Magic Vs Cavs
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- 05/06/2009 Gara Uno -

Game intro - La finale NBA 2009 vede nella Western Conference la conferma dei Lakers, mentre nella Eastern non ci son più i  Celtics ma bensì i Magic.
Il cammino di Orlando non era iniziato troppo bene perché la prima partita della post-season era stata una sconfitta riportata per mano dei 76ers. I Bianco-Blu hanno poi raddrizzato la serie andando nettamente a vincere gara 6 a Philadelphia senza Howard. Il secondo turno, sinora il più faticoso per il team di Van Gundy (che per la prima volta in carriera arriva alle Finals), ha visto Orlando affrontare proprio i campioni in carica di Boston. Nonostante l’assenza di KG i Celtics erano riusciti a portarsi sul 3-2 prima di perdere gara 6 e 7 (quest’ultima in casa) e dire addio al sogno di ripetersi come campioni. La fase finale della Eastern Conference ha messo a confronto Cleveland e Orlando. I strafavoriti erano James e soci in grado di perdere appena 2 partite sulle 40 disputate in casa e, alla vigilia della finale di Conference, nessun match dei playoffs (8-0). Tuttavia l’assenza di un centro in grado di marcare Howard e l’annullamento di Mo Williams sono stati fatali a Cleveland sconfitta 4-2. Orlando si ripresenta in finale dopo 10 anni di assenza (la prima e l’ultima volta risale al 1995 nella finale contro i Rockets di Hakeem Olajuwon).
Invece il cammino dei Lakers ha visto un primo turno più facile del previsto dato che i Jazz, sprofondati nelle ultime settimane di stagione regolare da  potenziali secondi a ottavi, sono caduti dopo appena 5 partite sul 4-1. Molto più combattuta e strana da decifrare la serie contro i Texani di Houston. Senza McGrady e con Yao fermo in gara 5-6-7 i Lakers hanno avuto comunque bisogno di sette partite per vincere. La serie, come detto,  non è facile da interpretare perché tutte le vittorie (quindi anche le sconfitte) sono state nettissime. L.A., al contrario di Orlando, era data favorita per la sfida in finale di Conference contro la sorpresa della stagione ovvero i Nuggets del duo Billups-Anthony Finiti sul 2 a 2 i Lakers hanno cambiato marcia per gara 5 e 6 andando a chiudere sul 4-2.
Alla vigilia la favorita è Los Angeles, tuttavia pensare che Bryant e soci abbiano già il titolo in tasca sarebbe un errore. Un anno fa, infatti, i Lakers erano dati favoriti e persero. Appena due settimane fa, come riportato sopra, i Magic veniva considerati finiti contro LeBron e hanno vinto.  Dunque gli ingredienti per una serie mozza fiotto ci sono tutti quindi che vinca il migliore e soprattutto…. Enjoy The Game!


Nba FInals 2009

Magic @ Lakers
Staples Center, Los Angeles CA


L.A. Lakers
Vs.
L.A. Lakers
75
100
1 st) Stando a quanto trapela dalle indiscrezioni “pescate” nello spogliatoio  Nelson sarà disponibile nelle rotazione di Van Gundy. In attesa dell’ingresso del All-Star, quest’anno avrebbe dovuto debuttare nella partita delle stelle salvo farsi male, il match inizia e nessuna delle due formazioni sembra intimorita dal fatto di trovarsi sul palcoscenico più importante dell’anno. Un Bynum in grandissimo spolvero, infatti, è la costante iniziale dell’attacco di Los Angeles: i suoi punti (in schiacciata e semi gancio) ed i suoi rimbalzi alimentano per buona parte i primi 10 punti iniziali dei padroni di casa. Sull’altro fronte il primo a rompere il ghiaccio con una tripla è Turkoglu seguito poi da Howard e Alston. Ovviamente Kobe non viene lasciato fuori dall’attacco ed i suoi tiri gli fruttano 6 punti. Lee, correggendo un suo errore, a -5.30 sancisce la parità prima del time-out numero uno del match: 14-14.
Non c’è traccia di Nelson al rientro dalla pausa, ma piuttosto Van Gundy opta per l’utilizzo del francese Pietrus decisivo in questi playoffs per il suo contributo dalla panchina. Il primo tira di Mickael, però, viene sputato dal ferro e a farla di padrone in questo frangente sono Fisher (tiro cadendo all’indietro) e Gasol con il primo canestro (all’altezza della lunetta servito da Bryant). A -3.30 i Lakers detengono il massimo vantaggio (20-16, +49) alla buona notizia, però, ne segue una meno bella: Bynum spende il secondo fallo ed è costretto a rientrare in panchina.
Dalla linea della carità Howard  non grazia e con un 2/2 aggancia sul -2: 20-18, -2.56. Lo stesso discorso vale per Turkoglu il quale pareggia. Walton imbecca Gasol per una facile schiacciata  (quarto punto per il Catalano) poi ci pensa proprio Pau, in difesa, ad ottenere un sfondamento ai danni di Howard costretto a rientrare in panchina (secondo fallo per Superman). Los Angeles, però, non riesce ad approfittare dell’uscita di scena di DW12: Odom spinge troppo Lewis commettendo infrazione e mandando l’ex-Sonics in lunetta (2/2); Alston dalla media distanza firma il sorpasso e l’ultimo tiro di Bryant (sparito dopo i 6 punti iniziali) viene sputato dal ferro quindi il quarto va in archivio sul 24-22, +2 Magic.

2 nd) Van Gundy gioca la carta Nelson il quale, nonostante quattro mesi d’inattività, sale subito in cattedra sforando assists (passaggio schiacciato per Gortat,  servito Lewis smarcato da oltre l’arco, Lee imbeccato sotto canestro)  e realizzando in prima persona due punti. A -8.32 Phil Jackson  vuole parlarci sopra perché il tabellone luminoso indica 33-28, +5 Orlando.
Il piano d’attacco ideato dal nove campione NBA è quello di far tirare chi viene marcato da Lee. La mossa paga subito i dividendi: Walton ne infila 4 filati quindi lascia il testimone a Mr.81 che con il suo marchio di fabbrica autografa (sulla maschera del povero Lee) il sorpasso. Van Gundy chiama un time-out, ma la mano di Kobe ormai è calda: Black Mamba rimuove la parola errore dal suo dizionario e tiro dopo tiro (tutti cadendo all’indietro in faccia a chiunque provi a marcarlo) insacca punti su punti e nemmeno il secondo break, da 20 secondi, voluto dai Magic lo raffredda. Howard (dalla lunetta) e Pietrus (primo canestro dopo cinque errori) in questo frangente realizzano 6 punti, ma nello stesso arco di tempo il trio Walton (4), Bryant (10), Fisher (3) ne segnano 17 portandosi cosi da -5 a +6: 45-39, -3.09.
Gli ultimi 180 secondi gioco vedono l’ingresso di Turkoglu anche se la musica non cambia: Gasol, Fisher e Bryant (ultimo canestro del primo tempo), infatti, proseguono la loro corsa e al momento di ritirarsi per l’intervallo chiudono avanti di 10: 53-43.



3 rd) Van Gundy continua ad utilizzare la difesa uno contro uno su Bryant e Mr. 81 riprende da dove aveva interrotto ovvero infilando 4 punti consecutivi per sancire il +14. Howard riempie di falli gli avversari (Bynum ne ha spesi 4 e Odom 3) l’inerzia del match, però, complice anche dei Magic assolutamente imprecisi da oltre l’arco, resta in mano ai padroni di casa:  Kobe umilia il povero Lee scrivendo il +12; il rookie dei Magic si “vendica” sparandogli una tripla in faccia; Black Mamba, dopo un viaggio in lunetta di Gasol, replica con un gioco 2+1 che, a -6.31, sancisce il +14. Odom, su tap-in, ottiene a sua volta un gioco 2+1 ma sbaglia il ibero. Chi non commette errori è Gasol che servito da Kobe cambia mano in volo per appoggiare al tabellone il +18, 68-50, costringendo i ragazzi della Florida all’ennesimo time-out.
Non c’è pausa, almeno in questa gara uno, che possa fermare l’ascesa dei Lakers innescata da un Bryant a dir poco “on-Fire”: contro tre uomini e allo scadere dei 24 secondi insacca il suo punto numero 29, quindi passa al numeri 31 e con un gioco 2+1 taglia quota 34. Orlando genera una serie infinita di palle perse e tiri inguardabili che fruttano ai Magic appena 2 punti in oltre cinque minuti.  Il parziale positivo per Los Angeles dice 16-2 e a -3.17 il tabellone luminoso indica un divario di oltre 20 punti: 75-52, +23.
Pietrus riduce il divario a 20 lunghezze esatte con una tripla anche se l’inerzia del match non cambia e contare i canestri fatti dai Giallo-Viola diventa un’impresa non facile. Bryant trova in Gasol e Ariza i compagni ideali per mandare i titoli di coda su un quarto che può essere riassunto con due sole parole ovvero “Dominio Lakers” come testimoniano le statistiche: il suono della sirena è  una liberazione per i Magic che riescono a segnare appena 15 punti incassandone 29 e sprofondano a -24:  82-58.

4 th) Con un divario cosi ampio non c’è molto da dire sul quarto periodo che, in strisca con quanto visto sinora, inizia subito bene per i Lakers nonostante l’unico titolare sia Gasol (accompagnato da Odom, Walton, Farmar e Brown). A -9.15 il tabellone indica 88-60 dunque il divario sfiora i 30 punti di vantaggio per i padroni di casa. Orlando prosegue il suo momento negativo e non riesce a replicare quanto fatto vedere di buono nel primo tempo: passaggi mal riuscito, tiri forzati e giocatori liberi che non tirano sono il marchio di fabbrico per gli uomini in maglia Blu. Phil Jackson conceda qualche minuto ancora a Bryant, dotato di un paio di nike che ricordano l’impresa degli 81 punti, per dargli la possibilità di chiudere a quota 40. Orlando conclude con 3 uomini in doppia cifra: Howard (12 punti, 1/6 dal campo, 15 rimbalzi), Turkoglu (13 punti, 3/11 dal campo) e Pieturs (14 punti, 5/13 dal campo). Anche Los Angeles ne conta 3, oltre a Kobe: Gasol (16 punti, 8 rimbalzi, 3 assists, 2 stoppate) e Odom (11 punti, 14 rimbalzi).

M.V.P.: Kobe Bryant (40 punti, 8 assists, 8 rimbalzi, 2 recuperi, 2 stoppate)

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