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30/09/2012

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Boston Celtics
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Miami Heat
Miami Heat

KG-Allen: vola qualche scintilla tra Boston e Miami

Celtics

Heat
30/09/2012 - L’ormai imminente inizio del training camp (ed a seguire della pre-season) porta i giocatori ad incontrare con più frequenza i giornalisti ed uno di questi, di un quotidiano di Boston, ha approfittato di Garnett per chiedergli cosa ne pensasse di Ray Allen. Entrambi, Garnett ed Allen, lo scorso 30 giugno sono entrati a far parte dei free-agent senza restrizioni e Boston avrebbe voluto rinnovarli tutti e due salvo vedere l’ex-Bucks/Sonics fare le valigie e trasferirsi a Miami alla corte di James e soci. Ray, come ha più volte ripetuto nel corso dell’estate, ha scelto di andarsene non per via della squadra e/o dello spogliatoio, ma piuttosto a causa della dirigenza che sino all’ultimo minuto di mercato 2011/12 aveva cercato di cederlo. Garnett, tornando all’intervista, non si è mostrato molto “simpatico” nei confronti di Allen affermando di non avere più il numero di telefono dell’ex-collega e di non essere nemmeno interessato ad averlo in quanto ormai “nemico” dei Celtics. La risposta dell’ex-Seattle non è tardata ad arrivare: “E’ una vergogna.” Esordisce Ray ai microfoni di uno dei maggiori quotidiani di Miami, scendendo poi nei dettagli: “Penso chiunque possa confermare che sono una brava persona con il quale fa sempre piacere avere una conversazione telefonica…. Sono stato in una situazione assurda l’altranno, passando buona parte della stagione con un piede nella squadra e l’altro sul mercato. Il mio futuro era incerto ed alla fine ho preso la mia decisione. Adesso non posso più preoccuparmi di cos’è stato a Boston.” Allen ha accettato l’offerta dei Bianco-Neri nonostante fosse parecchio inferiore a quella dei Celtics (circa la metà: 2 anni a 6 milioni di dollari con Miami contro i 2 a quasi 12 di Boston). “Non ho più il numero di Ray nella mia agenda e non lo cerco nemmeno perché non ho intenzione di comunicare con lui. Voglio essere onesto e dire a tutti quello che penso… Perché questa è la regola e qui lo fanno tutti.” Sono state, o almeno dovrebbero essere state (secondo i giornalisti), le parole di KG alla base di tutto. “Non c’entra quanto siamo distanti e da parte mia siamo e restiamo amici a prescindere da cosa è successo. Alle volte, però, le interprestazioni delle frasi sono deviate dai mass-media.” Prosegue Allen prima di concludere: “Comunque è giusto dica quello che pensa e faccia quello che gli viene chiesto di fare a Boston.