Lakers: ritirata la #34 di Shaquille O'Neal
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Nel match contro i Mavericks Howard è andato vicino a quanto “richiesto” da Shaq: 24 punti, 12 rimbalzi. Tuttavia in nove stagioni vanta una media di “soli” 18.2 puni e 13 rimbalzi. Mentre nell’attuale campionato, dove però bisogna tener conto dell’infortunio alla spalla, si aggira sui 16.7 punti e 12.7 rimbalzi. “Non voglio criticarlo. Voglio solo lanciargli una sfida.” Spiega il Diesel aggiungendo: “Vedo un ragazzo con davvero molto talento. E quando lo vedo segnare 16 o 18 punti a partita, per me non è abbastanza. Può fare di più.”
Quello che invece è stato “abbastanza” per O’Neal sono gli otto anni trascorsi ai Lakers. Ancora oggi, ripercorrendo l’accaduto, farebbe le stesse scelte lasciando L.A. dopo otto stagioni, tre titoli e quattro viaggi in finale. “Di sicuro avremmo potuto vincere di più.” Annuisce O’Neal a chi gli domanda se i Lakers avrebbero potuto vincere di più nel caso alla fine del 2003/04 fosse rimasto piuttosto di spostarsi a Miami. “La decisione presa non era solo legata alle vicende tra me e Kobe Bryant. Più semplicemente è stato il business di questo sport. Fortunatamente io sono stato cresciuto in questo modo, sono stato cresciuto con l’abitudine di cambiare casa ogni quattro anni.” Spiega O’Neal le cui radici affondano nella vita militare del padre (adottivo). “Quindi ho trattato il caso dal punto di vista militare: come se avessi trascorso due termini qui. Sono stato a L.A. per otto anni. Era arrivata l’ora di fare qualcos’altro. Era l’ora che Kobe prendesse le redini della squadra e per me di cambiare aria.” Shaq venne ceduto agli Heat (dove nel 2006 vinse il quarto ed ultimo titolo della sua carriera) quindi passò per Suns, Cavaliers e Boston prima di imboccare la via del ritiro.