Woodson al centro dell'uragano Knicks
Knicks
L’owner Dolean, come tutta l’organizzazione, vedeva tale risultato come un punto di partenza e confidava nelle mosse realizzate durante l’off-season 2013 per andare alla caccia del titolo NBA 2014. Ad un mese di campionato la corsa per l’anello è (ovviamente) ancora aperta a tutti, ma l’avvio del 2013/14 sta peggiorando partita dopo partita per i Bianco-Arancio. L’ultima sconfitta incassata ha portato il record a pari merito con quello dei Milwaukee ovvero 3-13 che vale la peggior percentuale di tutta la lega. Inoltre, come se non bastasse, le sconfitte consecutive riportate in casa sono 7 (striscia ancora aperta) e queste pareggiano il peggior record nella storia della franchigia targata Big Apple.
Tutti questi dati, nonostante Dolean si sia già pubblicamente schierato con Woodson, suonano come un campanello d’allarme per il coach che potrebbe fare da primo capro espiatorio: “Siamo preoccupati di questo. Ma lo dico ancora una volta: dobbiamo preoccuparci di giocare a basket. Penso questo sia il problema principale per New York. Ma qui è sempre stato cosi. Tutti si preoccupano per cosa viene detto fuori dal campo. Come squadra dobbiamo restare concentrati. Dobbiamo essere uniti come spogliatoio e cercare di controllare cosa avviene sul campo. Non possiamo preoccuparci di quello che accade fuori dal campo.” E’ la dichiarazione di Anthony dopo l’allenamento di oggi fatto in previsione del duello con i rivali di Brooklyn.
A tale riguardo è inutile dire che una sconfitta nel derby della Grande Mela con i Nets (team mutilato dagli infortuni e in crisi d’identità) porterebbe Woodson ancora più verso il baratro: “Benvenuti a New York. Succede.” E’ la prima reazione di ‘Melo a tale ipotesi. Poi l’ex-Nuggets scende nei dettagli: “Voglio dire che quando ti trovi in una situazione come questa allora tutti cercano di capire quale sarà la prossima mossa. Oggi le speculazioni sono tutte su Woodson e sulla sua permanenza. Ieri magari si accusava me e magari lo stesso avverrà domani. Dobbiamo convivere con queste voci senza preoccuparcene. L’unica cosa di cui dobbiamo preoccuparci e che possiamo controllare e cosa accade qui sul terreno di gioco. Dobbiamo partire da li. Tutto il resto sono cose di cui non abbiamo il controllo.”