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- 12/06/2007 Game Three -

Game Intro - Il -11 finale di gara 2 trae in inganno perche’ durante l’arco della partita Cleveland e’ sprofondata quasi a quota -30 riuscendo a riprendersi nelle prime battute dell’ultimo quarto. A James, causa il suo status di Leader del team, vengono indirizzate buona parte delle critiche anche se complessivamente la sua prestazione (25 punti – 9/21 dal campo – 7 rimbalzi e 6 asssists) non e’ stata negativa come in gara 1. Cosa gli si puo’ obbiettare senza mezzi termini sono i due falli spesi nel giro di 4 minuti dalla palla a due e quindi il prematuro rientro in panchina seguito dal tracollo dei suoi compagni. Proprio il loro rendimento risultera’ fondamentale in questa gara 3 perche’ difficilmente Cleveland riuscira’ a vincere una partita senza il supporto di Hughes (passato dai 2 punti di game one agli 0 di game two), Ilgauskas e/o Marshall. Gli unici due giocatori nel complesso sempre “positivi”, parlando di panchina, sono la sorpresa Gibson e Varejao. Finire sotto di 3-0 sarebbe andare contro oltre cinquant’anni di storia NBA: nessuna franchigia finita 0-3 e’ mai riuscita a ribaltare la serie in un 4-3. Dall’altra parte, a spingere per il tre a zero, ci sono gli Spurs il cui gioco (almeno nelle prime due partite) e’ risultato fluido, veloce, divertente e (soprattutto) devastante. Il trio delle maraviglie Ginobili-Parker-Duncan macina schemi su schemi tramutandoli in penetrazioni per Parker, tiri dalla media/lunga distanza (ma anche incursioni) per Ginobili e canestri dal verniciato per il Caraibico. Anche Horry, nella perfetta gara 2, si e’ messo in mostra con una partita, per le sue potenzialita’, di altissimo livello. Dunque i Texani cercheranno di ottenere l’ennesima “W” anche se il passato a noi piu’ vicino e’ contro di loro: nelle finali 2005 (anno in cui comunque vinsero il titolo) dopo due partite di dominio assoluto nei confronti dei Pistons andarono a Detroit e furono sconfitti consecutivamente per due volte. Come in molti obbiettano, pero’, la Detroit versione 2005 non era paragonabile alla Cleveland di oggi.


Spurs @ Cavs
- Finale disputata alla:
Quicken Loans Arena di Cleveland -

@

75   72
1 st) Bastano cinque minuti per capire che il quarto, a livello offensivo, non sara’ fra i migliori: entrambe le squadre infatti fanno registrare una mano particolarmente “ghiacciata”. Mentre gli Spurs cercano la miglior selezione possibile dei tiri (con Duncan, unico realizzatore Texano dei primi 5 minuti), i Cavs (nelle cui fila si registra l’assenza di Hughes e l’inserimento di Gibson nel quintetto base) continuano a provare tiri su tiri riuscendo ad allungare sul 7-6, +1, ma facendo crollare la percentuale dal campo a 3/11. Pavlovic ne segna altri due a cui segue una tripla del “dimenticato” Bowen ed il tabellone, a -5.43, torna in parita’: 9-9. Gooden e Varejao riportano Cleveland al comando di 4, tuttavia ancora una volta Bruce colpisce dalla lunga distanza ed e’ -1 Spurs: 12-13. I Cavs, supportati dal pubblico di casa, non demordono riposizionasi per altre due volte avanti di 4. L’ultimo canestro viene messo a referto da Vaughn e’ chiude il primo quarto sul 16-18, -2 San Antonio. Da sottolineare come entrambe le squadre stiano tirando con un diastroso 38% dal campo (7/18 Spurs – 8/21 Cavs).

2 nd) I padroni di casa, potendo contare sul dominio a rimbalzo (20 contro 9 a 2 minuti dall’avvio di quarto), trovano in James, Ilgauskas e Jones gli uomini su cui innestare il break iniziale di 8-3 per “fuggire” a quota +7: 26-19. Proprio mentre il tifo dei Cavs si fa sempre piu’ sostenuto Tony Parker, finora 0 punti, torna ad essere quello visto nelle prime due partite e con una serie di incursioni, aiutato anche da Finley, quando mancano 6 minuti esatti all’intervallo rimpicciolisce il divario a -5: 30-25. Qualche istante piu’ tardi James commette il terzo fallo personale (fallo in attacco) quindi torna in panchina, ancora Parker cerca la penetrazione ma sbaglia, Duncan rimbalza vede Bowen libero sull’arco dei tre punti ed e’ subito -2 San Antonio: 30-28. Nell’azione seguente Ilgauskas riesce ad ottenere (senza trasformare) un gioco 2+1 che oltre a ridare “ossigeno” ai Cavs, soprattutto costringe il Caraibico al rientro ai box perche’, come LBJ, si tratta del suo terzo fallo. La combo Pavlovic-Gibson parenon risentire troppo dell’assenza del “Re” ripristinando, a -2.30, un margine di 8 lunghezze. Tuttavia il trio Barry-Horry-Parker usa gli ultimi 120 secondi per salire il cattedra con uno 10-0 proiettando San Antonio avanti di 2: 40-38.


3 rd) Z, come viene soprannominato Ilgauskas, pareggia subito 40-40. Oberto e Parker, nonostante la serata “no” generale, non si fanno prendere dallo sconforto tornado sul +4 (44-40). La percentuale degli Spurs, pero’, cade a 2/7 dal campo e Cleveland, anche se con enorme difficolta’, riesce comunque a rifarsi sotto pareggiando 44-44, -6.31. Il duo Argentino-Francese (Ginobili, a proposito di Argentina, continua a restare fermo a 0 punti) ripristina il +4 Spurs e ancora volta, quando mancano -4.11, i padroni di casa, con Ilgausaks e Gooden, pareggiano 48-48. Da questo momento i Cavs vivono un momento di black-out generale (interrotto solamente da 2 punti di James) che dura sino al suono della sirena finale. Le cose vanno leggermente meglio per i Texani che grazie a Bowen e Barry (il primo con una tripla ed un 1/2 dalla lunetta, il secondo con una bomba) riescono a connettere un paio di canestri per portare San Antonio sul +5: 55-50. Ancora una volta da sottolineare le pessime percentuali dal campo: Spurs 5/15 e Cavs addirittura 6/22.

4 th) Mentre Cleveland prosegue la sua “sassaiola” nei confronti del canestro (finora 1/15 da oltre l’arco) Barry e Duncan, a -9.33, raggiungono per la prima volta nel match una leadership in doppia cifra: 60-50, +10. Sessanta secondi piu’ tardi Gooden e James, assolutamente non intenzionati a finire sotto 0-3 nella serie, si fanno vedere sul -5; il pubblico esulta anche se Duncan, Parker e Finley (mentre Manu prosegue il suo momento di “anonimato”), a -6.35, congelano la Q-Arena ripristinano il +10: 67-57. Coach Brown, vista la pessima serata al tiro di Gibson,opta per incaricare Pavlovic di colpire da oltre l’arco e Aleksander non sbaglia, al suo gioco segue un 2+1 di James e lo svantaggio dei Cavs, a -5.28, si riduce a 4 lunghezze: 67-63. Per tre minuti esatti da questo momento Cleveland (come San Antonio) non segna un canestro e si riprende solo a 2.26 con un viaggio in lunetta di LeBron per toccare quota -2: 67-65. Nel momento del bisogno Duncan (con 2 liberi) e Parker (da oltre l’arco) rispondono senza esitazione, tuttavia il +5 (72-67) Texano non dura molto perche’ Pavlovic da oltre l’arco, a -48.9, connette il -2: 72-70. Ancora una volta per 30 secondi nessuno riesce a violare le retine e quando mancano 10.4 finalmente Ginobili, mandato in lunetta su fallo sistematico, segna il primo canestro del match seguito, pero’, da un errore. LBJ non tradisce il minimo sussulto nello scaricare il 73-72, -1 Cavs. Mandato nuovamente alla linea dei liberi, Ginobili questa volta non sbaglia e con un 2/2 stacca 75-72, +3, -05.5. Ad incaricarsi del potenziale tiro del pareggio non puo’ che essere James ma gli dei del basket non accolgono la sua preghiera. Ilgauskas rimbalza e la sirena suona stabilendo la vittoria, per la terza volta di fila, di San Antonio. I Cavs concludono con 4 giocatori in doppia cifra, i migliori sono James (25 punti, 8 assists, 7 rimbalzi) e Ilgauskas (12 punti, 18 rimbalzi). A dir poco fallimentare l’inserimento di Gibson in quintetto che finisce con 2 punti 1/10 dal campo di cui 0/5 da oltre l’arco. Per gli Spurs sono solamente 3 in doppia cifra, oltre a Parker abbiamo Duncan (14 punti, 9 rimbalzi, 3 assists, 2 stoppate) e Bowen (13 punti - 4/5 da oltre l’arco - 9 rimbalzi). Ginobili, autore dei 3 punti decisivi per la vittoria, termina con 0/7 dal campo di cui 0/3 da oltre l’arco. La partita si conclude sul 75-72, +3 San Antonio.

M.V.P.: Tony Parker (17 punti, 5 rimbalzi, 3 assists)

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