Doc difende la sua scelta e risponde ai Lakers
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Ricapitolando brevemente Rivers ha chiesto ed ottenuto il permesso di “nascondere” i banner relativi ai 16 titoli vinti e 10 uniforme ritiraste appartenenti ai Giallo-Viola e che dal 1999/2000, anno di apertura dell’arena, hanno “dominato” tutte le partite di Lakers e Clippers (unico club Nba a condividere la stessa arena oltre che la stessa città). Alla luce degli ultimi risultati e degli scambi fatti questa estate, però, il neo-coah Doc Rivers ha deciso di coprire i sopracitati banner con sette gigantografie plastificate dei giocatori chiave dei Clippers. Tale scelta ha mandato su tutte le furie dirigenza, tifosi e giocatori (in particolare Nick Young) dei Lakers che hanno etichettato il gesto dell’ex-Celtics una mancanza di rispetto per i grandi del passato.
Tuttavia Doc, come anticipato in apertura di news, non ha lasciato passare 24 ore prima della sua risposta a tale critiche: “La cultura di questo club sta cambiando. Noi vogliamo essere dei vincenti” esordisce Rivers su uno dei maggiori network della Città degli Angeli. “Per farlo dobbiamo intraprendere dei cambiamenti e quello riguardante lo Staples Center era un passo che doveva essere fatto. Non c’è nulla di cui lamentarsi: non giochiamo mica sul parquet dei Lakers no? E tanto meno loro giocano sul nostro no? Questo è quanto, non c’è altro da aggiungere. “ E’ la prima reazione di Doc il quale poi, a chi lo accusa di mancanza di rispetto, risponde cosi: “Non è mancanza di rispetto. Ho un incredibile rispetto dentro di me peri Lakers. Detto questo, io lavoro per i Clippers e quando noi giochiamo questa diventa l’arena dei Clippers. Sono sicuro che loro sono della stessa idea. Quando giocano qui vogliono sentirsi in casa loro.”.
La parola poi è passata a uno dei nuovi uomini immagine dei Clips ovvero Blake Griffin (fra l’altro uno dei sette riportati nelle gigantografie destinate a coprire i tioli dei Lakers): “Non abbiamo niente contro i Lakers. Non c’è nessuna mancanza di rispetto perché nessuno vuole rimuovere o togliere i banner, niente di simile. E’ solo che diventa la nostra arena quando giochiamo noi. E’ solo questo. Penso sia un’ottima scelta quella presa da Doc.”