15/01/2013 - Il passare dei giorni non sembra attenuare quanto accaduto la settimana fa fra Knicks e Boston anche se sarebbe meglio dire tra Carmelo Anthony e Kevin Garnett. L’ex-Wolves sul terreno di gioco ha “punzecchiato” l’ex-Nuggets con quello che in gergo viene chiamato trash-talking (ovvero uno scambio di battute mirate a prendere in giro l’avversario) causando in ‘Melo un’esplosione d’ira che è proseguita fuori dal campo. Questo comportamento (il recarsi prima negli spogliatoi e poi davanti all’autobus dei Celtics) ha causato a Melo una sospensione di una partita da parte della NBA per comportamento inadeguato. Fra i due, come abbondantemente riportato in questi giorni, non c’è stato nessun contatto fisico anche grazie all’aiuto della polizia e dello staff del Madison Square Garden capaci di convincere Anthony a desistere ed allontanarsi dall’autobus. Secondo la versione di Carmelo, ovviamente, lui attendeva Kevin solo per parlare. In sede privata, secondo poi affermato da Anthony, i due si sarebbe chiariti. Ma le polemiche proseguono (si dice che al centro del battibecco Garnett avesse chiamato in causa Lala Vasquez ovvero la moglie di Anthony) e proprio per questo motivo il proprietario dei New York Knicks ha chiesto che fossero installati due microfoni all’estremità del campo in modo da registrare tutti i dialoghi avvenuti fra i giocatori nei match di Venerdì (Bulls) e Domenica (Hornets). Le registrazioni sono poi state recapitate a Dolean in persona che, almeno secondo quanto trapela da gole profonde, le avrebbe ascoltate per capire se ci fossero degli “strascichi” dell’episodio con Boston. La lega, in un breve comunicato stampa, ha fatto sapere che non c’è alcun regolamento che viete l’installazione di microfoni per registrare i discorsi dei giocatori, ma allo stesso tempo ha voluto sottolineare come non ci sia nessuna “causa” in corso con New York contro Boston o Kevin Garnett. Da parte di Carmelo Anthony non si riporta nessun commento a riguardo.