La biografia di

artest bio

Ron Artest
Biografia aggiornata a fine stagione 2008/09

Ronald William Artest, per tutti Ron, e' nato il 13/11/1979 a Queensbridge nei pressi di New York. La sua infanzia non fu molto felice, quando aveva sette anni i suoi genitori divorziarono mentre a Ron sarebbe piaciuto che restassero assieme ma non pote' fare nulla per impedire la separazione fra i due e questo gli causo' molte frustrazioni. Fortunatamente il padre ando' ad abitare a pochi isolati dalla moglie cosi' continuo' a frequentare la famiglia, composta da 6 figli, rimanendo in contatto con Artest Jr.

All'eta' di otto anni era soggetto ad attacchi di collera improvvisi che sfogava sui compagni, quindi la madre lo porto' da un'assistente sociale la quale consiglio' di iscrivere Ron in una squadra di basket in modo che potesse sfogare le sue "ire" e scaricare il suo stress nello sport. La mamma lo iscrisse ad un corso di pallacanestro dove ben presto Artest si fece coinvolgere dal gioco: inizio' a trascorrere la maggior parte del suo tempo in palestra ad apprendere fondamentali e regole del gioco mentre divenne sempre piu' una presenza fissa sui campetti della Grande Mela.

Alla Salle Academy High School ebbe l'occasione per migliorare il suo gioco e fare nuove esperienze che confermavano sempre di piu' il suo "amore" verso la palla a spicchi. Fu membro della squadra di basket per tutti la sua permanenza e nell'ultima stagione, da Senior, venne eletto giocatore dell'anno dello stato e della Citta' di New York. Fu convocato per il McDonalds All-American Game (torneo a cui prendono parte i migliori liceali d'America) dove concluse con una discreta prestazione. Lascio' anche una buona impressione di se', agli Scout Nba e di College, quando gioco' ad un torneo estivo con Odom e Brand nella squadra dei "Riverside Hawks".

Deciso a frequentare qualche anno di Universita' per migliorare la qualita' del suo gioco opto' per restare a "casa" firmando la lettera di intenti con l'Ateneo piu' famoso di New York: St. Johns. Il primo anno, 97-98, sotto la guida di Coach Faschilla fu subito schierato in campo dove viaggio' ad una meda di 11.6 punti, 6.3 rimbalzi, 1.9 assists, 1.6 recuperi e 1.1 stoppate ad incontro. Stabili' i suoi record con 26 punti contro Boston College e 15 rimbalzi contro Villanova. Per quanto riguarda i Red Storm, la sua squadra, chiuse come miglior stoppatore e ruba palloni mentre fini' al terzo punti per punti e rimbalzi. Queste cifre gli garantirono un posto nel All Rookie Team della Big East.

L'anno successivo la squadra cambio coach e sotto la guida di Mike Jarvis i Red Storm arrivarono ad un passo dalle Final Four ma furono sconfitti da Ohio State. Per Artest fu una stagione positiva considerate le sue cifre tutte in crescita: 14.5 punti (con il 46.9% dal campo), 6.5 rimbalzi, 4.2 assists, 1.2 stoppate e 2 recuperi ad incontro. Stabili' il record della scuola per palle rubate totali (76) e mise a segno la seconda tripla-doppia, nella storia dell'Ateneo, contro Seton Hall con 13 punti, 11 assists (Seson High) e 12 rimbalzi. Venne inserito nel primo quintetto ideale della Big East, nel terzo quintetto All-American e in due anni con Ron in quintetto la squadra aveva un bilancio di 50 vinte - 19 perse.

Finito l'anno scolastico decise di passare al mondo dei pro e quindi inseri' il suo nome in quelli eleggibili per il Draft del 1999 dove venne chiamato con il numero 16 assoluto da parte dei Bulls. Finire in una squadra in piena ricostruzione, come Chicago, fu un bene per lui che trovo' da subito molti minuti a disposizione, chiuse il primo anno con 72 incontri disputati (di cui 63 volte fu titolare) ed una media di 12 punti, 4.3 rimbalzi, 2.8 assists e 1.6 palle rubata. Venne inserito nel secondo All Nba Rookie Team. La stagione seguente, 00-01, il suo processo di crescita' subi' un arresto ed infatti passo' a 11.9 punti, 3.9 rimbalzi ma aumentarono gli assists (3) e le palle rubate (2).

Nel 01-02 era deciso a tornare in campo per dare il 100% e dimostrare tutto il suo valore ma sfortunatamente a pochi giorni dal via della stagione regolare, si ruppe un dito della mano destra e dovette saltare le prime 23 partite. Tornato sul campo tenne una media di 15.6 punti, 4.9 rimbalzi 2.9 assists e 2.7 recuperi per un totale di 27 partite. A pochi giorni dalla chiusura del mercato, 19/02/02, la dirigenza dei Bulls decise di cambiare strategia puntando su dei giovani lunghi (come Chandler e Curry) e su delle guardie piu' esperte cosi' Artest fu scambiato insieme a Ron Mercer, Brad Miller e Kevin Ollie per Jalen Rose,Travis Best, Norman Richardson e una futura chiamata al Draft dei Pacers. Ad Indiana, Ron, prese il posto di ala piccola titolare e viaggio' ad una media di 10.9 punti, 5 rimbalzi e 1.8 assists. La sua miglior partita dell'anno la disputo' proprio in maglia Pacers quando sfioro' la quadrupla doppia: 24 punti, 9 assists, 9 rimbalzi e 8 palle rubate (record di franchigia)!

Gettate le basi per un buon rapporto con la squadra prosegui' l'anno successivo anche se i suoi scatti di ira misero in ombra le ottime prestazioni del campo. A Ron furono fischiati 9 falli antisportivi e prese 13 giornate di squalifica piu' svariati episodi di "vandalismo" a cui dovette riparare di tasca propria (distrusse un monitor, una telecamera digitale, lancio' via un telefono, aggredi' un tifoso). Sul campo, quando la rabbia non gli offuscava la mente, era un buon giocatore (15.5 punti, 5.2 rimbalzi, 2.9 assists e 2.3 recuperi) ma soprattutto un ottimo difensore, contro di lui anche i migliori realizzatori della Lega avevano problemi a segnare: Marbury chiuse con 4/19 dal campo, Nowitzki con 4/20, Bryant con 9/26 e Houston con 3/16.

Nel 2003 arrivo’ coach Carlisle che riconobbe subito il talento di Artest ma riusci’ a “calmarlo” usando un piccolo stratagemma: quando Ron prendeva un fallo tecnico lo faceva accomandare in panchina per un lungo periodo, cosi’ facendo ,dopo un paio di tecnici, placo la sua ira e inizio’ a diventare un giocatore pieno di grinta e determinazione… Riuscendo ad incanalare nella giusta direzione tutte la sua forza interiore mise a referto quelle che, almeno per ora, e’ considerata la sua migliore stagione di sempre: 18.3 punti, 5.3 rimbalzi e 3.7 assists. A questi numeri bisogna aggiungere 2.12 recuperi a serata (terzo in tutta la Nba) che gli hanno fatto vincere il Trofeo di Miglior Difensore 2004. La difesa e' un settore dove si applica molto bene sporcando le medie degli avversari, i quali, contro di lui, fanno fatica a crearsi dei tiri e quindi molte volte affrettano a delle conclusioni che si rivelano dei "mattoni".

L'anno seguente, 04/05, disputo' 7 partite e concluse con 24.6 punti, 6.4 rimbalzi e 3.1 assists. Artest gioco' solamente 7 partite per i tristi eventi avvenuti al Palace in una serata di meta’ Novembre: dopo un fallo tecnico fischiato a Big Ben (scaturito da un contatto fisico molto "pesante" di Artest), l’atmosfera in campo si scaldo' parecchio e Ron ebbe la “brillante” idea di trascorrere il tempo necessario perche’ le acque si calmassero sdraiato davanti al tavolo dei commentatori. Probabilmente questo gesto (sicuramente strafottente nei confronti della formazione di casa) causo' il malcontento in alcuni tifosi che “selvaggiamente” decisero di tirare a Ron un bicchiere di birra. Artest, ricevuto il bicchiere (di plastica), non lascio' che la security gestisse la situazione ma " volo' " sugli spalti a scazzottarsi con i tifosi, insieme a lui salirono Jermaine O’Neal e Steph Jackson (con lo stesse intenzioni belligeranti) in modo da fare degenerare il tutto in una rissa da Far West. A causa di tutto cio' l'ufficio centrale della NBA decise di sospendere Ron per tutto il resto della stagione (palyoffs inclusi).

La dirigenza di Indiana, Bird e Walsh, durante l'estate 2005 decise di confermare la presenza di Artest in quintetto e, nonostante le molte voci che davano il giocatore nato a New York sul piede di partenza, ad inizio campionato i Pacers del trio O'Neal-Artest-Jackson (con la presenza in panchina di un veterano del calibro di Jasikevicius) erano dati come potenziali campioni NBA 2006. Nei primi giorni di dicembre, come un fulmine a cielo sereno, Artest dichiaro' di voler esser ceduto per due motivi: primo, Carlisle, allenatore dei Pacers, limitiva il suo gioco offensivo; secondo, ad Indiana il suo passato (la rissa) l'avrebbe perseguitato per sempre. Trascorsi un paio di giorni cerco' di fare "marcia indietro" dicendo di essere stato troppo avventato ma, giustamente, la dirigenza decise che Ron aveva oltrepassato tutti i limiti e quindi lo sospese a tempo indeterminato. Venti squadre su trenta erano interessate ad imbastire una trade per averlo nel proprio roster, tuttavia Walsh attese per piu' di un mese prima di fare uno scambio. Questo perche' lo scopo principale dei Pacers era quello di cederlo ma, trattandosi di un All Star e di un vincitore del premio Difensore dell'Anno, per un'equa contropartita. Alla fine, non senza polemiche, Artest fu mandato a Sacramento (per Peja Stojakovic) dove, non trovando problemi di adattamento, aiuto' la franchigia a sollevarsi dal momento di crisi e a raggiungere la post-season. In stagione viaggio' a 17.5 punti, 5.1 rimbalzi e 3.6 assist. Nei Playoffs (dove confermo' le sue cifre) i Kings, arrivati ottavi, incontrarono i campioni in Carica di San Antonio. In gara 5 e 6, dopo essersi portati sul 2-2, Artest e compagni non riuscirono a fermare lo straptore dei texani e furono eliminati.

Nell'estate del 2006, come gia' accaduto un anno prima ai Pacers, la dirigenza dei Kings decise di continuare a credere in Artest nonostante appena arrivato avesse detto di essere intenzionato ad andarsene il prima possibile da Sacramento per raggiungere New York. Inizialmente la scelta del management sembro' azzeccata perche' il comportamento (dentro e fuori dal campo) dell'irrequieto ex-Bulls/Pacers sembrava finalmente dimostrare che tutta la faccenda accaduta al Palace fosse finalmente alle spalle del giocatore. Questo fino a quando, nel mese di Marzo 2007, Artest venne arrestato. Motivo dell'arresto la disperata chiamata della moglie al 911 (numero di pronto intervento) per via delle percosse subito da parte di Ron ron aventi come movente la gelosia. Scattata immediatamente la denuncia, sui mass-media di tutto il Paese, vennero nuovamente a galla tutti gli episodi "oscuri" della sua carriera e Artest, nonostante stesse disputando un buon campionato, dichiaro' la propria intenzione di ritirarsi almeno per un paio d'anni affinche' potesse scrollarsi di dosso definitivamente la sua immagine di "combina guai". Concluse il campionato con 18.8 punti, 6.5 rimbalzi e 3.3 assists. L'off-season 2007 fu particolarmente tranquilla per Artest: chiese scusa alla famiglia e non parlo' piu' dell'ipotesi ritiro.

Mentre produceva i 20.5 punti, 5.8 rimbalzi e 3.5 assists di media Ron Artest, nel 07/08, si accorse che la fama di “combina guai” e  “giocatore difficile” continuava a sovrastarlo al punto che i Nuggets, stando a quanto fecero sapere delle “gole profonde”, nonostante vedessero in lui una pedina importante per il loro futuro non lo acquistarono proprio perché troppo indisciplinato. Il diffondersi di queste voce portò Artest a cambiare la propria opinione sulla clausola per essere free-agent a fine anno: da deciso ad attivarla per lasciare Sacramento innestò la retromarcia e si tenne buono l’ultima stagione di contratto a 7.8 milioni di dollari. Tuttavia i Kings, decisi a rifondare la squadra, lo girarono ai Rockets dove aveva la possibilità di ritrovare coach Adelman (con il quale è molto legato) e di formare un trio fra i più micidiali con Yao e McGrady.

Vediamo come ha concluso il 2008/09:

Punti
Rimbalzi
Assists
17.1
5.2
3.3

Nei playoffs 2009:

Punti
Rimbalzi
Assists
20.5
5.8
3.5

Il tanto atteso trio Artest-Yao-McGrady è andato in onda per un mese scarso all’avvio di campionato 09 prima di sfaldarsi causa infortunio al ginocchio di Tracy McGrad (out quasi tutta la stagione).. In tandem con Yao, Artest, è comunque riuscito a convincere disputando una solida stagione regolare nelle quale per forza di cose ha dovuto indossare i gradi di prima bocca di fuoco fra le ali e seconda del team dietro al cinese. Al contrario delle altre stagioni Artest ha quasi sempre tenuto la testa sulle spalle, solo nei playoffs ha dato qualche segno di escandescenza ma nulla di grave, aiutando così Houston a qualificarsi per la post-season con 53 vittorie e 29 sconfitte. L’accoppiamento con i Blazers, dotati del fattore campo a favore, nel primo turno non è stato un problema per l’ex-Pacers in grado di confermarsi con 15.7 punti, 4.3 rimbalzi e 3.2 assists di media. Nelle semi-finali di conference Houston ha lottato per sette partite contro i futuri campioni Nba arrendendosi solo all’ultimo match della serie. Inutile dire che senza Artest un traguardo simile sarebbe stato difficilmente raggiunto. Il 30 giugno 2009 Ron Ron diventerà free-agent ed è complicato prevedere quale strada imboccherà: in molti pensano in un possibile rinnovo, ma quando c’è di mezzo Artest non bisogna mai dare nulla per scontato.

Per scoprire la galleria fotografica di Artest cliccate sul link sottostante. Buona visione!  


Nba Stars: Ron Artest