La biografia di



Stephon Marbury
Biografia aggiornata a fine stagione 2007/08

Stephon e' nato il 20/07/77 nel quartiere di Brooklyn, sezione di Coney Island a New York. Gli appassionati di New York e degli States sanno che Coney Island era nata come localita' esclusiva ma pian piano, con il tempo, si e' trasformata in uno di quei quartieri poco felici da frequentare se non si hanno le giuste amicizie... Rimane comunque indiscussa, la grande qualita' di giovani pieni di talento che giocano per i play-ground e le scuole di questo quartiere e Steph ne e' un esempio vivente.

Per la famiglia Marbury frequentare la Lincon High School e' un tradizione che si ripete ormai da anni. I primi a farne parte furono i suoi tre fratelli maggiori, poi fu l'epoca di Stephon e attualmente anche suo fratello minore, considerato fra i migliori Junior di tutta l'America, sta andando alla Lincon High School.

Steph negli anni del liceo si fece un nome anche fra i campetti: era famosissimo al Rucker Park di Harlem e nella gabbia di West 4th Street in Lower Manatthan (posti frequentati a suo tempo da Jamal Mashburn). Quando' fini la scuola contemplo' la possibilta di fare il salto nel mondo dei pro. Ma non sentendosi completamente pronto a giocare ai massimi livelli decise che un paio d'anni di College non gli avrebbero fatto male...

Sulle orme degli altri grandi Point-Gard della storia nati sul asfalto (Kenny Anderson e Mark Price) decise di frequentare Georgia Tech. Il suo anno da Freshman fu davvero memorabile viaggio' a una media di 18.9 punti, 4.5 assist e 3.1 rimbalzi. Fu l'ottavo giocatore delle College ad essere nominato Rookie dell'Anno della ACC e venne anche inserito nel primo quintetto di Conference! Trascino' la sua squadra fino al terzo round del torneo Finale NCAA dove venne eliminato da Cincinnati.

Tutto cio' gli diede la convizione di essere pronto per fare il grande salto nella Nba e quindi venne scelto al numero 4 assoluto al draft 1996 da parte dei Milwaukee Bucks che lo scambiarono con la chiamata numero 5, Ray Allen, dei T-Wolves. L'idea di Minnesota era quella di formare un duo che negli anni sarebbe diventato inarrestabile con Marbury e Garnett. Durante il suo anno da Rookie chiuse con 15.8 punti e 7.8 assist e i Wolves centrarono l'obiettivo Play-Offs (eliminati al primo turno dai Rockets)...

L'anno seguente aumento' punti e assist, la sua presenza in campo diventava sempre piu' fondamentale e cosi' i Wolves raggiunsero di nuovo i Play-Offs dove diedero battaglia ai Sonics fino a Gara 5 del primo turno. Iniziata la sua terza stagione, 1998-99, Steph migliorava ancora con 21.3 punti di media e 8.9 assist, quindi, la dirigenza inizio' a parlare di rinnovare il contratto ma Marbury sognava di tornare a giocare dalle sue parti, New York, e disse subito che non avrebbe ri-firmato per due motivi: primo a Minnesota non trovava abbastanza svango nel tempo libero e per seconda cosa disse che non aveva intezione di restare a fare da "seconda stella" a Kevin Garnett. Questa sua ultima dichiarazione gli costo' parecchie critiche. La Dirigenza a questo punto per evitare di perderlo in cambio di niente fece uno scambio a tre con i New Jersey e i Bucks, mandandolo ai Nets in cambio di Terrel Brandon di Milwaukee.

Finita la storia con i Wolves inizio' quella con i Nets. Nei tre anni disputati la sua media punti ando' sempre in crescendo arrivando a toccare 23.9 pt e 7.6 as nel 2000-01 ma non fu mai ben visto in questa squadra. Un motivo potrebbe essere che nel 97-98 i Nets avevano raggiunto i Play-Offs e sperevano di fare lo stesso con Marbury in campo ma, Steph, ai Nets falli' sempre questo obbiettivo. Nonostante la sua media complessiva di 8.3 assist veniva considerato come un giocatore egoista che non passava la palla e sopratutto nei momenti caldi tendava a fare tutto da solo buttando via parecchi palloni.

Terminata la stagione 2000-01 i Nets decisero di spedirlo ai Phoenix in cambio di Jason Kidd. L'effetto Kidd a New Jersey e' ben noto a tutti mentre Marbury nel suo primo anno ai Suns vide scendere la sua media punti e falli' nuovamente l'obbiettivo Post-Season.

L'anno seguente, 2002-03, ebbe la possibilta' di mostrare a tutti il suo potenziale formando un trio formidabile con Marion e Stoudemire. Marbury passo dall'essere considerato un playmaker egoista ad uno dei migliori di tutta la lega. Tenne medie di 22.3 punti, 3.2 rimbalzi e 8.1 assists a partita. Riusci' a fare qualificare i Suns nella postseason dove furono eliminati al primo turno ma diedero parecchio filo da torcere agli Spurs.

Convinto di avere trovato "casa" nell'estate del 2003 firmo' un'estensione del suo contratto ma dopo pochi mesi di Stagione Regolare 2004 venne incluso in una trade con Hardaway e Trybanski per Eisley, Ward, McDyess, Lampe ed i diritti di Vujanic. Da una parte, Stephon, fu molto triste di lasciare l'Arizona ma dall'altro fu felice di tornare a casa e poter coronare il sogno della sua vita: giocare nel Madison Square Garden con la maglia dei Knicks. In questa sua "annata di transizione" concluse con 20.2 punti, 3.2 rimbalzi e 8.9 assists. Da sottolineare che riusci anche a guidare i Knicks alla post-season (era dal 2001 che non accedevano ai playoffs) ma qui' trovarono i Nets che al primo turno spazzarono via Steph&Co. con un secco 4-0.

Nel 2004/05 si confermo' uno dei migliori a New York con 21.7 punti, 3 rimbalzi e 8.1 assists di media ma queste cifre passarono in secondo piano a causa della "brutta" situazione dei Knicks: con il monte salari piu' alto di tutta la lega non trovarono mai la giusta chimica, non a caso Wilkins si licenzio' dal posto di coach, e alla fine arrivo' l'esclusione dai Playoffs. Nel 2005/06 i suoi numeri, 16.3 punti, 6.4 assists e 2.9 rimbalzi, tutti in calo rispecchiano una delle piu’ caotiche stagioni vissuti dai Knicks. Infatti Coach Brown, con il quale Marbury litigo’ piu’ volte (Brown, da tradizionalista qual'e', voleva un Marbury piu' attento ai passaggi e meno all'attaco; Marbury, da realizzatore qual'e', pensava prima a segnare e poi a passare), non riusci’ mai a trovare la ricetta “giusta” e per New York quella che doveva essere la stagione della rinascita si tramuto’ in una delle piu’ deludenti di tutti i tempi. Nessun giocatore, quindi nemmeno il “nativo della Big Apple” Marbury, a fine annata (ma anche durante il corso della stagione) fu esente da critiche di ogni genere.

La presenza di molte “bocche di fuoco”  fece calare la media punti di Marbury ai “minimi storici” (sino al 2006/07 aveva segnato di meno solo nella stagione da rookie): 16.4 punti ai quali aggiungeva 5.4 assists e 2.9 rimbalzi. Il campionato 2007 dei Knicks termino’, come ormai accadeva da un paio d’anni, fra le polemiche perche’ a fronte di un monte salari fra i piu’ dispendiosi di tutta la Lega il team  Bianco-Arancio continuava a non raggiungere la post-season. Ovviamente Marbury, pietra angolare del team disegnato da Thomas, era fra i piu’ bersagliati dall’opinione pubblica e lui continuava a gettare benzina sul fuoco. Nell’estate 2007 infatti non utilizzo’ una clausola per diventare free-agent e poche settimane dopo, di ritorno dall’Italia, disse che  il suo obbiettivo era quella di trasferirsi nel campionato Italiano appena terminato l’ingaggio. Dal giocatore franchigia di un team ci si aspettano altre dichiarazioni (pensare a vincere, fare i playoffs, ecc) mentre questa ebbe come unico effetto quella di creare ulteriori caos all’interno dello spogliatoio.

Vediamo come ha concluso il 2007/08:

Punti
Rimbalzi
Assists
13.9
2.5
4.7

I  punti di Marbury sono ad oggi il suo minimo storico, da rookie ne segnava 15.8, ma la stagione 07/08 di Starbury e’ stata limitata ad appena 24 partite per diversi motivi. Thomas (che lo porto’ ai Knicks come il “salvatore” del Team) dopo un paio di partite deciso di metterlo fuori squadra per poi fare “marcia indietro” e riammetterlo in quintetto. Verso Natale uno sfortunato incidente famigliare (la morte del padre durante una partita) lo costrinse a fermarsi per quasi un mese e poi un intervento chirurgico per rimuovere dei frammenti di ossa dalla caviglia lo mise “definitivamente” fuori dai giochi.  L’infortunio, pero’, da molti era considerato guaribile con un paio di settimane di riposo quindi la decisione di tenerlo lontano dalla squadra sarebbe stata ancora un’idea di Isiah (la mossa comunque non e’ servita a molto dato che i Knicks sono stati comunque eliminati dai playoffs).  Con il cambio ai vertici della dirigenza, Walsh e’ stato assunto come presidente e Thomas licenziato da allenatore, il futuro di Marbury nella Big Apple e’ piu’ incerto che mai.

Per scoprire la galleria fotografica di Marbury cliccate sul link sottostante. Buona visione!  


Nba Stars: Stephon Marbury