James punta (forse) al massimo salariale consentito
Heat
In undici anni di carriera LeBron sul fronte economico si è sempre “sacrificato” (parliamo comunque di uno stipendio, se pur ridotto, di decine di milioni di dollari all’anno) in favore del team quindi riducendosi lo stipendio per attirare potenziali free-agent di spicco. Tale scelta non solo non lo ha mai portato ad essere il giocatore più pagato della Lega, ma nemmeno delle franchigie dove ha militato (Cleveland-Miami). Deciso a diventare un “max contract player”, James, sempre basandosi su quanto trapela dalle gole profonde, pare abbia intrapreso un approccio differente con l’imminente mercato. Nel 2010, per continuare il paragone, LeBron aveva schedulato sei meeting nei primi tre giorni da free-agent. Oggi non si è ancora mosso lasciando al suo agente, Rich Paul, il compito di ricevere le telefonate quindi organizzare le “visite”.
Allo stato attuale delle cose, quindi tenendo presente solo i monti salari liberi grazie a giocatori in scadenza, le uniche franchigie in grado di dargli il massimo salariale sono: Dallas Mavericks, Los Angeles Lakers, Phoenix Suns, Utah Jazz, Philadelphia 76ers e Orlando Magic. I pretendenti numero uno di questo gruppo sembrano essere Mavs e Suns. Poi ci sono i Miami Heat i quali dispongono della cifra record di 55 milioni di dollari, però, se firmeranno James al massimo salariale non potranno fare altrettanto con Wade e Bosh i quali, se vogliono proseguire la loro degenza nei Rosso-Neri in compagnia di James (sempre ammesso quest’ultimo decida di rimanere agli Heat), dovrebbero accordarsi per una sensibile riduzione di stipendio. E’ bene ricordare, però, che al momento sono tutte “voci” dunque attendiamo i fatti per sapere quale sarà la reale decisione di LeBron.