Nba Finals 2010
04/06/2010
Gara 1

Boston Celtics @ Los Angeles Lakers
Staples Center, Los Angeles CA


Boston Celtics
Vs.
L.A. Lakers
89
102
1 st) Il “catch and shoot” praticamente immediato di Rondo mette subito in chiaro che Rajon, dopo le tante voci sulle condizioni fisiche legate alla propria schiena, sta bene. Tuttavia, per fortuna, non è l’unico: a turno ogni membro dello strating line up dei Lakers va a referto compreso Artest che fa registrare qualche screzio con Paul Pierce. Avanti 10-4 ad evitare la fuga per i padroni di casa sono (ancora) Rondo ed il nativo di Inglewood (Los Angeles) Paul Pierce. Gasol, dall’altra parte, ci mette una pezza con un tap-in su un errore di Kobe e a -5.30, quando Doc Rivers vuole parlarci sopra, il pubblico applaude il catalano ed il punteggio sul 16-10 in favore della squadra di casa.
Un altro fallo costringe Coach Jackson,  già vincitore di 10 anelli come coach, a sostituire il proprio mastino specialista della difesa Ron Artest. Come lui pure Fisher si trova già in panchina da un paio di minuti perché pure sulle spalle di ‘Da Fish’ gravano due infrazioni. Nelle fila dei Bianco-Verdi si registra l’ingresso di Sheed anche se a riportare in carreggiata Boston, in una frangente dal ritmo davvero lento, ci pensano una serie di liberi targati Pierce.  A -2.50 è Jackson a chiedere il break sul +2: 18-16.
Il ritmo della partita continua a non decollare e si fatica a tenere la conta dei falli: Tony Allen arriva rapidamente a tre per i Celtics e Bryant taglia quota due. Il tutto va a discapito dello spettacolo che si riduce in una serie di liberi segnati da una e dell’altra parte. A rinvigorire lo Staples Center sul finale  sono le ultime due incursioni a tutta velocità di Shannon Brown e Sasha Vujacic che permettono ai padroni di casa di chiudere avanti 26-21, +5 L.A.

2 nd) Jackson decide di schierare tutta la panchina al fianco di Bynum nell’avvio secondo quarto. Walton serve proprio Andrew per una bimane, ma i problemi di falli rimangono con Odom autore della terza irregolarità. Sull’altro versante cambia l’inerzia Rasheed Wallace artefice di un piazzato dalla media distanza,  una dalla lunga ed una stoppata su Gasol.  Se i Lakers restano avanti di 4, 30-26, lo devono a Brown autore dell’ennesima incursione.
Nella pausa Rivers chiede ai suoi di “controllare di più la palla perché solo in questo modo potranno gestire meglio il loro attacco, correre o costruirsi dei tiri”. I suoi ragazzi, in grado di mettere ko la miglior squadra della Lega (i Cavaliers), recepiscono le parole del coach e le traducono in realtà: Ray Allen smarcandosi sui blocchi riesce a connettere due piazzati completamente da libero; Perkins riceve palla sottocanestro e rimasto accoppiato con Vujacic schiaccia con quest’ultimo “attaccato” alla maglia e la mossa gli vale un gioco 2+1; un tiro svitamento (marchio di fabbrica) di Garnett ai danni di Gasol stabilisce il -2 (37-35).  A Coach Zen non bastano le sole azioni di Bynum e Kobe  (grazie ai quali L.A. si aggrappa al vantaggio) quindi, a -4.47,  chiama un time-out.
Le parole del dieci volte campione Nba non vengono riportate, ma trasformano letteralmente il ritmo del quarto: Artest, finora fermo a 2 punti, ne segna 5 di fila (tripla e contropiede innescato dal furto di Fisher ai danni di Pierce); Bryant replica subito all’alley-oop di Rondo per Garnett; Fisher scardina di nuovo l’attacco avversario e si costruisce un tiro arcobaleno che trova solo il fondo del secchiello e regala ai padroni di casa un margine in doppia cifra: 48-37, +11. Sulla sirena Rondo infila due punti, ma l’inerzia è tutta per i Lakers avanti di 9: 50-41.  



3 rd) Nonostante la”vagonata” di falli fischiati (Fisher, Artest, Bynum autori subito della terza irregolarità; Ray Allen della quarta) le forze sul terreno di gioco si equivalgono per quasi sei minuti. Infatti la partita, come visto solo a tratti nel secondo quarto, si trasforma in un botta e risposta fra le due franchigie.  Per la squadra ospite mettono gli argini alla fuga degli avversari Ray Allen, Kevin Garnett, Kendrick Perkins il tutto con in regia (non per questo esente dai compiti offensivi) Rajon Rondo.  Dall’altra parte sono pronti a dare battaglia per mantenersi in vetta Pau Gasol, Andrew Bynum, Derek Fisher e ovviamente Kobe Bryant. Black Mamba a -6.10 riceve la palla da Artest (fresco di furto su Pierce) e in un Arena completamente in piedi schiaccia in campo aperto per la massima leadership vista sinora: 65-52, +13. Rivers corre ai ripari con un time-out.
Proverbiale nel secondo quarto Rivers non riesce, almeno nell’immediato, a ridare energia ai suoi per rientrare in gara uno perché la pausa seguente, a -2.10, viene di nuovo chiamata da lui su un divario praticamente identico. Boston, infatti, nella migliore delle occasioni riesce a farsi vedere sul -9 per tre volte. Ai punti di un Garnett in versione tempi d’oro dei “Wolves”, però, non arriva il giusto supporto e cosi i Lakers azione dopo azione replicano prima con Pau Gasol quindi con Kobe Bryant. Una stoppata di Black Mamba su Tony Allen proiettato a schiacciare infiamma il pubblico che esplode quando Fisher serve su alley-oop ancora Mr.81 ed il +13, 75-62, costringe Rivers al sopracitato time-out con poco più di 120 secondi da giocare.
Purtroppo per i tifosi di Celtics gli ultimi 2 minuti non riservano niente di buono per Boston: Ray Allen commette il quinto fallo ai danni di Kobe, ma il problema più grande si registra in fase difensiva dove Boston sembra la fotocopia sbiadita di quanto visto nelle semi-finali e finali della Eastern Conference. Una difesa incapace di ruotare finisce per mandare in lunetta a turno Bryant, Fisher e Gasol.  Rasheed Wallace, come se non bastasse,  prende un fallo tecnico mentre Artest mette la ciliegina sulla torta con un tiro da oltre l’arco completamente da libero. L’ex-Rockets trova solo il fruscio del cotone ed il vantaggio dei padroni di casa indica raggiunge i 20 punti: 84-64.

4 th) Forse già con la testa proiettata in gara due I Lakers aprono sotto tono l’ultimo quarto costringendo il proprio allenatore ad un break quando manca 8.28 allo zero assoluto. La panchina dei Bianco-Verdi guidata da Robinson e con il duo Pierce-Garnett a macinare punti sale in cattedra con un break di 10-1 che riapre la partita riducendo ad 11 il divario: 85-74.
Arrivati fino a questo punto, però, i padroni di casa non hanno alcuna intenzione di cedere il passo: Artest stoppa Davis, recupera la palla e serve Brown il quale a sua volta lancia in campo aperto Gasol. La schiacciata del catalano si unisce ai punti di Farmar e ad una manciata di secondi dal giro di boa i Giallo-Viola conducono di 15, 91-76.
Ad un pasticcio di Garnett in attacco (tre tentativi, uno di seguito all’altro, sbagliati) segue un  tap-in volante di Odom per correggere l’errore di Gasol. Rivers vuole parlarci di nuovo sopra, ma lo sforzo finale di Paul Pierce va a ‘vuoto’ perché i suoi sei punti trovano dei Lakers sempre pronti a replicare. Il colpo di grazia, se qualcuno aveva ancora dei dubbi, arriva con Kobe che prima serve Artest da oltre l’arco quindi in prima persona, ad una manciata di seconda, spara la tripla che chiude 102-89.


M.V.P.: Kobe Bryant (30 punti, 7 rimbalzi, 6 assists, 1 recupero, 1 stoppata)


Tutti i loghi, marchi ed immagini riportati in questo sito appartengono ai rispettivi proprietari. Quindi tutti i diritti sono riservati ai loro proprietari. Copyright © 2003-2016 www.joeiverson.com | Tutti gli articoli e le biografie sono di proprietà degli autori.
<