26/07/2012 - Durante la sua carriera Antawn Jamison è stato più volte capace di affermarsi a livello individuale come dimostrano le due convocazione al All-Star Game e la vittoria del trofeo di Sesto uomo dell’anno , inoltre, forte di un curriculum vitae simile, ha ottenuto dei contratti di medio /alto livello che gli hanno garantito sempre degli ottimi stipendi. La nota negativa, però, arriva a livello di vittorie: a Washington (prima) ed a Cleveland (più tardi) si è praticamente ritrovato nella stessa situazione ovvero quella di finire (non per diretta causa sia) in una squadra in piena ricostruzione. Nel caso dei Wizards furono gli infortuni e le (tristi) vicende di Gilbert Arenas a porre fine ai sogni di gloria degli Stregoni. Nel caso di Cleveland (dove arrivò poco prima dei playoffs 2010) fu la partenza di LeBron James (andato via qualche mese più tardi) a far crollare le aspettative dei Cavaliers. Alla luce di tutto ciò Jsmison, finito l’impegno con i Cavs (dei quali, per le sopracitate ragioni, non è mai stato parte dei progetti) ha deciso di accettare uno stipendio molto più basso rispetto a quelli precedenti, ma di avere una concreta possibilità di vincere il titolo e per questo motivo si è unito ai Los Angeles Lakers. “In passato i coach avversari mi indicavano negli schemi come seconda, se non addirittura prima, opzione offensiva quindi disegnavano degli schemi fatti apposta per limitarmi. L’obiettivo era non farmi ricevere la palla o rendermi la vita difficile. In questa squadra probabilmente sarò l’ultimo attaccante di cui gli avverarsi si preoccuperanno, ma ne sono felice perché sfrutterò al meglio questo scenario. Avrò la possibilità di attaccare senza tutta la difesa avversario schierata su di me.” Esordisce Jamison riferendosi alla gerarchia offensiva presente nella nuova squadra e conclude: “Essere parte di questa organizzazione, di avere questi compagni di squadra, uno staff di allenatori simili mi rende davvero felice. Senza ombra di dubbio questo è un gran giorno per me e spero che i Lakers stiano pensando la stessa cosa.”