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28/11/2013

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New York Knicks
New York Knicks

Knicks la crisi prosegue: meeting a porte chiuse

Knicks
28/11/2013 - La crisi dei New York Knicks prosegue con il match avvenuto a Los Angeles dove i Clippers hanno trionfato 93-80 facendo registrare cosi la sconfitta consecutiva numero 7 per i Bianco-Arancio il cui record attuale è al di sotto di ogni più pessima aspettativa di inizio campionato: 3-11 (terz’ultimi di tutta la lega).
Alla fine del match tutto lo staff targato Big Apple si è fermato per un incontro a porte chiuse avvenuto nello spogliatoio dello Staples Center e durato 20 minuti. L’obiettivo è quello di evitare la sconfitta contro Denver che porterebbe ad otto la striscia negativa ovvero un evento che non si registra dal Febbraio 2010 (quando il team aveva tutta un’altra “fisionomia”). “Abbiamo parlato. Tutti hanno parlato. I giocatori, i coach, tutti hanno avuto un meeting terminata la partita” esordisce Carmelo Anthony che, come tutti i suoi colleghi, confidava (e confida ancora) di essere parte di un team capace di competere per i vertici della Lega. “Dovevamo parlare. Stiamo cercando di uscire da questo brutto momento tutti insieme. Dobbiamo mettere insieme quattro quarti e dobbiamo farlo aiutandoci l’uno con l’altro. Le partite al momento non sono divertenti per nessuno.
Uno dei maggiori “ingredienti” del successo dei Knicks dell’anno scorso erano state le prestazioni di J.R. Smith e Iman Shumpert i quali, però, in questo 2013/14 fanno fatica a trovare il ritmo giusto ed il match contro i Clips di ieri non fa eccezione: insieme hanno concluso con 9 punti e 4/14 dal campo. “Devono tirare fuori il meglio da loro stessi e noi dobbiamo aiutarli a raggiungere questo obiettivo.” Prosegue Anthony proprio in riferimento al sopracitato duo. “Non ho davvero alcun idea di come noi riusciremo a farlo, ma ci proveremo e continueremo a farlo fino a quando non troveremo il modo giusto. La cosa più facile sarebbe lasciarli da parte e aspettare che riescano da soli, ma noi siamo una squadra e ci aiutiamo a vicenda. La cosa più difficile adesso è restare positivo. So che è difficile, ma dobbiamo riuscirci.
Ed in termini di “positività” l’unico ad esserlo pare essere World Peace: “Non stiamo facendo fatica. Fa parte della vita. Sapete com’è la vita. Abbiamo avuto dei giorni negativi. Sapete cosa intendo vero?” Metta, che fra l’altro è tornato per la prima volta a Los Angeles con una divisa avversaria, non ha nulla nemmeno contro Coach Woodson: “Quando ho deciso di firmare con New York onestamente non sapevo nemmeno chi fosse il coach. Volevo solo vincere un campionato e non sapevo chi fosse l’allenatore. Non me ne sono preoccupato, poteva essere anche pinco pallino. Io sono venuto qui senza saperlo perché l’unica cosa che volevo era vincere un titolo in questa squadra.”.