolo offensivo? No, siamo tutti concentrati. Lo siamo ed è dal primo giorno che lo diciamo.” Ha affermato ‘Melo prima di concludere negando anche le voci secondo le quali i suoi compagni lo considerano come la causa delle sconfitte in quanto “egoista”: “Tutti hanno avuto l’opportunità di dire la loro nel meeting della settimana scorsa. Non c’era nessuna limitazione, ma nessuno ha puntato il dito contro me oppure mi ha detto di essere la causa per quanto ci sta capitando.”