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Bufera ad Orlando: Howard chiede la "testa" di Van Gundy

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05/04/2012 - Nelle ultime 24 ore si è sviluppata una serie di voci stando alle quali Dwight Howard avrebbe esplicitamente domandato alla propria dirigenza la “testa” di Stan Van Gundy e di tutto il suo staff come prerequisito essenziale per convincerlo a firmare una potenziale estensione contrattuale. Howard, per chi non lo ricordasse, ha annullato di propria iniziativa la clausola che lo avrebbe reso free-agent il prossimo 30 Giugno, tuttavia il suo contratto andrà a scadere fra un anno dunque nei prossimi 12 mesi i Bianco-Blu faranno di tutto per convincerlo a restare. Le voci, tornando alla notizia di voci, erano state riportate da tutti i maggiori network sino a quando Stan Van Gundy ha approfittato dell’allenamento mattutino in vista dell’ incontro con gli Knicks per confermare la news: “Le mie fonti sono più accurate di quelle di qualsiasi vostro reporter e mi hanno detto che è tutto vero: Dwight Howard vuole che venga licenziato dal posto di allenatore. ” Esordisce Stan in quella che molti hanno già etichettato “la più bizzarra conferenza di tutti i tempi” perché dopo Van Gundy i media si sono spostati su Howard che a sua volta è tornato da Stan per abbracciarlo. “La dirigenza per ora non mi ha detto nulla. E non penso abbiano bisogno di farlo.” Prosegue Van Gundy prima di sfogarsi: “ Guardate ora sono le 12:02 e fino a quando la dirigenza non decide di sollevarmi dal ruolo di coach allora continuo ad esserlo. Se entro le 12:05 mi licenzieranno, beh allora andrò a cercarmi qualcos’altro da fare. Di scuro avrò un’ottima giornata comunque.” Come anticipato qualche riga sopra i giornalisti poi si sono spostati su Howard il quale ha esordito con il sorriso sulla bocca e le parole: “Stan non siamo preoccupati di queste voci vero? L’importante è vincere. Giusto?” Poi Dwight si è fatto più serio commentando: “Non ho detto niente a nessuno. Il mio obiettivo principale era e continua ad essere quello che io, Stan e tutto il resto della squadra dobbiamo riuscire ad essere tutti sulla stessa lunghezza d’onda per la qualificazione e le sfide che ci attendono nei playoffs. Non so cosa accadrà una volta finita la stagione. Non è sotto il mio controllo cosa accadrà. Non sono il GM, il presidente o la dirigenza. Spetterà a loro prendere delle decisioni. Ma al momento non ho detto niente a nessuno.