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27/06/2012

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Indiana Pacers
Indiana Pacers

Larry Bird si ritira da presidente dei Pacers

Pacers
27/06/2012 - Nato e cresciuto nello stato di Indianapolis, noto per essere “pazzo” per il basket, Larry Bird si è occupato dei Pacers dal 1997 anno in cui prese in mano le redini di coach e portò il club all’unica finale mai disputata sinora (quella del 2000 – persa contro i Lakers). Dal 2003 Larry si è poi occupato della dirigenza diventando nel 2007/08 il presidente delle operazioni (subentrato a Donnie Walsh passato ai Knicks). Alla guida dei Giallo-Blu Bird ha ricostruito, dopo gli “scivoloni” ed i problemi con la legge di alcuni giocatori, facciata e credibilità dei Pacers nei confronti di pubblico e mass-media. Composto per buona parte da giovani il roster dei Pacers ha iniziato la stagione 2011/12 ai vertici della Central Division arrestando la propria corso solo nelle semi-finali di Conference (vittoria degli Heat in 6 partite). L’ottimo risultato è valso a Bird la nomina di dirigente dell’anno 2012. Dunque buona parte dei tifosi e dell’opinione pubblica considera il 2011/12 come un punto di partenza per i Giallo-Blu i quali però, dovranno continuare nelle loro ascesa senza Bird. A sorpresa l’ex-numero 33 dei Celtics ha deciso di non voler rinnovare il proprio incarico quindi di prendersi una/due stagioni di riposo. A fermare Larry sono i problemi di salute che lo hanno già costretto ad appendere le scarpe al chiodo come giocatore: dolori alla schiena e alla spalla. Nell’agenda di Bird ci sono interventi chirurgici in entrambi i casi e questo lo distrarrebbe troppo dal lavoro di presidente. “Penso sia giunta l’ora. La squadra è sui binari giusti. Adesso resterò un anno fermo e poi rivaluterà la mia situazione. Magari tornerò negli ambienti del basket.” Esordisce Bird in una conferenza stampa già etichettata da molti tifosi dei Pacers come un vero e proprio “shock ”. Alcune voci giudicavano il suo addio come dettato dal fatto che Indiana sia un mercato piccolo e quindi non possa puntare ai free-agente più importanti, ma Larry spiega che non è così, non è una questione di soldi: “L’owner si rende conto che per far crescere la squadra bisogna investire e spendere dei soldi. Quando andavo da lui per chiedergli di acquistare un nuovo giocatore o rinnovare uno dei nostri inizialmente era dubbioso. Ed aveva ragione di esserlo. Ma alla fine della giornata mi diceva sempre di andare avanti nel mio lavoro e di mettere a segno le mosse che mi sembrano più giuste per rinforzare il club. Mi ha sempre dato supporto e i soldi da spendere.