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Il main-event, ovvero il culmine, del All Star Week-end lo si raggiunge la domenica sera con la storica partita (arrivata alla edizione numero 60) East contro West. Le due squadre (composte da 12 giocatori ciascuna) rappresentano rispettivamente il meglio della Eastern e Western Confernece. I titolari sono eletti tramite voti elettronici raccolti sul sito ufficiale della Lega nba.com o attraverso delle cartoline situate in alcuni negozi convenzionati (come il foot locker) o all’entrata dei palazzetti delle squadre Nba. In tutti questi posti e’ stato possibile esprimere, per un paio di mesi, la propria preferenze per due ali, due guardie ed un centro. I giocatori, sia dell’est che dell’ovest, con il piu’ alto numero di voti ottenuto entrano a far parte dello starting linu-up mentre i restanti 7 membri del roster vengono scelti attraverso una votazione fatta da tutti i coach delle relative conference. In caso un giocatore nominato non possa prendere parte al All Star Game viene sostituito con un altro scelto personalmente da David Stern (massimo rappresentante della NBA). Per quanto riguarda il ruolo dell’allenatore, invece, viene fissata una scadenza: il coach in grado di ottenere la piu’ alta percentuale di vittorie entro tale data viene chiamato a sedersi sulle panchina degli All-Star. Da riportare anche la regola seconda la quale un coach non puo’ allenare per due anni di fila una formazione All-Star. Essere nominato All-Star, sia per il coach che per i giocatori, negli Stati Uniti e’ un onore: significa entrare nella elite dei migliori in assoluto.



L’altranno arrivato secondo nelle preferenze espresse dal pubblico Kobe Bryant si prende la “vendetta” su LeBron James che, probabilmente in seguito al modo in cui decise di lasciare Cleveland, perde di popolarità passando da numero uno assoluto del 2010 a numero tre del 2011. Dunque Mr. 81 fra voti telematici (su internet) e cartacei (nei palezzetti ed in alcuni negozi) ottiene 2.380.016 preferenze staccando di circa 280.000 voti il secondi ovvero Dwight Howard degli Orlando Magic. Come detto segue LeBron James (2.053.011) e sempre oltre il muro dei 2 milioni di voti troviamo Dwyane Wade.
Per quanto riguarda le panchine ad allenare la Western Conference sarà Greg Popovich che grazie alla straordinaria stagione dei suoi Spurs (sinora hanno perso appena 9 partite sulle oltre 50 disputate) ha ottenuto li posto in largo anticipo rispetto alla scadenza del 06 Febbraio stabilita dalla Lega per decidere chi, in base al miglior record, avrebbe allenato le formazioni All-Star. L’avversario dell’ex-agente Cia sarà Doc Rivers allenatore dei Celtics che al 06 Febbraio vantavano 37 trionfi e appena 11 sconfitte.

East All-Star
Giocatore/Team
Voti
# Presenze ASG
Dwight Howard, Orlando Magic
2.099.204
5
LeBron James, Miami Heat
2.053.011
7
Dwyane Wade, Miami Heat
2.048.175
7
Derrick Rose, Chicago Bulls
1.914.996
2
Amare Stoudemire, New York Knicks
1.647.995
6
Ray Allen, Boston Celtics
//
10
Chris Bosh, Miami Heat
//
6
Kevin Garnett, Boston Celtics
//
14
Al Horford, Atlanta Hawks
//
2
Joe Johnson, Atlanta Hawks
//
5
Paul Pierce, Boston Celtics
//
9
Rajon Rondo, Boston Celtics
//
2

West All-Star
Giocatore/Team
Voti
# Presenze ASG
Kobe Bryant, L.A. Lakers
2.380.016
13
Kevin Durant, Oklahomaa City Thunder
1.736.728
2
Carmelo Anthony, Denver Nuggets
1.299.849
4
Chris Paul, New Orleans Hornets
1.281.591
4
Yao Ming, Houston Rockets*
1.146.426
8
Blake Griffin, Los Angeles Clippers
//
1
Pau Gasol, Los Angeles Lakers
//
4
Tim Duncan, San Antonio Spurs
//
13
Dirk Nowitzki, Dallas Mavericks
//
10
Deron Williams, Utah Jazz
//
2
Russell Westbrook, Oklahoma City Thunder
//
1
Manu Ginobili, San Antonio Spurs
//
1
Kevin Love, Minnesota Timberwolves
//
2
*Yao Ming per infortunio non prende parte al All-Star Game e viene sostituito da Kevin Love

Vs.
148
143
Quando si tratta di scendere in campo davanti al proprio pubblico Kobe Bryant ha sempre dimostrato di dare il massimo è l’All-Star Game di Los Angeles 2010 non fa eccezione: 37 punti, 14 rimbalzi, 14/26 dal campo e 3 assists gli hanno garantito il titolo da MVP nella vittoria (tirata) 148-143 della Western Conference. Per Kobe si tratta della quarta volta in carriera che riceve tale nomina: “Penso tutti i giocatori avvertano un senso di responsabilità: sono stati votati per cosa fanno vedere al pubblico nel corso del campionato cioè giocare duro. Poi il pubblico viene qui o guarda questa partita da casa e vogliono vederci giocare, competere e cercare di vincere. Questa è la mia idea sul All Star Game ed è quello che ho cercato di spiegare ai miei colleghi.” afferma Bryant che ha visto gli avversari rimontare il deficit incassato durante il primo tempo arrivando ad un soffio dal ribaltare il punteggio proprio sul suo campo di casa.
L’aiuto più concreto fra i titolari gli è arrivato da Kevin Durant. L’asso dei Thunder ha segnato 5 punti consecutivi proprio nel momento chiave del match ovvero quando la Eastern Conference stava risanando tutto il deficit accumulato per toccare il -2 a 2.34 dalla sirena. In totale per KD35 ci sono stati 34 punti, 3 rimbalzi, 2 assists e 2 recuperi. "E’ sempre una bellissima sensazione giocare qui a casa, davanti al nostro pubblico e vincere” ha commentato ancora Bryant mentre riceveva il trofeo dalle mani di David Stern e dando ancora più importanza al premio: "Probabilmente si tratta del mio ultimo All-Star Game disputato davanti al mio pubblico di casa e averlo disputato in questo modo mi fa sentire davvero bene." L’All-Star Game è itinerante, ma Kobe (32 anni) ha ragione perché prima di vederlo ritornare a Los Angeles ci vorranno almeno altri 6/10 anni (l’ultima volta fu nel 2004).  I suoi 37 punti lo partano a pari merito con Kevin Garnett come quarta miglior prestazione offensiva di sempre ad una partita delle stelle. Il primo posto è occupato saldamente da Chamberlain con 42.
Della panchina del West All-Star il miglior senza ombra di dubbio è stato l’altro padrone di casa Pau Gasol: 17 punti, 8/13 dal campo, 7 rimbalzi e 2 assists.  L’unico altro giocatore in doppia cifra è Russell Westbrook con 12 punti e 5 rimbalzi.  Delusione per Carmelo Anthony (forse distratto dalle tante voci, segna appena 8 punti), per il duo degli Spurs Duncan-Ginobili (appena 2 punti con 1/4 il caraibico,  sono 7 invece per l’Argentino) e per Kevin Love (sostituto di Yao segna appena 2 punti in 12 minuti).
Per quanto riguarda la formazione est se ci fosse un MVP per chi ha perso andrebbe a LeBron James diventato l’unico giocatore con Michael Jordan a chiudere con una tripla doppia: 29 punti, 12 rimbalzi e 10 assists (Jordan nel 1197 aveva fatto 14 punti, 11 rimbalzi, 11 assists). James e Amare Stoudemire (29 punti, 6 rimbalzi, 2 assists) sono stati i migliori fra gli starter ed è da loro che è arrivata l’energia per cercare di risanare il deficit accumulato nel primo tempo. “Stasera era incredibile” afferma James su Bryant e prosegue: “Stanotte non c’era nessun in grado di contenerlo. Il suo motore girava a pieni regimi”. Limitato invece da dolori alla caviglia Dwyane Wade è stato in campo per soli 20 minuti nei quali, però, ha seganto 14 punti e raccolto 4 rimbalzi. "Speravo vincessimo noi con la tripla doppio che ha realizzato James. Cosi sarebbe stato lui L’MVP. Ma Bryant se lo merita senza dubbi.” afferma Flash. Buono anche l’esordio di Rose nel quintetto base (primo giocatore dei Bulls dai tempi di MJ  a ricevere i gradi da starter):  11 punti, 5 assists e 3 rimbalzi. Gli unici giocatori ad essere accolti “male” del pubblico sono stati i quattro uomini targati Boston. Coach Rivers, alla guida della Eastern, ha optato per una sostituzione a plotone come nell’hockey facendoli entrare tutti insieme durante il primo quarto. Al loro ingresso il pubblico di Los Angeles, storicamente avversario di quello dei Celtics, li ha accolti con fischi e grida di disapprovazione. A parte Allen (12 punti) gli altri tre giocatori (Garnett, Pierce, Rondo) sono risultati tutti sotto le righe.
M.V.P.: Kobe Bryant (37 punti, 14 rimbalzi, 14/26 dal campo, 3 assists)