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09/10/2012

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Atlanta Hawks
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McGrady saluta l'Nba e si sposta nella Cba

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09/10/2012 - Gli anni di The Big Sleep, come veniva chiamato quando era nella parabola “crescente” della sua carriera a Toronto, all’interno della NBA si sono praticamente conclusi con il campionato 2011/12. Cifre alla mano, però, l’era McGrady si era già decisa cinque anni fa ovvero nel 2007/08 ultimo anno in cui riuscì a fare ancora la differenza e viaggiare ad oltre i 20 punti di media (21.6 punti, 6 assists e 5 rimbalzi). Dall’anno seguente ad avere la meglio sul gioco di T-Mac sono stati gli infortuni (ginocchio e schiena) che lo hanno limitato a 35 match nel 2008/09 ed a 6 la stagione successiva al termine della quale finì l’avventura con i Rockets. Da allora di anno in anno ha cambiato squadra (2009/10 con New York, 2010/11 con Detroit, 2011/12 con Atlanta) senza mai lasciare il segno. L’ultimo anno è crollato a 5.3 punti, 2.9 rimbalzi (solo nel 2009/10, quando disputò appena 6 match, riuscì a fare di peggio in punti e rimbalzi) e 2.1 assists (peggiore solo nell’anno da rookie e nel già citato 2009/10). Con numeri simili non gli è nemmeno più bastata la fama (fra le altre cose in parabola discendente, se non addirittura ai minimi storici) per ottenere un nuovo ingaggio nella NBA e dopo mesi di (vana) ricerca ha deciso di spostarsi oltreoceano. L’oceano solcato da McGrady è quello Pacifico e ad annunciarlo è stato il suo agente poi ripreso dal presidente del Qingdao DoubleStar team della CBA (Chinese Basketball Association). “Quingdao ha scelto di puntare su McGrady per due ragioni. La prima è che speriamo possa migliorare il team. La seconda è che speriamo di trarre tutto il vantaggio possibile dal suo nome per promuovere questa squadra e attrarre più tifosi.” Il contratto di McGrady, come ogni ingaggio stipulato fra ex-giocatori Nba con la CBA, non prevede nessuna clausola d’uscita sino alla fine della stagione 2012/13, nemmeno nel caso in cui qualche franchigia NBA fosse interessata a siglare T-Mac. Quest’ultima ipotesi, però, risulta davvero remota (d’altronde le 30 squadre NBA hanno avuto quasi 5 mesi per metterlo sotto contratto).