La biografia di

brand

Elton Brand
Biografia aggiornata a fine stagione 2008/09:
Elton Tyron Brand e’ nato l’11 febbraio del 1979 a Cortland, una citta’ poco distante dalla Grane Mela, nello stato di New York. Elton venne a conoscenza del pallone a spicchi, e di tutto il mondo del College Basket e dell’NBA, fin da piccolo al punto che quando entro’ a far parte della High School locale, parlando con sua

Dopo essersi impegnato duramente alla HS riusci' a coronare il sogno di giocare per Duke.
mamma, rivelo’ l’intenzione di proseguire poi i propri studi nelle Universita’ del Paese con le migliori tradizioni cestistiche della storia NCAA (Duke, North Carolina o Georgetown erano i suoi obbiettivi) per diventare un giocatore professionista.

Nel periodo della High School le sue “quotazioni” andarono sempre in crescendo, questo fu sicuramente merito di Coach Lou Panzanaro (allentare della High School) ma principalmente fu anche grazie al suo carattere e alla sua etica lavorativa che Brand riusci’ a diventare uno dei migliori prospetti di tutti gli States. Sfruttando il suo fisico, al secondo anno era gia’ alto 1.94, e lavorando per ore e ore in palestra con lo scopo di raffinare tutti i suoi movimenti alla fine riusci’ a centrare quegli obbiettivi che solamente un paio d’anni prima parevano un’utopia. Con la squadra del Liceo vinse due titoli statali e chiuse l’anno da Senior con due citazioni speciali: fu inserito nel primo quintetto ideale di Parade All America e nel secondo di Usa Today. Fu anche chiamato a partecipare al McDonald's All American Game cioe' la manifestazione dove sono convocati i migliori prospetti pronti a passare al College. Le sue cifre nell'ultima anno di High School parlavano di 25.9 punti, 16.2 rimbalzi e 6 stoppate. Da sottolineare che il suo nome era diventato gia’ fra i piu’ noti sui Playground della Big Apple dove Brand trascorreva buona parte dell’estate.

A mostrare interesse nei suoi confronti non erano solamente gli Atenei elencati da Elton ma bensi’ era nel mirino di praticamente tutte le Universita’ degli Stati Uniti. Lui, fedele alla propria idea, invio’ la propria lettera di intenti a Duke che fu ben felice di poterlo inserire nel programma di pallacanestro della scuola. Nonostante il primo anno inizio’ con un “pizzico” di sfortuna, fu costretto a saltare quindici incontri per via di un infortunio al piede sinistro, alla fine, una volta rientrato, non deluse le aspettative e si confermo’ uno dei migliori rookie di tutto il campionato. In totale disputo’ 21 incontri (18 volte titolare) e chiuse con una media di 13.4 punti, il 59.2% dal campo, 7.3 rimbalzi e 1.2 stoppate a partita. Fu il quinto freshman nella storia dell’Ateneo di Duke a concludere il primo anno in doppia cifra per punti segnati (prima di lui ci riuscirono Dawkins, Alarie, Hill e Langdon). Le prestazioni di Brand, a livello nazionale, furono premiate con una menzione d’onore All America fatta da AP (Associated Press) nei suoi confronti.

La seconda annata, 1998-99, fu un trionfo

A Chicago fu il leader del dopo Jordan ma dopo un paio d'anni fini' ai Clippers.
assoluto: sotto la guida di coach Mike Krzyzewsky, storico allenatore di Duke, e senza nessun infortunio, Brand gioco’ 39 partite dimostrando di essere pronto per fare il salto nel mondo NBA. Le sue cifre, ottenute in 30 minuti (circa) di utilizzo a serata, parlavano di: 17.7 punti, il 62% dal campo, il 70% dalla lunetta, 9.8 rimbalzi, 1.1 assists, 1.1 palle rubate e 2.2 stoppate. Sicuramente da sottolineare le sue partite contro Virgina e Fresno State. Contro la prima mise a segno il suo carrer-high di punti (33) mentre contro la seconda quello di rimbalzi (21 – era dal 1970 che un giocatore di Duke non superava quota 20 rimbalzi catturati). Nella sua conference, la ACC, termino come il giocatore con la miglior percentuale dal campo, il secondo rimbalzista, il secondo marcatore ed il quarto stoppatore. A livello nazionale risulto’ avere la quarta miglior percentuale dal campo e fu il diciannovesimo rimbalzista. Ricevette una quantita’ a dir poco “industriale” di premi individuali: MVP della ACC, MVP delle Final Four, MVP di tutto il campionato NCAA di college; eletto miglior giocatore da tutti i maggiori enti quali AP, Sporting News, NABC, USBWA. Ricevette anche il titolo di Naismith e Wooden Player of The Year. Il suo nome, dove poteva essere inserito, faceva parte di tutti i migliori quintetti ideali.

Con due annate disputate a questo livello, soprattutto la seconda, e’ facile intuire che Brand non ci penso’ due volte ad inserire il proprio nome nel Draft 1999. Chicago, “abbandonata” dal mitico trio Jordan-Pippen-Rodman, stava vivendo uno dei periodi piu’ brutti di sempre e al draft, con la chiamata numero uno assoluta, punto’ proprio su Elton come primo tassello per la ricostruzione. Brand non risenti’ minimamente del famoso “rookie wall” (ovvero la stanchezza che prevale sui giocatori al primo anno nella NBA dovuta alle 82 partite di campionato, 42 delle quali disputate fuori casa) ed il suo rendimento fu costante per tutti gli 81 match disputati. Complessivamente, in 37 minuti di utilizzo, viaggio’ a 20.1 punti (48.2% dal campo), 10 rimbalzi, 1.9 assists e 1.63 stoppate. Nelle votazione per il rookie dell’anno fini’ al primo posto con Steve Francis dei Rockets.


Arrivato a Los Angeles stupi' tutti con la sua capacita' di andare sempre in doppia doppia.
Nella stagione 2000/01, sua seconda nel mondo dei pro, salto’ 7 partite a causa di infortuni di lieve entita’ e nelle restanti 74 partite fu sempre titolare. Per quanto riguarda punti e assists “copio’ ” le cifre dell’anno precedente (rispettivamente 20.1 e 10.1) e miglioro’ gli assists (3.2). La dirigenza dei Bulls, nonostante le ottime cifre, decise di non rinnovargli la fiducia come uomo franchigia e lo scambio’ ai Clippers per arrivare alla prima chiamata al Draft del 2001 (Tyson Chandler). In questo modo la Wind City ottenne il duo di lunghi, entrambi provenienti direttamente dalla High School, Chandler-Curry. Attualmente a Chicago e’ rimasto solo piu’ Tayson ma, considerato il suo modo di giocare, sono in molti a criticare la cessione di Brand (senza ombra di dubbio molto piu’ costante).

Nelle due successive annate, con la nuova divisa dei Clips, i suo punti registrarono una flessione verso il basso (18.5 di media) ma i rimbalzi salirono a quota 11 e soprattutto il rimbalzo in attacco divento’ il suo marchio di fabbrica. Nel 01/02 ne catturava 6 e la stagione seguente passo’ a 4.6. Anche stoppate e palle rubate furono voci in cui le sue cifre crebbero. L’opinione pubblica rimase stupefatta dai suoi numeri e dalla sua costanza: nonostante un’altezza sicuramente non da ala grande, Elton, 203 centimetri di altezza, riusciva ogni sera a fare il proprio lavoro e per di piu’ nella Western Conference dove si trovavano buona parte dei suoi migliori pari ruolo (per citarne alcuni: Garnett, Nowitzki, Duncan, Webber e Rasheed Wallace). Nella Citta’ degli Angeli pero’, soprattutto per via della dirigenza particolarmente attenta a risparmiare e poco propensa a spendere per vincere, il campionato terminava sempre a meta’ Aprile ed i Clippers venivano esclusi dai playoffs senza troppi problemi.

Proprio per questo motivo Brand, abituato a vincere alla High School come al College, decise di firmare l’offerta proveniente da Miami nell’estate del 2003 quando si trovava nella posizione di free-agent con restrizioni. Trascorsi un paio di giorni pero’, a sorpresa, la dirigenza dei Clips pareggio’ l’offerta (82 milioni di dollari in sei anni) facendolo diventare uno dei pilastri della franchigia. Sia nel 2003/04 che nel 2004/05 raggiunse i 20 punti di media e rimase costante in stoppate, assists e rimbalzi ma il vero “boom" avvenne la stagione seguente.

Nel 2005/06 terminando con 24.7 punti, 10 rimbalzi e 2.54 stoppate Brand mise a segno il suo Carrer-High di punti e stoppate ed anche la percentuale dal campo (52.7%) risulto’ identica rispetto al massimo in carriera. La cosa piu’ sorprendete di tutte, pero’, non si legge nelle cifre ma nei risultati di squadra. I Clippers, probabilmente per la prima volta da quando si trovano ad L.A., improntarono la campagna acquisti del 2005 al miglioramento del roster (furono acquistati Cassell e Mobley) e per tutta la stagione viaggiarono ad un record oltre il 50% di vittorie. Cosi’ i Clippers, dopo quasi 10 anni di assenza, arrivarono sesti nel tabellone dei Playoffs della Western Conference e Brand fu considerato come un legittimo vincitore del trofeo di MVP. Entrato nella pot-season Brand, nonostante si trovasse nella prima di tutta la sua carriera, continuo’ ad essere il motore della squadra che al primo turno elimino’ senza troppi problemi i Nuggets (4-1). Grazie a questo trionfo la formazione di L.A. taglio’ un traguardo assente dal 1976

Nel 2006 il suo ottimo rendimento e' stato premiato con la convocazione, da parte dei coach, al All Star Game.
ovvero il raggiungimento delle semi-finali della Western Conference. Qui Brand e compagni lottarono con tutte le loro forze arrendendosi solamente in sette gare davanti ai Phoenix Suns. Sicuramente, nonostante l'eliminazione, a livello di cifre e di traguardi questa, almeno per ora, e’ stata la migliore stagione in carriera per Elton Brand. Da sottolineare anche la sua capacita' di elevare il proprio rendimento nei playoffs dove viaggio' a 25.4 punti, 10.3 rimbalzi e 2.58 stoppate di media.

Nell’estate 2006 Brand non ebbe tempo per risposare perche' venne chiamato a partecipare come membro di Team USA ai mondiale di Giappone 2006.  L’avvio di stagione 06/07 mostro’ un Elton piu’ stanco rispetto all’annata precedente e le cose, a livello di squadra, si complicarono quando giocatori chiave come Cassell, Thomas e Maggette furono costretti a fermarsi piu’ volte causa infortunio. Brand, nonostante 80 partite disputate sulle 82 disponibili, non riusci’ (anche per la mancanza di un degno cast di supporto) a riportare i Clips ai playoffs rimediando l’eliminazione proprio nell’ultima partita di campionato 06/07. Termino’ l’annata con 20.5 punti, 9.3 rimbalzi e 2.2 stoppate a partita.

In una sessione estiva di allenamento, il 3 Agosto 2007, Elton si ruppe il tendine d’Achille. Nonostante l’immediato intervento chirurgico si tratta di un infortunio con tempi di recupero molto lunghi ed infatti i dottori dissero subito che avrebbe saltato tutta la stagione 07/08. Elton, pero’, riuscì a rientrare in azione nelle ultime settimane di campionato disputando in tutto 8 partite nelle quali mise a referto 17.6 punti, 8 rimbalzi e 2.1 stoppate. Quando tornò i Clips erano gia’ matematicamente esclusi dai playoffs quindi il suo ritorno fu semplicemente un test per verificare di aver recuperato la forma fisica pre-infortunio.

Vediamo come ha concluso il 2008/09:

Punti
Rimbalzi
Stoppate
13.8
8..8
1.3

Diventato free-agent nell’estate 2008 il suo rinnovo con i Clips sembrava una semplice prassi sino a quando la Cittè dell’amore fraterno fece pervenire la propria offerta ovvero un contratto principesco da 80 milioni di dollari spalmati su cinque anni. I 76ers, oltre ai soldi, mettevano sul proprio piatto della bilancia la possibilità di unirsi ad un team considerato in ascesa e pieno di giovani talenti. Brand, dopo averci riflettuto sopra, lasciò la Città degli Angeli diventando membro di Philadelphia.

La stagione 08/09 di Elton, però, di sicuro non entrerà negli annali della franchigia: il suo inserimento nel roster risultò molto più difficile del previsto e non a caso Maurice Cheeks, coach del team, sul  record di 9 vittorie e 14 sconfitte venne licenziato. A Cheeks subentrò Tony DiLeo e l’esordio dell’ex-Clips sotto il nuovo coach fu più che positivo: 27 punti, 9 rimbalzi e 3 assists. Purtroppo nella seconda  partita sotto la direzione di DiLeo, il 1/12 contro i Bucks, Brand si infortunò alla spalla restando fermo per un mese causa frattura dell’articolazione destra. Nel Febbraio ’09 tentò il rientro, ma il dolore continuava ad avere la meglio e così finì di nuovo in sala operatoria con conseguente fine della stagione 2008/09. Il prossimo anno dirigenza e tifosi, visto il grosso investimento fatto su di lui, si aspettano una grande stagione da Brand. Se dovesse fallire inizierebbero a piovere critiche davvero pesanti nei suoi confronti.

Per scoprire la galleria fotografica di Brand cliccate sul link sottostante. Buona visione!  


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