22/06/2012
Gara 5
Gara 5
Oklahoma City Thunder @ Miami Heat
American Airlines Arena, Miami FL
American Airlines Arena, Miami FL
Vs.
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106 |
121 |
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Gara cinque -
Alla vigilia di gara cinque LeBron James ha incontrato la stampa innalzando, per quanto possibile, ancora di più le aspettative nei suoi confronti dichiarando di voler scendere in campo ed affrontare la sfida come se si trattasse di una gara sette. Da quando due anni fa andò in diretta televisiva per comunicare la scelta di lasciare Cleveland e di unirsi agli Heat, facendo scoppiare una “mezza rivolta” a Cleveland e attirandosi le critiche di tutto il mondo (non tanto per la decisione di fare le valigie quanto per aver fatto un programma apposta per comunicarlo), James si trova sotto la lente di ingrandimento di tutti i mass-media che hanno sempre sparato a zero per quanto riguarda le sue prestazioni (da dimenticare) nelle Finali (Cleveland e Dallas). Da oggi, però, non ci sarà più (o almeno non ci dovrebbe più essere) nessuna critica perché in ogni singola partita delle Finals 2012 è risultato l’MVP alzando il trofeo di MVP della finale con votazione unanime e gara 5 non ha fatto eccezioni. Completamente recuperato dai problemi di crampi alla gamba James ha dominato in lungo ed in largo il terreno di gioco diventando appena il quinto giocatore nella storia della NBA a concludere un match decisivo per la vittoria del titolo in tripla doppia: 26 punti, 11 rimbalzi, 13 assists. Prima di lui lo hanno preceduto Tim Duncan (2003), James Worthy (1988), Larry Bird (1986) e due volte Magic Johnson (1982-1985). “Significa tutto per me... Ho preso una decisione difficile lasciando Cleveland, ma avevo capito dove indirizzare il mio futuro… Avevo capito che qui a Miami il futuro sarebbe stato splendente. Questo è un sogno che diventa realtà e mi ripaga di tutti gli sforzi e di tutte le critiche subite negli ultimi anni.” LeBron James (Miami Heat) Se in gara 2 la “novità” era stata il rendimento di Battier ed in gara 4 quello di Chalmers per quanto riguarda gara 5 il giocatore capace di cambiare il corso del match è Mike Miller. L’ex-Wolves, con tutta la difesa concentrata su James, ha dato via ad una gara dei 3 punti in stile All-Star Game solo che i palloni non li raccoglieva dal carrello ma direttamente dai passaggi di James. Miller conclude con 7/11 dal campo di cui 7/8 da oltre l’arco ed un totale di 23 punti. A circa 3 minuti dalla fine coach Spoelstra, con il match, la serie ed il titolo ormai in cassaforte, decide di richiamare in panchina il Big Three che viene applaudito da una standing ovation più che meritata. LeBron trascorre gli ultimi minuti saltellando dalla felicità e solo il suono della sirena e la discesa dei coriandoli colorati dal tetto della AAA riescono a fermarlo. Prima di incontrare la stampa e dar via alla festa LBJ va a dare un lungo abbraccio a Durant per consolarlo della sconfitta. “Significa tutto per me” sono le prime parole di LeBron ai giornalisti: “Ho preso una decisione difficile lasciando Cleveland, ma avevo capito dove indirizzare il mio futuro… Avevo capito che qui a Miami il futuro sarebbe stato splendente. Questo è un sogno che diventa realtà e mi ripaga di tutti gli sforzi e di tutte le critiche subite negli ultimi anni”. Per quanto riguarda i giovani (ed inesperti) Thunder la loro prima avventura nelle Finals si conclude con un secco 4-1, ma come molti addetti ai lavori hanno già voluto sottolineare l’esperienza del 2012 per OKC non deve essere un punto di arrivo piuttosto uno di partenza. Solo tre anni fa, campionato 08/09, al loro debutto con la divisa di Oklahoma City terminavano la stagione con un disastroso 25-29. Campionato dopo campionato hanno immesso nuovi elementi, soprattutto dal draft, e nell’arco di (appena) tre anni hanno raggiunto le Finals. Con numeri simili e una squadra fatta da giovani non si può fare altro che crescere. Durant conclude con l’ennesima prestazione cinque stelle extra lusso: 32 punti, 11 rimbalzi, 3 assists, 2 recuperi. In doppia cifra pure Wesbrook il quale, però, torna ad avere problemi balistici: 19 punti con 20 tiri (4/20). Harden torna ad essere quello meritevole del trofeo di sesto uomo dell’anno (19 punti, 5/11 dal campo, 5 assists, 4 rimbalzi) anche se i suoi sforzi non servono a nulla. M.V.P.: LeBron James (26 punti, 11 rimbalzi, 13 assists) |
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