Nba Finals 2010
07/06/2010
Gara 2

Boston Celtics @ Los Angeles Lakers
Staples Center, Los Angeles CA


Boston Celtics
Vs.
L.A. Lakers
103
94
1 st) Delle tante discussioni nate dopo la brutta gara 1 dei Boston Celtics quella di fondo resta una: “come reagirà Boston alla brutta partita?” Visiti i primi tre minuti non si può dire nel migliore modi: KG spende subito due falli, il suo sostituto  Davis uno e su entrambi i lati del campo la squadra fa fatica a decollare. Fisher, Artest e Bynum (quest’ultimo servito su passaggio di rimbalzo al volo di Bryant) a -9.25 comandano 7-2. Doc Rivers decide di non interrompe il flusso della partita fidandosi dei propri ragazzi e la mossa paga dal momento che i due grande assenti di gara uno si mettono in moto. Rondo, rimasto in ombra nella sfida d’esordio, ne infila quattro di fila anche se a fare la differenza replicando azione dopo azione a Bynum (alleyoop da Fisher), Gasole Bryant è Ray Allen. L’ex-Sonics, limitato dai falli due giorni fa, a -4.38 vanta 4/5 dal campo (due triple)  ed è il motivo principale per cui il tabellone indica 18-17, +1 Celtics.
Gli attacchi, dopo il primo time out per mandare in onda la pubblicità, risultano più macchinosi con diversi errori su entrambi i lati del campo. Nonostante Bryant arrivi rapidamente a quota 5 assists il gioco dei Lakers, soprattutto in difesa, non convince: Sheed connette l’ennesimo tiro da oltre l’arco (Boston chiude con 3/4 da tre punti dopo il brutto 1/10 di gara 1) e l’incapacità di fermare Pierce in modo ‘ pulito’ (Odom spende 3 falli) manda il nativo di Los Angeles in lunetta per un paio di occasioni. Al suono della sirena finale i Bianco-Verdi chiudono a quota +7: 29-22.

2 nd) Il tentativo sbagliato di Gasol rappresenta il decimo tiro a vuoto  per i padroni di casa che trovano un po’ di giovamento solo dagli uomini della panchina Farmar (schiacciata) e Brown (viaggio in lunetta). Il contributo di Jordan e Shannon, però, non basta a fermare l’ascesa dei campioni Nba 2008: Rondo volteggia nell’area per insaccare un finger-roll che ricorda quello dei tempi d’ore di Kidd e Ray Allen completamente libero scocca una tripla in transizione. A  -9.06 Jackson non attende oltre è chiama time-out: il vantaggio per la formazione ospite raggiunge la doppia cifra (36-26).
I due punti di Farmar come la stoppata di Bynum su Rondo (quarto tiro respinto da parte di Andrew) sono del tutto inutili causa una difesa incapace di ruotare su Ray Allen. Nonostante si sia confermato uno dei giocatori più “on-fire” viene continuamente lasciato libero da oltre arco e l’ex-Sonics non rifiuta nessun tiro. Le sue triple si insaccano una dietro l’altra ricordando il Jordan della finale contro i Blazers: a cinque minuti dalla fine vanta 6/6 dalla lunga distanza, 22 punti in totale e Boston vola a 45-32, +13.
Kobe Bryant decide di non concedere ulteriore vantaggio agli avversari mettendosi sulle piste di Allen in difesa e diventando il terminale offensivo principale in attacco. A -3.20 il lavoro di Black-Mamba riavvicina i Lakers a quota -10 (49-39) anche se il numero 24 deve lasciare il terreno di gioco perché autore del terzo fallo (Ray Allen fa finta di essere spinto e gli arbitri “abboccano” fischiando l’infrazione su Kobe). Ancora l’ex-Sonics segna da oltre l’arco e la tripla numero 7 pareggia il record per bombe realizzare in una gara di finale (record scritto da Scottie PIppen).L’esempio dato da Kobe, però, lascia il segno: Gasol ed Artest lottano con tutte le loro forze su ogni  singolo possesso portando il divario a quota -9. Allen sbaglia il primo tiro da oltre l’arco e lascia ancora 40 secondi sul cronometro. Black Mamba chiede a Jackson di rientrare. Acconsentendo Jackson regala un finale di primo tempo da brividi: Kobe attira il raddoppio e serve Artest, la tripla del numero 37 va fuori, Boston rimbalza, Bryant rapina il passaggio e da oltre l’arco, sulla sirena insacca la bomba che manda in delirio lo Staples e riapre completamente la partita. All’intervallo, infatti, il divario si è ridotto a 6 punti: 54-48, +6 Celtics.



3 rd) La tripla finale di Kobe non ha solo rubato le telecamere di fine primo tempo (già pronte a seguire Ray Allen), ma soprattutto ha ridato fiducia ai padroni i casa i quali avviano la terza frazione di gioco in modo impeccabile. Con un magistrale lavoro di squadra Gasol, Artest e ovviamente Mr.81 scrivono un 9-2 costringendo Doc Rivers al time-out dopo nemmeno 120 secondi perché a condurre sono i padroni di casa 57-56, +1.
La sfida prosegue con un registro che non si era ancora visto in questa gara 2: dopo il dominio dei Celtics e la rimonta dei Lakers, infatti, la partita avanza con uno scambio di battute che fanno registrare tre volte la parità e quattro volte il cambio di leadership. A battagliare per i Lakers abbiamo soprattutto Bynum e Gasol dal momento che a Bryant (prima del giro di boa) viene fischiato il quarto fallo. Le infrazioni sono quattro pure per The Big Ticket Garnett, ma i Celtics non ne sentono troppo l’assenza grazie a Rondo, Pierce e Allen. Quest’ultimo con l’ottava tripla messa a referto entra nella storia delle finali con il maggior numero di bombe realizzare in una partita delle Finals. A -3.28 Fisher, alla Duncan, usa il tabellone per segnare ed il punteggio ritorna in parità: 68-68.
Guidati dalla regia e della grinta di Rondo (già autore di 10 assists e capace di prendere 10 rimbalzi)  Davis e ‘Sheed per due volte provano a tornare al comando. In entrambe le occasioni i Giallo-Viola si affidano a Gasol che non delude le aspettative mettendo i sigilli al terzo quarto in perfetta parità: 72-72.

4 th) L’ultima frazione di gioco non si apre nel mondo migliore per i Lakers: Allen e Davis vanno a canestro mentre a Bryant viene fischiato il quinto fallo. Coach Jackson decide comunque di lasciarlo in campo anche se ad occuparsi del settore offensivo sono Odom (gioco 2+1) e Vujacic i quali ritornano in vetta 78-76, +2. La formazione ospite, però, non batte ciglio e trova in Davis e Robinson gli uomini giusti per replicare. Il primo si batte con tutte le sue forze sotto le plance mentre il secondo, decisivo in gara sei contro Orlando e nullo in gara uno delle finali, realizza cinque punti filati per condurre 83-80 a -8.12.
Il vantaggio creato da Krypto-Nate dura un ‘amen’ perché Farmar pareggia e Bynum, nel traffico con due uomini, schiaccia il sorpasso.  Poco più tardi Bryant materializza un gioco 2+1 e replicando a Rondo ripristina 3 punti di leadership per i Giallo-Viola: 90-87. Rajon, però, non ha la minima intenzione di arrendersi: approfittando dei cinque falli con cui gioca Bryant (ma non è l’unico perché nella stessa situazione ci sono Artest e Garnett) attacca direttamente il canestro e azione dopo azione risana il deficit (raggiunge la tripla doppia) e a -2.59 proietta i Bianco-Verdi avanti 91-90, +1.
Con 1/4 dal campo Garnett realizza il secondo tiro della sua partita che vale il +3. Dall’altra parte del parquet Rondo stoppa Fisher e lancia il contropiede. Uno contro due Bryant riesce a fermare la coppia Allen-Rondo anche se solo per un istante. Dopo il time-out un Rajon dimenticato dalla difesa si prende un tiro completamente indisturbato dalla media che vale il +5, 95-90, a -1.50.
Forse complice la stanchezza causata dalla rimonta i Lakers  nei due possessi successivi non producono niente di buono mentre Perkins  estende la leadership a otto punti: 98-90. Inutile anche la tripla di Bryant a 47.1 dalla fine per agganciare sul -5 perché Boston, dalla lunetta, si aggiudica la partita portando la serie sul 1-1 e ribaltando il fattore campo (le eventuali prossime 5 partite saranno disputate 3 in casa dei Celtics e 2 a Los Angeles). Per i Lakers si tratta della prima sconfitta in casa nella post-season 2010.


M.V.P.: Rajon Rondo (19 punti, 12 rimbalzi, 10 assists, 2 recuperi)


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