Houston: la visita di Anthony mette a rischio il futuro di Lin
Rockets
Il diretto interessato risponde all’accaduto attraverso Twitter dove cita il Vangelo di Luca, versetto 6:29: “Se qualcuno ti colpisce su una guancia, tu porgigli l’altra. Se qualcuno ti porta via il mantello, dagli anche la tunica.” Meno “spirituale”, ma più concreto e forse “profetico” il GM Daryl Morey raggiunto da un’emittente radiofonica della zona: “Durante il mercato si è sempre in lotta. Si è sempre in lotta con le altre squadre per reclutare il miglior free-agent possibile e può darsi che tu hai già giocatori nella stessa posizione con lo stesso numero. Sfortunatamente alle volte accade.” Morey non nasconde nemmeno la possibilità che Lin debba fare le valigie: “La realtà è lo standard per me. Quando cercavamo di reclutare Chris Bosh, un paio d’anni fa, facemmo lo stesso tipo di pubblicità con Bosh nella divisa di Scola. Quando siamo andati dietro a Dwight Howard abbiamo fatto lo stesso con il numero di Beverly. Mi rendo conto ed odio che si vengano a creare situazioni simili. Mi dispiace, ma è ovvio che il 7 è il numero di Carmelo Anthony, è il numero che vuole. Gli abbiamo chiesto e lui ha risposto. Punto a capo. Se Carmelo dovesse arrivare allora Omer Asik e Jeremy Lin dovranno essere ceduti. Questa è matematica. Non è personale. Il mio lavoro di tutti i giorni è cercare il modo migliore per vincere. Alle volte si creano situazione di sfida.”
L’incontro di ‘Melo con i Rockets è stato il secondo in Texas dopo quello avvenuto a Dallas. Nella Big D Anthony è stato ricevuto da un comitato “strategico” (composto da Mark Cuban, Dirk Nowitzki e coach Carlisle), ma non ha causato nessuno “scompiglio” o “malcontento” come invece accaduto nella città con il downtown più largo degli Stati Uniti (Houston).