Nba Finals 2011
13/06/2011
Gara 6

Dallas Mavericks @ Miami Heat
American Airlines Arena, Miami FL


Dallas Mavs
Vs.
Miami Heat
105
95
Gara sei mette la parola “Fine” alle NBA Finals 2011 incorando per la prima volta nella storia della NBA, quindi anche in quella della franchigia, i Dallas Mavericks come campioni  e allo stesso tempo fa sprofondare gli Heat in una serie infinita di critiche.  In striscia con le altre cinque partite pure la sesta ha uno scarto contenuto, ma rispetto alle precedenti i Mavs  agguantano la leadership nel primo quarto e non la lasciano più chiudendo ogni frazione di gioco sempre in vantaggio.

A -2.27 dallo zero assoluto il jumper del tedesco oltre a significare +10 fa alzare i primi tifosi che delusi di quanto accade sul terreno di gioco e convinti della sconfitta iniziano a lasciare lo stadio. Il presentimento di alcuni è poi diventato certezza e a cinque anni di distanza da quel “maledetto” 2006 (quando Dallas, avanti 2-0 su Miami, perse 4 partite consecutive lasciando così agli Heat la possibilità di vincere il titolo all’American Airlines Center) arriva la “vendetta” dei Texani:  vittoria 105-95 e festa all’American Airlines Arena (lo stadio di Miami).

Il curriculum vitae di Nowitzki con questo trionfo si completa a tutti gli effetti: oltre all’MVP (vinto nel 2007) aggiunge il titolo NBA e quello di M.V.P. delle Finali. “Ancora non riesco a crederci. Abbiamo lavorato duramente e per tanto tempo con l’obiettivo di arrivare a vincerlo” afferma Dirk che delle precedenti finali ricordava solo l’umiliazione per aver perso quattro partite consecutive quando il titolo sembrava a portata di mano (nessun team prima dei Rosso-Neri nel 2006 aveva mai ribaltato uno 0-2 iniziale). “Abbiamo fatto una corsa pazzesca per arrivare sino a qui” conclude il tedesco  abbracciato e portato in trionfo da tutti i Mavericks a partire da Jason Terry rimasto, con Dirk, l’unico giocatore presente nel roster del 2006. “The Jet” ha iniziato male le Finals riuscendo a sbloccarsi solo negli ultimi match compresa gara 6 dove è stato l’MVP della sfida:  27 punti, 11/16 dal campo, 3/7 da oltre l’arco, 3 rimbalzi, 2 assists e 2 recuperi.  “Stanotte, ci siamo vendicati” ha commentato Terry prima di lanciarsi nella “bolgia” dei festeggiamenti . L’argomento “vendetta”, però, è stato utilizzato da Terry anche durante la partita come “motivazione” quando in uno dei time-out finali ha preso da parte Nowitzki dicendogli: “ricorda il 2006”. Per Terry  (33 anni) e Nowitzki  (32 anni) si tratta del primo anello in carriera e lo stesso discorso vale per Jason Kidd arrivato due volte a sfiorarlo senza mai vincerlo quando si trovava alla guida dei Nets  (2002 e 2003).  “Ancora non riesco a credere al viaggio che abbiamo fatto per arrivare sino qui - afferma il playmaker trentottenne visibilmente emozionato - Il cammino e le qualità dei miei compagni mi hanno sempre fatto credere che saremmo riusciti a vincere un titolo. Volevano darmi un anello e stanotte, giocando bene dall’inizio alla fine, ci sono riusciti. Ero arrivato su questo palcoscenico già due volte e ne ero uscito sconfitta. La terza volta  è stata quella fortunata”.

A proposito di sconfitti due volte nella fase finali è impossibile non citare LeBron James il quale,  dopo lo smacco del 2007 (eliminazione netta 4-0), esce di nuovo a testa bassa e senza anelli. Rispetto a quattro anni fa, però,  la situazione per lui è peggiorata perché  oggi viene accusato dai tifosi di essere stato l’anello debole della catena (prestazioni sempre molto al di sotto della media). In oltre a puntargli il dito contro ci sono un po’ tutti i fans della NBA a partire da quelli di Cleveland  (città “tradita” da James dodici mesi quando decise di andarsene in diretta televisiva) che per tutto il periodo della finale hanno indossato la maglietta “Cavs for Mavs”  appoggiando senza mezzi termini i Texani.  Anche a Chicago (dove sempre nell’estate 2010 lo attendevano per formare un trio stellare in compagnia di Rose e Wade) hanno apertamente sostenuto Dallas. Appena qualche istante dopo la sconfitta dall’account Twitter di Gilbert (owner dei Cavs) è stato pubblicato il messaggio: “I Mavs non si sono MAI dati per vinti  ed ora l’intera franchigia può celebrare un titolo. Una vecchia lezione si ripete e tutti devono fare attenzione: NON ESISTONO SCORCIATOIE PER VINCERE IL TITOLO. NESSUNA” ovviamente le parole sono riferite ancora una volta a James e alla scelta di andarsene. I 72 trionfi di Miami (stagione + playoffs) non sono serviti a nulla ed ora la scelta di celebrare l’arrivo di Bosh e James con una parata degna di quando si vince un titolo viene derisa e disapprovata  a gran voce da tutti i fans.

Questa  è una squadra vera” afferma Rick Carlisle entrando nel club esclusivo (con lui 11 elementi) delle persone in grado di vincere il titolo da giocatore e da allenatore “Questa è una squadra vecchio stile. Non corriamo a massimo regime o non saltiamo alto. Ma i ragazzi sono pronti a coprirsi le spalle a vicenda. Abbiamo giocato nel modo giusto, abbiamo passato la palla cercando l’uomo libero ed ora si tratta di una vittoria fenomenale per la città di Dallas”. Appena suonata la sirena Mark Cuban, owner dei Bianco-Blu, è corso in campo ad abbracciare Nowitzki e appunto Carisle per aver coronato il suo sogno.  “Sono felice per Mark e sono felice per Dirk e Kidd. Inseguivano questo obiettivo da tanto e insieme siamo riusciti a centrarlo” afferma ancora Carlisle capace prima di tutto di cambiare la mentalità difensiva del team. “Il tempo di Miami arriverà, ma oggi è il nostro tempo e dobbiamo festeggiare”.

Oltre a Terry, MVP della partita, per Dallas chiudono in doppia cifra: Marion (12 punti, 8 rimbalzi), Barea (15 punti, 5 assists, 3 rimbalzi, 2 recuperi) e Nowitzki (21 punti, 11 rimbalzi).  Nella fila degli sconfitti segnaliamo Bosh (19 punti, 8 rimbalzi), Wade (17 punti, 8 rimbalzi, 6 assists),  James (21 punti, 6 assists, 4 rimbalzi) e Chalmers (promosso in quintetto non delude con 18 punti e 7 assists).



M.V.P.: Jason Terry (27 punti, 3 rimbalzi, 2 assists, 2 recuperi)


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