La biografia di
Andrea Bargnani
Biografia aggiornata a fine stagione 2007/08
La storia di Andrea Bargnani inizia a Roma il 26 Ottobre 1985 da una famiglia
dove lo sport ha sempre
avuto un ruolo importante infatti gia’ sua nonna, Mirella, negli anni
50 risultava campionessa regionale di lancio del disco. Il pallone a spicchi
venne a contatto con la famiglia Bargnani attraverso la madre Luisella e lo
zio di Andrea Balducci, rispettivamente la prima fu giocatrice ma mai a livello
pro, mentre il secondo ebbe un’ottima carriera che lo porto’ anche
a far parte di formazioni di tutto rispetto come la Perugina Jeans (prima)
e (dopo) la Stella Azzura di Roma. Facile intuire che il giovane Andrea, con
dei parenti di questo calibro, gia’ all’eta’ di cinque anni
venne a contatto con il basket.
All’eta’ di 6 anni lascio’ la Citta’ di Roma per spostarsi
a Trezzano Rosa (provincia di Milano) dove avvenne la sua prima formazione
come giocatore di pallacanestro. I suoi genitori lo iscrissero immediatamente
alla squadra di Basket locale dove Andrea, stagione dopo
Bargnani in serie A: anno dopo anno le sue prestazioni sono sempre migliorate...
stagione, anche grazie ad un’ottima tecnica innata e al suo fisico,
ebbe la possibilita’ di imparare i fondamentali e di mettersi in mostra
a livello nazionale. Il 1999 fu il suo ultimo anno con la maglia delle giovanili
di Treviglio, dopo di che, nel 2001/02, venne ingaggiato dalla sezione Juniores
della Monte Paschi Siena che lo impresto’ alla Mens Sana Roma (serie
C2). Finita l’esperienza del prestito rimase a Roma dove fu ingaggiato
dalla Stella Azzurra (allora squadra di B2).
Come accade a tantissimi giocatori, che arrivano per la prima volta in B2,
la mancanza d’esperienza a livelli agonistici e la sua giovane eta’
lo proiettarono non in prima squadra ma nella categoria Allievi. Bargnani
non si demoralizzo’ e continuo’ a mostrare ottimi progressi anche
in questa categoria. Dopo un paio di stagioni di “gavetta” il
coach della formazione principale Roberto Castellano, ex-capitano del Banco
di Roma, decise di dargli una chance di entrare a far parte del campionato
di B2.
Nel 2002/03 viene registrata la sua prima stagione a livello “pro”
e Andrea non delude le aspettative dell’allenatore ripagandolo con
10.3 punti, 4.5 rimbalzi, il 59.2% dal campo ed l’81.7% dalla linea
dei liberi. Questi numeri, ma soprattutto il grandissimo talento e l’ottimo
potenziale mostrati da Andrea, non scappano al GM Maurizio Gheradini che
gli propone un’offerta irripetibile: entrare a far parte della storica
societa’ Benetton Treviso. Bargnani (ovviamente) accetta e, solo dopo
un anno trascorso in serie B2, il 12 Ottobre 2003 effettua il suo esordio
in seria A nella partita contro Livorno. La sua stagione da rookie nel massimo
campionato italiano lo vede principalmente rilegato alla panchina dove,
come gia’ mostrato in precedenza, si mette in evidenza per la sua
capacita’ di apprendere il piu’ in fretta possibile tutte le
lezioni che gli vengono impartite da allenatori, compagni di squadra ma
anche dagli avversari. Il 2003/04 per lui si conclude con 25 partite disputate
(quasi 9 minuti di utilizzo) nelle quali fa registrare una media di 4.4
punti, il 62.5% dal campo, 1.5 rimbalzi e 0.4 assists. Treviso, nel 2004,
vinse la Coppa Italia e Bargnani ne festeggio’ il successo anche se
il suo ruolo non fu quello di protagonista.
Anche nel 2004/05 Ettore Messina, allenatore della Benetton nelle prime due
stagioni di
La stoppate e' sempre stata una delle sue principali caratteristiche.
Bargnani, continuo’ a fare lavorare il giovane Andrea principalmente
in allenamento in modo da permettergli di crescere nel miglior modo possibile.
Il suo minutaggio in campo aumento’ e di conseguenza ci fu un lieve
incremento anche delle cifre: in 23 apparenze resto’ sul terreno di
gioco per 13.2 minuti e concluse con 5.8 punti, 52.6% dal campo, il 34.5%
da oltre l’arco (da sottolineare che fu il primo anno in cui inizio’
ad utilizzare il tiro da tre punti con una certa continuita’), 2.8 rimbalzi
e 1 stoppata. Nei Playoffs, dove l’anno seguente era stato praticamente
nullo, vide i minuti a sua disposizione salire a quota 18.9 e di conseguenza
passo’ a 9.4 punti, il 66.7% dal campo, 4 rimbalzi e 2 palle rubate.
La Benetton Treviso per la seconda volta consecutivamente vinse la Coppa Italia
e questa volta l’impronta di Bargnani sul titolo inizia a sentirsi maggiormente.
Tuttavia l’anno delle sua “esplosione” arrivo’ nel
2005/06 quando il suo potenziale aveva gia’ fatto eco negli Stati Uniti
e di conseguenza alle partite della Benetton era possibile scorgere scout
e dirigenti Nba (fra i primi “nomi celebri” ad interessarsi a
lui ci fu il Grande Uccello Bianco Larry Bird). L’ex-Maccabi Tel Aviv
Blatt David, subentrato a Messina come capo allenatore, trovo’ a sua
disposizione un Bargnani gia’ sviluppato e pronto a recitare il ruolo
di leader della squadra. Il numero 11 della franchigia di Treviso, sotto gli
occhi degli attenti scrutatori NBA, non mostro’ la minima esitazione
e approfittando dell’ampio minutaggio concessogli (22.5 minuti a serata)
in 34 partite fece registrare 11.9 punti, il 56.9% dal campo, il 38.1% da
oltre l’arco, il 77.4% dalla lunetta, 5.5 rimbalzi, 1.3 stoppate e 1.4
palle recuperate. La sua consacrazione, pero’, arrivo’ nei playoffs
dove trascino’ la squadra alla vittoria del Titolo Italiano (scudetto)
2006. Nella post-season (13 match in tutto), come fanno i veri campioni, aumento’
il suo rendimento ed in 30 minuti di utilizzo passo’ a 12.1 punti, 46.5%
dal campo, 44% da oltre l’arco, l’82% dalla lunetta, 1.5 stoppate
e quasi 6 rimbalzi e 1 assists.
Fino ad ora non abbiamo parlato di EuroLega ovvero la piu’ prestigiosa
manifestazione di basket del Vecchio Continente. Il Mago, da quando entro’
a far parte della Benetton Treviso, inizio’ a partecipare stagione
dopo stagione a questo torneo e le sue cifre, come per il campionato, aumentarono
di anno in anno. Nel 2003/04 e 2004/05 i suoi numeri
David Stern, massimo esponente della NBA, da il benvenuto alla prima scelta
del Draft 2006: Andrea Bargnani.
furono quasi irrilevanti,
comunque avere l’opportunita’ di vedere e sfidare i migliori
campioni Europei ebbe un ruolo importante nel suo processo di maturazione,
mentre nel 2005/06 fece registrare una notevole svolta. Da prima opzione
della squadra rimase in campo per 21 minuti a partita nei quali mise a referto
10.9 punti, 55.8% dal campo, 43.4% da oltre l’arco, 4.1 rimbalzi e
1.3 palle rubate. Questi numeri lo proiettarono a vincere il titolo Rising
Star Trophy ovvero il miglior giocatore Under 22 della stagione 2005/06
dell'Eurolega (trofeo consegnatoli dal mitico Arvidas Sabonis).
Il passare dei giorni, oltre a confermarlo come uno fra i migliori giovani
nel panorama cestistico italiano, lo avvicinava sempre di piu’ alla
serata del Draft NBA dove il suo nome, ancora prima di fare la Draft Lottery
(ovvero assegnare l’ordine di chiamata alle 30 franchigie NBA), sarebbe
stato sicuramente fatto entro le prime 10 posizioni. A confermare questa ipotesi
niente di meno che Sports Illustrated, probabilmente la rivista piu’
autorevole del mondo in termini di sport, che dedico’ a lui e ad altri
giovani prospetti un ampio servizio. Il 28 Giugno 2006 Bryan Colangelo, subentrato
qualche mese prima nella carica di GM dei Raptors, e Maurizio Gherardini,
assunto da Colangelo come aiuto GM, deciso di fare di Bargnani la prima scelta
assoluta del Draft. Tale gesto porto’ il Mago ad essere il primo giocatore
europeo di scuola non americana ad essere scelto al numero uno di un draft
NBA. L’unico in grado di precederlo e’ stato Milicic chiamato,
nel 2003, al numero 2 assoluto (mentre il primo straniero a venire preso al
numero 1 e’ Yao Ming).
Per quanto
I Raptors hanno fatto di Andrea la stella assoluta dei Draft 2006.
riguarda l’Italia Andrea e’ stato l’italiano chiamato piu’
in alto di sempre ma non e’ l’unico: prima di lui vennero presi
Rusconi ed Esposito, mentre nel 1984 fu Augusto Binelli ad essere scelto dagli
Hawks (ma non ando’ mai nella NBA). Rusconi ed Esposito invece tentarono
l’avventura dall’altra parte dell’oceano ma lo fecero piu’
di 10 anni fa quando ai giocatori stranieri, per bravi che fossero, venivano
utilizzati con il contagocce (gli unici a fare eccezione erano Divac e Sabonis).
Entrambi finirono in fondo alla rotazione delle loro rispettive squadre (Suns
e Raptors) per poi, dopo un paio di mesi, abbandonare tutto e rientrare in
Italia. Probabilmente se venissero chiamati oggi avrebbero sicuramente piu’
minuti a disposizione per mostrare a tutti il loro vero valore.
Immediatamente dopo il draft Andrea si mise a lavorare in palestra con
il suo nuovo staff tecnico e per prepararsi al meglio decise anche di saltare
la convocazione con la nazionale per i Mondiale di Giappone 2006. Il suo
esordio nella NBA, avvenuto l’1 Novembre 2006 contro i Nets, non e’
stato fra i piu’ felici. Coach Mitchell infatti nelle primi 9 incontri
lo utilizzo’ al massimo 10 minuti rispendendolo in panchina dopo ogni
errore (fallo, palla persa o tiro sbagliato che sia). La svolta a questa
tendenza, fortunatamente, non tardo’ ad arrivare: il 21 Novembre Andrea,
contro i Jazz, venne impiegato per 27 minuti nei quali segno’ 15 punti.
Da questo momento ad oggi il suo minutaggio resta costantemente sui (circa)
30 minuti a gara con conseguente miglioramento delle prestazioni.
I suoi margini di miglioramento sono ovviamente ampissimi e, coma accaduto
a
Dirk Nowitzki (il giocatore a cui Bargnani
La maglia di Bargnani: numero 7.
viene piu’ paragonato), anche Andrea potrebbe necessitare di un paio
di stagioni prima di ambientarsi al 100% ed iniziare a dominare ogni aspetto
del gioco. Attualmente sta lavorando molto sulla difesa (dove ogni tanto gli
capita ancora di spendere molti falli e quindi rientrare prematuramente in
panchina) e sui rimbalzi (gli attuali 3.8 sono pochi per un ala grande / centro).
In futuro, quando avra’ colmato queste lacune, per diventare davvero
completo potra’ inziare a lavorare anche sul passaggio (specialita’
dove non ha mai particolarmente brillato).
Oltre al basket, il Mago ama il tennis e lo sci e, nel tempo libero, ascolta
musica e gioca con la PlayStation. Con la squadra si e’ subito affiatato
legando con tutti anche se c’e’ qualche “preferenza”
come Garbajosa con il quale parla in italiano.