Indiana fiduciosa del rientro (ancora da stabilire) di PG
Pacers
Le parole di Bird introducono uno dei discorsi più “gettonati” che hanno seguito la devastante frattura capitata a George: la presenza di giocatori NBA al cospetto dell’Olimpiade. L’opinione pubblica si spacca in due parti: contraria e favorevole. A rappresentare i “contrari”, il più noto, come abbiamo riportato la scorsa settimana, è senza ombra di dubbio Mark Cuban il quale accusa senza mezzi termini il comitato olimpico di essere corrotto ed interessato solo a fare più soldi possibili sfruttando l’immagine degli atleti NBA ma senza predersene le dovute responsabilità (infatti l’assicurazione che coprirà PG durante l’assenza è a carico dei Pacers nonostante l’infortunio sia avvenuto durante un match amichevole interno fra Team USA squadra blu e bianca). Invece chi si schiera a “favore” è Larry Bird il quale, benchè il sinistro capitato a PG lo coinvolga in prima persona, continua a sostenere che i giocatori NBA debbano comunque avere l’opportunità di rappresentare il proprio Paese come fatto da egli in prima persona ai tempi del Dream Team 1 (1992).
Tornando a parlare dei tempi di recupero, questi restano tutt’ora da definire: “Dipenderà tutto dai nostri dottori, dallo steff medico ed ovviamente da Paul. Di sicuro non lo metteremo in una situazione dove giocare potrebbe danneggiarlo. Se i medici un giorno del prossimo campionato ci diranno che lui è pronto a scendere in campo e lui si sentirà tale, allora giocherà. Se invece ci saranno solo il 60-70% delle sue condizioni fisiche allora si attenderà l’anno seguente. ” Le ultime parole di Bird fanno da portavoce a George il quale non incontra la stampa proprio dalla notte dell’infortunio: “ E’ in buono spirito. Di sicuro si sente frustrato per non poter giocare quest’anno. Recuperare da quanto accadutogli sarà un processo duro, ma lui è fiducioso di farlo nel più breve tempo possibile.”