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14/05/2012

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L.A. Lakers
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Oklahoma City Thunder

Nuova rivelazione di World Peace su Harden

Lakers

Thunder
14/05/2012 - La soap-opera messa in piedi da World-Peace dopo la gomitata rifilata a James Harden si arricchisce di un capitolo grazie all’intervista rilasciata oggi dal giocatore dei Lakers. Solitamente, dopo gesti simili, chi commette il fallo finisce con il chiedere scusa al collega colpito facendo in questo modo esaurire ogni possibile “strascico” della vicenda. Nel caso di Artest, però, gli eventi si stanno succedendo in tutt’altro modo. Dopo la violentissima gomitata rifilatagli, Metta, non solo non ha mai ufficialmente chiesto scusa ad Harden, ma ha anche fatto sapere di non essersi mai informato direttamente sulle condizioni di salute di James preferendo piuttosto basarsi sulle informazioni riportategli da terze parti. Oggi, ad un paio d’ore dall’avvio della semi-finale che vedrà impegnati appunto i Lakers contro i Thunder, Ron-Ron immette un nuovo capitolo al proprio “monologo” (la contropartita di OKC non ha mai risposto) facendo sapere che non stringerà la mano a Harden prima della palla a due di gara uno. “Non ho mai stretto la mano a nessun giocatore che parte dalla panchina e non ho intenzione di farlo.” Sono le parole di World-Peace per etichettare Harden come “panchinaro” quindi lanciare una frecciata, sminuendo lo splendido lavoro fatto dal giocatore di OKC partendo dalla panchina che non a caso gli è valso il trofeo di Sesto Uomo Dell’Anno 2011/12. In quanto non titolare James non fa parte degli atleti in campo all’avvio del match i quali, solitamente, si stringono la mano in segno di rispetto. “Il mio pensiero sarà quello di eseguire al meglio i piani del coach. Cercare di eseguire gli schemi e vincere. Non penso ad altro e tanto meno a stringere le mano.” Prosegue Metta accusando poi gli Oklahoma City di essere una squadra dove, a prescindere dai suoi trascorsi con Harden, sono pochi gli atleti che rispettano il rituale di stringersi la mano prima della palla a due: “Prima del match di solito giro per il campo e stringo la mano o do il cinque a tutti. Ma i Thunder non sono una squadra con cui lo faccio. O meglio solo alcuni di essi lo fanno. Altri non lo fanno e non hanno intenzione di farlo. Ad esempio Kendrick Perkins e Russell Westbrook. Westbrook una volta la stringeva, ma da quando Perkins è in squadra non lo fa più. ” Secondo Artest la scelta di Perkins nacque nel 2010 durante la finale Lakers-Celtics: “Ero abituato stringergli la mano. Ma dopo averlo rincorso per il campo per un paio di volte a chiedergli inutilmente una stretta di mano allora ho deciso di smettere. Mi sono stanco di seguirlo per nulla.” Metta conclude l’intervista replicando a chi gli domanda della possibilità che le sue parole ed i suoi gesti possano creare tensioni avverse durante il match: “Non mi preoccupo di questo. Questo è ciò di cui si possono preoccupare gli altri. Ma non fa parte dei miei pensieri. L’America è liberta, libertà di pensiero ed espressione. Di fare ciò che si reputa più giusto fare. Questo è il mio pensiero ed è cosa rende grande questa nazione.